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Dante Fazzini: conclusa la mostra alla Cartiera Papale

ASCOLI - E' stato un successo di pubblico, con oltre 1.300 presenze, nel ricordo dell'artista ascolano scomparso due anni fa
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La mostra alla Cartiera Papale e, a destra, Dante Fazzini

 

Ha chiuso con un successo inaspettato la mostra “Dante Fazzini – L’arte della passione” alla Cartiera Papale di Ascoli. L’evento, promosso dalla Provincia e dall’Istituto di Storia del Movimento di Liberazione (Isml), con il contributo della Fondazione Carisap, ha registrato in venti giorni oltre 1.300 presenze.

 

A due anni dalla scomparsa dell’artista ascolano, la mostra ha ricostruito il percorso artistico tracciando l’attenzione e la passione che il pittore ha dedicato alla sua città, ai giovani, ai personaggi locali. L’esposizione ha presentato 40 opere pittoriche, 50 sassi d’autore, 5 bastoni di mare, 10 marionette e 20 miniature. Allestimento completato da una videointervista su un maxischermo.

 

All’inaugurazione avevano partecipato anche i musicisti Roberto Pascucci e Giacinto Cistola, e sono intervenuti pure la pianista Maria Vittoria Tranquilli e l’attrice Cristiana Castelli.

 

CHI ERA DANTE FAZZINI

 

Dante Fazzini è stato un artista poliedrico e instancabile, fortemente radicato nel suo territorio con un continuo sguardo rivolto al mondo. I suoi viaggi, la sua ricerca tra filosofia e spiritualità, la sua curiosità per l’altro, sono stati di costante alimentazione per la sua opera in locis. Nato da una famiglia tipica ascolana, si avvicina alla pittura giovanissimo e segue i corsi di disegno tenuti dall’artista Dino Ferrari. Dopo gli studi accademici a Macerata si dedica all’insegnamento di materie artistiche nella scuola pubblica. Centinaia di studenti conservano un ritratto fatto da Fazzini con la sua straordinaria capacità di interpretare i volti, le espressioni e, con queste, anche i caratteri. Proprio ai ritratti ha dedicato tre diversi cicli di eventi presso il Caffè Meletti di Ascoli, immortalando sulla tela, dal vivo, il volto di personaggi cittadini popolari. Attraverso queste opere l’artista ha voluto ricostruire il volto complesso e multicolore della “meglio città” viva, operosa, aperta e generosa. Ascoli e il Piceno sono sempre stati nel suo cuore. Non un innamoramento sognante, ma una continua opera di scoperta e valorizzazione del “bello pubblico”, anche ricorrendo a provocatorie forme di mobilitazione popolare quando il caso lo richiedeva.


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