Le ultime scelte del Governo e, in particolare, la decisione di ridurre l’aliquota dell’incentivo al 70% a partire dal 2024, andranno inevitabilmente a compromettere l’efficacia di una misura che, almeno per il primo anno, era stato in grado di garantire benefici concreti alla riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale e a un settore fondante per l’economia italiana e marchigiana come quello delle costruzioni.
Ogni euro speso dallo Stato, infatti, ha attivato quasi 2 euro di investimenti, con 70 centesimi di ritorno nelle casse del fisco. Sono stati inoltre risparmiati 1,1 miliardi di metri cubi di gas e tagliate 1,4 miliardi di tonnellate di CO2, contribuendo alla creazione di oltre 600.000 posti di lavoro in tutta Italia tra il 2021 e il 2022.
Eppure, oggi il quadro complessivo appare decisamente meno roseo, per il Piceno come in tutta Italia. La Cna di Ascoli esprime grande preoccupazione per le sorti del Superbonus e, soprattutto, delle oltre 2.000 imprese coinvolte nelle Marche, ora costrette a una corsa contro il tempo nella speranza di riuscire a concludere i lavori entro il prossimo 31 dicembre, nonostante un persistente blocco dei crediti fiscali – per una somma complessiva che supera il miliardo di euro in tutta la regione – a porre un notevole limite alla liquidità delle imprese edili.
Oltre ad essere motivo di potenziali contenziosi tra aziende e privati, con la possibilità non troppo remota che intere famiglie debbano mettere mano al portafoglio per finanziare il completamento dei lavori, la drastica riduzione dell’aliquota rischia di compromettere la riqualificazione edilizia del Piceno e delle Marche. In questo senso, in piena condivisione con la struttura commissariale, la Cna di Ascoli ribadisce la necessità di dare nuova linfa al patrimonio edilizio del territorio per inquinare meno, risparmiare energia, mettere in sicurezza gli edifici e centrare i parametri europei.
Tuttavia, di fronte alle ultime novità sul tema Superbonus, le stime fornite dall’osservatorio della Cna evidenziano come circa 20.000 cantieri non saranno in grado di concludere gli interventi di riqualificazione, con danni ingenti per le famiglie e per le imprese che sono ancora in attesa di risposte sull’emergenza dei crediti incagliati.
In particolare, a pagare il prezzo più alto della diminuzione dell’incentivo saranno i condomini, che nelle maggior parte dei casi necessitano di tempi superiori a un anno per chiudere definitivamente i cantieri.
«La nostra associazione, sia a livello nazionale che territoriale, è sempre stata in prima linea su un tema che riguarda da vicino la quotidianità di imprese e famiglie che hanno seguito le regole e ora si ritrovano a non poter contare su uno strumento originariamente molto prezioso, ormai in balia di continue modifiche normative – conferma Francesco Balloni, direttore Cna Ascoli – come Cna ribadiamo la necessità di una proroga che consenta ai cantieri di procedere con maggiore serenità, provvedendo al tempo stesso allo sblocco dei crediti fiscali per restituire liquidità alle aziende delle costruzioni, già messe a dura prova negli ultimi mesi dalle difficoltà legate al reperimento delle materie prime e di manodopera qualificata».
«L’unica nota positiva – sottolinea Arianna Trillini, presidente Cna Ascoli – riguarda la ricostruzione e l’area del cratere, che fino a dicembre 2025 potrà contare su un incentivo al 110% e sulla cessione del credito. Tuttavia, le esigenze edilizie, economiche e ambientali del Piceno impongono un passo indietro da parte delle istituzioni per poter portare a termine cantieri, investimenti e riqualificazione edilizia».
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