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La Quintana torna a Milano a 43 anni dalla storica esibizione allo stadio San Siro e ad 8 dall’Expo

ASCOLI - Una delegazione di venticinque figuranti sarà protagonista il 18 novembre per lanciare il Settantennale della rievocazione che cade nel 2024. Ripercorriamo i due precedenti del 1980 e del 2015. Il primo legato ad una irripetibile impresa dell'Ascoli Calcio. Il secondo dopo le polemiche tra la Regione Marche e l'allora sindaco Guido Castelli
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di Andrea Ferretti

 

La Quintana di Ascoli torna a Milano. Lo fa a distanza di otto anni dal blitz dell’Expo 2015 e ad oltre 43 anni dalla storica trasferta (quando ancora si chiamavano giustamente così) che vide colori e suoni della rievocazione presenti in Piazza Duomo e poi allo stadio San Siro, che proprio quell’anno venne intitolato a Giuseppe Meazza. Era l’anno in cui l’Inter vinse il suo dodicesimo scudetto con Eugenio Bersellini in panchina, l’allenatore che dopo qualche anno avrebbe allenato l’Ascoli di Costantino Rozzi.

 

Ma torniamo alla Quintana, che sabato 18 novembre sarà a Milano per lanciare il suo Settantennale che cade nel 2024. Una quarantina furono i figuranti presenti nel 2015 all’inaugurazione del padiglione Marche all’Expo. Più del doppio quelli che presero parte alla spedizione del 1980 quando ancora internet e social erano parole sconosciute e la rete era quella da pesca. A capo della spedizione c’era il mitico Enrico “Rirì” Angelini Marinucci, a quel tempo mossiere della Quintana dopo essere stato l’aiutante provveditore di campo di Giulio Franchi nei primi anni della rievocazione.

 

Dopo un breve prologo a Piazza Duomo, il clou a San Siro in un a giorno storico per le due squadre in campo. Prima del fischio d’inizio, con i giocatori già nel sottopassaggio, al centro del rettangolo verde si esibirono sbandieratori e musici. Per i quintanari fu una emozione unica, irripetibile considerato il numero degli spettatori sugli spalti, oltre 80.000, ben superiore sia a quanto era avvenuto nell’edizione olimpica di Roma q960 che poi all’Expo 1967 di Montreal in Canada. Quella presenza fu motivo d’orgoglio anche per i tifosi bianconeri vicini alla squadra anche in quell’ultima uscita di campionato.

 

Era l’11 maggio 1980, domenica, ultimo atto del campionato di A 1979-1980. L’Inter aveva matematicamente vinto lo scudetto per cui quello era il giorno della grande festa nerazzurra, con la squadra che fece il giro del campo con il bandierone tricolore. A rovinare la festa all’Inter di pensò l’Ascoli di Giovan Battista Fabbri che vinse (2-4) chiudendo in una posizione di classifica ineguagliabile per il Picchio: 4° posto e Coppa Uefa sfuggita di un niente. Erano le regole di allora, oggi con il quarto posto disputi la Champions.

 

Dal 1980 al 2015 il salto è lungo. Ma il salto rischiò di finir male perchè la Regione Marche, allora presieduta da Gian Mario Spacca, mesi prima di “Milano Expo” tra le peculiarità regionali da presentare alla più grande vetrina mondiale, ne scelse una per provincia: Tipicità per Fermo, Macerata Opera Festival per Macerata, Cavalcata Endurance (!?) per Ancona, Rossini Opera Festival per Fermo. E Ascoli? Per quanto riguarda il Piceno la scelta ricadde su “Anghiò”, il festival del pesce azzurro di San Benedetto. Apriti cielo.

 

L’allora sindaco di Ascoli, Guido Castelli – quando ancora i colori di Regione e Comune di Ascoli erano diversi – andò su tutte le furie e ne fece una specie di crociata. La scelta, in effetti, non fu felicissima. «Per la nostra provincia come manifestazione non è stata individuata la Quintana o altri eventi di rilievo turistico o culturale – tuonò l’attuale commissario per la Ricostruzione – ma niente di meno che la fiera del pesce azzurro di San Benedetto. Il presidente Spacca preferisce le sardelle alla Quintana di Ascoli. Tutto questo mentre l’Enit sceglie la piazza di Ascoli e una delle più belle città del mondo per promuovere Expo 2015 in tutto il mondo». Evvai.

 

Alla fine, però, la Quintana fu presente, proprio davanti agli occhi di Spacca e del suo esecutivo, i occasione dell’inaugurazione del padiglione delle Marche. Castelli, nella doppia veste di sindaco e Magnifico Messere, c’era eccome. Con lui anche il presidente del Consiglio degli Anziani della Quintana Massimo Massetti, il coreografo Gigi Morganti (predecessore dell’attuale Mirko Isopi), il mossiere Pino Di Teodoro, il Capitano del Popolo Giuliano Giorgi. In tutto una quarantina di figuranti.

 

All’Expo, vetrina assoluta che fa gola a tutti, trovò spazio anche alla Federazione italiana sbandieratori (Fisb), che fu presente proponendo una esibizione alla quale parteciparono anche alcuni sbandieratori, tamburini e chiarine dei Sestieri della Quintana.

 

Archiviati Expo e vecchie ruggini politico-campanilistiche, stavolta spazio alla Quintana e basta, che sarà a Milano il 18 novembre con venticinque figuranti per un mini corteo che sarà aperto dal gonfalone della Quintana. A seguire capitani, guardie nere, armati, arcieri, dama, coppia nobile, tamburini, chiarine, sbandieratori. A mettere a punto la formazione ci sta pensando il coreografo Mirko Isopi che si avvale come sempre della collaborazione dei maestri dei musici David Paolini, degli sbandieratori Emidio Manfroni, d’arceria Raimondo Cipollini.

 

Per la delegazione quintanara a Milano spazio a foto e video promozionali, la partecipazione ad un evento che il sindaco Marco Fioravanti dovrebbe svelare nei prossimi giorni, poi tutti a nanna per ripartire il giorno dopo, domenica 19 novembre.

 

La Quintana di Ascoli a “Milano Expo 2015”


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