di Giuseppe Di Marco
In quale periodo fermare l’attività per rispettare il fermo pesca autunnale? La domanda mette ancora a dura prova il comparto delle volanti, che nonostante le numerose richieste non è ancora stato ricevuto dal Dipartimento Pesca, e quindi non sanno come comportarsi.
In particolare non è chiaro, agli armatori, se sia necessario fermarsi da metà ottobre a metà novembre oppure per tutto il mese di novembre. Questo perché i titolari delle volanti si trovano di fronte ad una doppia disposizione: quella ordinaria e quella entrata in vigore durante l’emergenza sanitaria.
Entrambi i periodi di stop, in ogni caso, non trovano il favore della categoria. Per questo motivo, alcuni mesi fa, le volanti inviarono una missiva al Ministero dell’Agricoltura per modificarlo. Le volanti infatti pescano “piccolo pelagico”, ovvero sarde e acciughe, un pesce povero ma richiestissimo, che ha il suo picco riproduttivo proprio a novembre. In virtù di ciò, gli armatori hanno proposto al governo di istituire due mesi consecutivi di fermo dal 1° agosto al 29 settembre. Da allora, però, nessuna risposta.
«In questo momento si sta decidendo il fermo per il nuovo triennio – dice l’armatore Enzo Raffaele – questo è un momento cruciale per noi, che abbiamo fatto specifiche richieste per salvare la nostra situazione». Nello stesso documento, infatti, gli armatori esortarono il governo ad applicare le quote di pescato fra i vari tipi di imbarcazione, in modo da regolamentare il mercato. Per il calcolo di prodotto da trarre a riva, la missiva suggeriva di prendere in considerazione i dati delle catture operate nel quinquennio precedente, visto che le statistiche dell’ultimo periodo sarebbero state influenzate dal periodo Covid.
Questioni tuttora rimaste in sospeso. «Ad oggi non vediamo alcuna luce in fondo al tunnel – conclude Raffaele – tutto tace e l’assenza di risposte ci preoccupa».
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