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Aria di protesta nella Sanità privata: i lavoratori denunciano contratti fermi a 12 anni fa e carenza di personale

FARI puntati su "Villa San Giuseppe" di Ascoli, dove Nursind, Ugl Salute e Cisal hanno indetto lo stato di agitazione, e la Rsa "San Giuseppe" di San Benedetto. Qui è la Cgil ad appoggiare la protesta degli oss, «sottodimensionati per una struttura che ospita quasi 100 anziani ed un centro diurno»
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C’è aria di protesta nella Sanità privata picena in due strutture picene: la casa di cura “Villa San Giuseppe” di Ascoli e la Rsa “San Giuseppe” di San Benedetto.

 

A puntare i fari sulla struttura ascolana sono i sindacalisti di Nurisnd, Ugl Salute e Cisal, denunciando il mancato rinnovo del contratto, fermo al 2012.

 

«In un periodo caratterizzato da inflazione e con il carrello della spesa in costante crescita, il fatto che il contratto collettivo sia scaduto da ormai dodici anni, sta mettendo al palo le buste paga dei lavoratori della Sanità Privata (Aris). Il disagio economico delle famiglie cresce, ed è giunto il momento di intraprendere azioni sindacali risolute per recuperare il differenziale economico perso e garantire un salario dignitoso.

 

Ugl Salute, Nursind e Cisal hanno tenuto assemblee aziendali e sono state coinvolte in vari incontri con la direzione della Residenza Religiosa. Questi incontri avevano l’obiettivo di discutere l’introduzione del ticket pasto, con l’obiettivo di alleviare il disagio economico dei lavoratori, e la revisione di disposizioni interne che gravano sul personale infermieristico e sanitario. Abbiamo sollecitato un maggiore impegno da parte della struttura sanitaria privata nei confronti dei lavoratori, che sono già stati pesantemente penalizzati da un indegno blocco contrattuale protrattosi per dodici anni.

 

La risposta della direzione  è stata, purtroppo, negativa. Pertanto abbiamo proclamato lo stato di agitazione, che passerà attraverso l’incontro in Prefettura che abbiamo già richiesto. Riteniamo che sia essenziale trovare una soluzione all’attuale, inaccettabile, situazione contrattuale».

 

Nella Rsa di San Benedetto a sollevare la protesta è la Cgil che in una nota riferisce: «Nonostante le nostre richieste, a distanza di mesi dalle prime segnalazioni mosse al gruppo Kos Care, gestore della Rsa, ed alle istituzioni competenti, come il sindaco di San Benedetto, la Regione e l’Ast, a tutt’oggi nessuno si è espresso tentando di fare luce alle gravissime condizioni di carenza di personale presso la Residenza Sanitaria Assistenziale San Giuseppe di San Benedetto.

 

Come lamentiamo ormai da mesi, gli operatori socio sanitari continuano ad essere sottodimensionati rispetto alle esigenze della struttura che ospita quasi 100 anziani oltre ad un centro diurno.

 

Mentre tuttavia, in passato, il gruppo si giustificava parlando di assenteismo al di sopra della media da parte dei lavoratori e di non trovare personale da assumere per le sostituzioni, scaricando in questo modo la responsabilità sui lavoratori stessi, oggi Kos Care ha cambiato strategia oltre che contratto (leggi qui) ed il risultato è anche peggio: pur di mantenere basso il rapporto operatori/pazienti che continua a prevedere 8 o addirittura 7 oss per una Rsa di 5 piani con capienza di 95 ospiti, i lavoratori vengono messi a riposo d’ufficio, viste le esorbitanti ore accumulate negli anni, senza possibilità di implementare gli operatori in turno».


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