Giorgia Latini, chi era costei? Il quesito non se lo era posto nessuno in questi termini fino a questa mattina, quando il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli ha dichiarato, a margine della presentazione del Piano regionale per le politiche attive del lavoro, che «dobbiamo rimanere concentrati sulle priorità, la squadra di governo della Regione non è mai stata messa in dubbio da nessuno».
Acquaroli ha anche osservato che nelle Marche, e nel resto del Paese «tutti abbiamo lavorato sempre per dare risposte alla nostra comunità, continueremo su questa falsariga in un momento in cui ci sono questioni come le due guerre, l’inflazione, il costo dell’energia, il costo dei carburanti, delle materie prime. Rimaniamo concentrati sulle priorità, non sulle battute».
Acquaroli dunque chiude la porta alla presunta questione del rimpasto con buona pace della coordinatrice regionale della Lega Giorgia Latini che ha chiesto il cambio di tutti e tre gli assessori del suo partito per poi essere smentita dal suo stesso gruppo. Da tempo non si hanno notizie dei movimenti di Latini e nemmeno di quelli della Lega nazionale che, secondo un comunicato della Latini, era stata investita della questione.
Le dichiarazioni di Acquaroli sono al centro di un intervento del capogruppo del Pd in Consiglio regionale Maurizio Mangialardi: «È davvero triste che, dopo giorni di silenzio, il presidente Acquaroli si appelli al dramma delle guerre in Medio Oriente e Ucraina per porre fine alla querelle riguardante il rimpasto della giunta e nascondere ai marchigiani la grave crisi di governo che sta dilaniando il centrodestra marchigiano.
Crisi che, al di là delle sue poco convincenti rassicurazioni, resta palesemente aperta, visto che nessuna delle questioni che l’avevano innescata è stata risolta dalla maggioranza. Il gruppo assembleare del Partito Democratico è molto preoccupato dalla china che stanno prendendo gli eventi, perché nei prossimi mesi andremo ad affrontare temi decisivi per il futuro delle Marche. E metterli in mano a uno schieramento litigioso e diviso su tutto, con gruppi come la Lega, cioè la compagine più numerosa in consiglio umiliata dal fallimento della scriteriata strategia della sua segretaria Giorgia Latini, significa paralizzare la Regione Marche in un momento particolarmente delicato».
«Già domani – aggiunge Mangialardi – saremo chiamati a discutere in aula lo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per capire dove e come recuperare oltre 450 milioni di euro di tagli apportati dal governo Meloni ai progetti delle Marche.
Siamo sicuri che la giunta, a partire dall’assessore al Bilancio Goffredo Brandoni, e i consiglieri di maggioranza abbiano la lucidità necessaria per elaborare una proposta in linea con i bisogni dei territori? Noi abbiamo molti dubbi».
«Lo stesso scenario – conclude il capogruppo dem – si riproporrà poi tra qualche settimana con la proposta di legge sull’assestamento di bilancio.
E qui, alla luce dei precedenti che fin dall’inizio della legislatura hanno visto i singoli consiglieri del centrodestra contendersi con i propri colleghi ogni euro del bilancio per soddisfare le singole esigenze di collegio, ne vedremo davvero delle belle.
Se fino a oggi questa poco edificante contesa è stata in parte coperta da una fittizia unità dei partiti di governo, è probabile che l’attuale scontro tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si traduca in una serie di reciproci sgambetti che mineranno inevitabilmente l’efficacia dell’assestamento di bilancio.
Ma il peggio, forse, arriverà con il varo della nuova legge urbanistica, dove le divisioni del centrodestra, saldandosi con l’assenza di visione e progetto della giunta Acquaroli, potrebbero produrre danni irrimediabili per il nostro territorio.
Un film che, purtroppo, abbiamo già visto ad agosto in occasione dell’approvazione dell’imbarazzante Piano Socio Sanitario Regionale».
(L. Pat.)
Rimpasto in Regione, dietrofront della Lega: «Gli assessori hanno la nostra fiducia»
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