di Pier Paolo Flammini
Questione di modulo. Di assetto. Di incastri tra le pedine. Non si parla d’altro nella San Benedetto sportiva dopo il pari, 2-2, contro il Fossombrone, arrivato al termine di una partita comunque molto ben giocata da entrambe le formazioni al cospetto di un pubblico di ben altra categoria.
Non di uomini. Perché dai più è dato per assodato che la macchina assemblata dal direttore sportivo Stefano De Angelis in collaborazione con il dirigente Massimiliano Fanesi sia quella giusta (magari, se occorrerà, basterà qualche verniciata o accessorio). Occorre però mettere tutti i pezzi al posto giusto per far sì che motore, aerodinamica e guidatore possano garantire il massimo delle proprie capacità.
Questo il punto, con tantissime discussioni che si svolgono, ora come allora, nei vari “bar dello sport” davanti a un caffè, è dilagano sui social network. Tutto normale, tutto giusto. Cerchiamo di seguito di sintetizzare quanto si va discutendo.
4-4-2 oppure 4-2-4? La scorsa estate la squadra sembrava disegnata per un 4-3-3, con Scimia (o Paolini, all’epoca infortunato) quale incursore di centrocampo, Alessandro esterno con Tomassini al centro. Si è poi virato sul 4-4-2 perché, effettivamente, tenere fuori un esterno come Battista non è cosa facile, e il campo lo ha dimostrato. Ma il 4-4-2 della Samb è diverso rispetto a quello tipico “sacchiano” o, per restare forse all’ultimo allenatore che lo ha adottato a San Benedetto, a quello di Colantuono (2002-03).
Ricordate? Colantuono aveva come esterni Teodorani a destra, dunque un classico centrocampista di fascia, e, a sinistra, alternata De Amicis e Corradi, in partenza due terzini.
Lauro invece ha due giocatori bravissimi nell’uno contro uno, palesemente offensivi e meno, invece, difensivi. Ecco che il 4-4-2 appare spesso un 4-2-4. Da qui derivano alcune interessanti riflessioni.
TIVOLI, FANO E FOSSOMBRONE – Tralasciando le tre trasferte, che hanno ognuna una storia diversa, le tre gare casalinghe ci spiegano forse qualcosa. Soprattutto le ultime due, due pareggi, considerando che contro la Tivoli si è sofferto per 20 minuti ma poi i rossoblù hanno dilagato già nel primo tempo.
Sia detto chiaro e tondo: contro Fano e Fossombrone la Samb meritava la vittoria, per quantità e qualità di gioco. Errori sotto porta, un rigore sbagliato e un palo ne sono testimonianza. Il pareggio però fa pensare: perché?
Entrambe le partite hanno avuto delle assonanze: primo tempo dominato, gioco sugli esterni perfetto, Battista e Cardoni tra i migliori. Ma identiche anche le riprese: scesi i due esterni, il gioco rossoblù si è spento, pur potendo vantare, in entrambe le gare, un pugno di buone occasioni.
E proprio contro il Fossombrone un mancato rientro di Cardoni, già alla fine del primo tempo, ha concesso lo spazio agli avversari che poi ha condotto al secondo gol, un po’ casuale certo.
Domanda: Battista e Cardoni spendono troppe energie in un ruolo, quello del centrocampista di fascia, che non è il loro?
ARRIGONI E BARBERINI – Vero, spesso si trovano a fronteggiare tre avversari (quasi tutto giocano col 4-3-3 o 3-5-2), e questo è il bello del calcio, la coperta se si allunga da qualche parte, si accorcia in altre. Sono due giocatori che prediligono il possesso palla, Arrigoni è un fuoriclasse per la categoria. Manca, però, un medianaccio, oppure, e torniamo al 4-4-2, il centrale deputato all’inserimento offensivo per creare densità quando l’azione arriva da una delle due fasce. Non è un caso che il palo colpito da Barberini sia arrivato proprio nell’unica, forse, occasione di inserimento del centrocampista, con movimento accentrato di Battista che ha creato una situazione di momentanea superiorità numerica.
Tornando all’esempio di Colantuono, questo era il ruolo che svolgeva Gennaro Del Vecchio. Nella Samb c’è Simone Paolini, che sembra recuperato a livello fisico, con caratteristiche simili (forse meno fisico ma più tecnico). Ma, certo, con due esterni molto offensivi una mediana Arrigoni-Paolini rischia di squilibrare davvero il centrocampo.
CAMBIO MODULO? – Molti tifosi, dunque, pensano che modificando l’assetto l’auto-Samb possa diventare dirompente. C’è da scartare un ipotetico 3-5-2, proprio perché a quel punto per gli esterni sarebbe ancora più complicato coprire tutta la fascia. E il ritorno al 4-3-3 (o 4-2-3-1)? Bisognerebbe sacrificare in partenza uno tra Battista e Alessandro (Romairone). La società inoltre ha fatto uno sforzo finale per regalare a Lauro il quarto attaccante di peso (Martiniello), e tenerne ben tre in panchina rischia di apparire sprecato.
Ovviamente con questo modulo Paolini sarebbe l’uomo che galleggerebbe tra mediana e attacco, o, nell’occorrenza, uno tra Romairone e Alessandro, però entrambi più portati a giocare a ridosso del centravanti.
LE PAROLE DI LAURO – A fine gara l’allenatore rossoblù ha usato delle parole anche abbastanza forti verso i suoi calciatori. Solitamente pacato, la sferzata di Lauro sta suscitando molti commenti tra i tifosi. Si tenga presente un dettaglio: il gol del 2-2 è arrivato con una azione che ha visto protagonisti Scimia (più volte intervenuto), Paolini, Alessandro e Lonardo: ovvero i quattro giocatori entrati nella ripresa.
SPETTATORI – Continua la “febbre” dei tifosi sambenedettesi, coi biglietti di Curva Nord terminati dopo appena tre ore dall’avvio della prevendita di lunedì per la sfida contro il Riccione, domenica prossima. Intanto, assente la Serie B per la sosta delle nazionali, il pubblico del “Riviera” sfiora il podio per le presenze registrate nel fine settimana tra serie C e D. Si ringrazia per la collaborazione Francesco Fabiano.
1 – Cesena-Sestri Levante 9.369
2 – Vicenza-Renate 8.207
3 – Spal-Fermana 6.320
4 – Samb-Fossombrone 6.084 (Serie D)
5 – Foggia-Brindisi 5.093
6 – Trapani-Locri 5.030 (D)
7 – Benevento-Picerno 4.919
8 – Pescara-Vis Pesaro 4.116
9 – Livorno-Tau Altopascio 3.588 (D)
10 – Casertana-Avellino 3.500
COPPA ITALIA – La Samb mercoledì sarà impegnata a Fano per la Coppa Italia di Serie D: sarà l’occasione per far giocare chi fino a ora ha avuto meno spazio.
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