Il sindaco Marco Fioravanti, alcuni assessori e consiglieri comunali, il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli e diverse autorità hanno partecipato oggi, lunedì 30 ottobre, ad Ascoli all’inaugurazione della scuola “Don Giussani”, nel quartiere di Monticelli. Una data scelta non a caso quella per il taglio del nastro: 30 ottobre, a sette anni esatti dalle terribili scosse del 30 ottobre 2016.
«Una nuova luce» ha detto Fioravanti presentando i lavori effettuati presso l’Istituto scolastico «che ora è sismicamente adeguato, con aule innovative e all’avanguardia, in cui si formeranno, cresceranno e svilupperanno le loro competenze tanti ragazzi del nostro territorio. Tutto questo – ha aggiunto – grazie a uno straordinario lavoro di squadra: il 30 ottobre diventa un giorno di rinascita».
Gli ha fatto eco Castelli: «E’ una vera gioia aver partecipato, soprattutto sono felice per i circa 280 studenti dell’Istituto che, al termine dei lavori di adeguamento sismico, possono rientrare nelle loro classi in sicurezza. Alla vicenda della Don Giussani sono particolarmente legato dal momento che qui i lavori cominciarono quando ero sindaco. Fu la prima sfida del post-sisma che affrontammo al fine di dare una risposta efficace per questa scuola che si trova nel quartiere più popoloso di Ascoli. Un’attenzione che è poi proseguita quando sono diventato assessore alla Ricostruzione della Regione con l’approvazione della “Ordinanza speciale “Ascoli” che ha consentito di destinare un finanziamento complessivo di 36 milioni di euro per undici Istituti scolastici della città, tra i quali anche questa che per i lavori ha usufruito di 5 milioni e 150mila euro. Il risultato frutto del lavoro sinergico svolto nel corso di questi anni con il sindaco Fioravanti e l’Ufficio Speciale Ricostruzione».
Dopo il terremoto del 24 agosto 2016, a distanza di due mesi arrivarono le scosse del 30 ottobre. «Un evento sismico che l’Ingv definì come quello di Amatrice-Visso-Norcia per indicare la vasta area: 8.000 chilometri per un totale di 600.000 abitanti e 27 miliardi di euro di danni. Tra il 26 e il 30 ottobre le distruzioni si moltiplicarono. In questi sette anni abbiamo dovuto registrare troppe false partenze nel percorso della ricostruzione. Ora mi sembra giusto segnare, in questo anniversario, l’avvio di un sensibile cambio di passo.
Ci sono alcuni episodi di questi ultimi mesi cui dobbiamo guardare con fiducia. A partire da Norcia, dal recupero della Basilica di San Benedetto, simbolo del terremoto del 30 ottobre 2016, che oggi diventa simbolo della ricostruzione in atto. I lavori – spiega – saranno ancora lunghi, ma oggi sarà possibile assistere alla celebrazione della messa che avverrà all’interno della “casa” del Patrono d’Europa. Per restituire a Norcia e al mondo la basilica di San Benedetto sono stati stanziati complessivamente 15 milioni dallo Statoe e dall’Unione Europeae, più importanti integrazioni assicurate dall’Eni. La rigenerazione del territorio, oltre alla ricostruzione materiale, ha bisogno di simboli. Non solo a Norcia dove oggi sono stati inaugurati alcuni opifici che ospitano sette attività produttive. La cultura deve accompagnare la rinascita di questi luoghi. Così come le scuole, devono tornare a essere frequentate dai nostri figli: l’adeguamento sismico della “Don Giussani” ad Ascoli, il finanziamento di oltre 8,5 milioni per la “Don Milani” di Pizzoli (L’Aquila), il complesso di Santa Maria di Piazza a Mogliano di Macerata.
Ci sono ancora lavori per almeno 9 miliardi per la ricostruzione pubblica e almeno 11 miliardi per quella privata. Ci sono ancora troppe persone, circa 30.000, che vivono fuori dalle loro case e questo non ci può rendere tranquilli. Ma anche sul fronte dalla ricostruzione privata devo segnalare che nel solo mese di ottobre sono stati liquidati 135 milioni di euro per i lavori eseguiti».
SBLOCCARE IL 110% – Il percorso di ricostruzione nell’area del cratere ha dovuto e deve fare i conti con alcune contingenze avverse. Il “caso del 110%” ha distolto molte imprese dall’attività nei 138 Comuni colpiti dal sisma 2016, e chi ha lavorato oggi si trova a dover registrare una difficoltà nella liquidazione delle competenze. Ci sono 700 milioni di euro da sbloccare per ridare ossigeno alla ricostruzione.
«L’assenza di un plafond finanziario rischia di compromettere molte attività di recupero edilizio in corso – spiega Castelli – e per questo ci stiamo adoperando per poter aggiungere al contributo sisma anche il contributo del 110% che sarà attivo nelle zone del cratere per tutto il 2025. E sono fiducioso – la conclusione del commissario – che molti crediti possano essere sbloccati, secondo le modalità che hanno potuto farci raggiungere un accordo con Mps per rimettere in circolo, questa estate, 200 milioni di euro per le imprese attive. Oltre alla ricostruzione continuano le azioni per assicurare una rigenerazione del tessuto sociale ed economico del territorio ferito dal sisma. Il progetto NextAppennino ha finanziato finora circa 400 milioni di euro per più di 1.300 imprese generando investimenti di oltre 760 milioni».
Castelli ha infine ricordato che Papa Francesco, da lui incontrato alcuni giorni fa in udienza privata, ha annunciato per il 24 novembre a Roma un’udienza speciale e straordinaria per tutti i fedeli e i residenti dell’area colpita dal sisma.
Il sindaco Fioravanti e il commissario Castelli al taglio del nastro
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