L’incidente sul lavoro accaduto nel pomeriggio di ieri, 25 ottobre, alla “Pro Marche” di Porto d’Ascoli di San Benedetto, ha subito destato l’attenzione dei sindacalisti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e della Usb di Ascoli.
«Il primo pensiero, come organizzazioni sindacali – si legge nella nota di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – lo indirizziamo alla lavoratrice coinvolta, a cui esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Per quello che sarà possibile, ci troverà da subito a sua disposizione per tutto il sostegno e l’assistenza di cui avrà eventualmente necessità nei prossimi mesi.
Non è chiara la dinamica che ha portato all’incidente e siamo assolutamente consapevoli che vi sarà da comprendere e approfondire l’accaduto, ma dover leggere di episodi di infortuni sul lavoro come questo è davvero preoccupante.
La sicurezza di lavoratori e lavoratrici deve essere la priorità assoluta per tutti, sempre.
Abbiamo un tavolo aperto di trattativa con l’azienda per il contratto aziendale, e ci prenderemo l’impegno di porre queste problematiche anche in quella sede perché c’è bisogno evidentemente di maggiore prevenzione, consapevolezza, e un lavoro da portare avanti insieme per prevenire episodi come questo».
Ferma condanna per l’accaduto, da parte di Usb che scrive: «Fatto inaccettabile poiché, nonostante le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro siano molto stringenti, si continua ad assistere a questi incresciosi episodi.
Nell’esprimere vicinanza e solidarietà alla lavoratrice coinvolta in questo serio infortunio, Usb chiede agli organi competenti di svolgere sino in fondo tutti gli accertamenti necessari al fine ricostruire nei minimi dettagli l’accaduto accertando e sanzionando eventuali responsabilità.
In tema di responsabilità, si sottolinea che da alcuni mesi UsbB sta raccogliendo le firme a livello nazionale per un legge di iniziativa popolare per l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravissime e gravi ai danni di lavoratrici e lavoratori, quale unico deterrente per tentare di ridurre gli infortuni mortali o gravissimi che continuano ad accadere sul territorio nazionale rispetto ai quali, i responsabili, quando accertati, non subiscono pene proporzionate ai danni causati».
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