Ascoli, la dea bendata si è messa una mano sulla coscienza

di Lino Manni

Serata non adatta ai deboli di cuore quella di Ascoli-Ternana. Vivere tutte quelle emozioni in novanta minuti non me lo aspettavo. Ho pensato alla smorfia napoletana che collega il numero novanta alla paura, quella che colpisce un soggetto. Ma il nostro soggetto in campo con il numero novanta sulle spalle non si spaventa, non frena, non si blocca. Anzi. Il nostro numero novanta prende in mano – pardon con i piedi- la situazione per ribaltare il tutto. E il gol annullato e il rigore sbagliato ? Beh, credo che la dea bendata, dopo la partita con il Palermo si sia messo una mano sulla coscienza rimborsandoci adeguatamente. Tornando alla partita, è un Ascoli che ha iniziato male con le “fere” padrone del campo. Stasera è dura ho pensato.  La tecnologia ci ha dato una grossa mano sul gol annullato alla Ternana. Poi l’ex capitan Dionisi, forse tradito dall’emozione e dai bei ricordi in bianconero, ha fatto il resto. Mi dispiace per lui ma sono contento per l’Ascoli. Come sempre la squadra di Viali ha alternato buone cose a momenti di amnesia. Il mister ha mischiato un po’ le carte alternando l’undici in campo. D’altronde per giocare al massimo tre partite in otto giorni ci vogliono molti attributi. I tre punti ci volevano ma non c’è tempo di festeggiare che la prossima è dietro l’angolo. Si va a Brescia. Ora, che probabilmente siamo in parità con la sorte, c’è da giocarsela alla pari contro le rondinelle. Sulla carta una squadra che doveva giocare in C. Ma non facciamoci ingannare. Siamo in autunno e le rondinelle non possono certo fare la… primavera. Ci vuole un picchio rapace, alla Mazzone, come diceva Costantino Rozzi.

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