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Fisco, lavoro, pensioni: venerdì 17 Cigl e Uil in corteo sotto le cento torri

ASCOLI - Aderendo allo sciopero indetto per il Centro Italia, le due sigle sindacali promuovono una mobilitazione che, a partire dalle ore 10, coinvolgerà i manifestanti per le vie del centro storico, con arrivo previsto alle 11 circa in piazza Ventidio Basso. Preoccupano i dati relativi all’occupazione nel Piceno, con una netta predominanza del precariato e degli ammortizzatori sociali. Grande attenzione per i temi caldi della politica e dell’economia, senza dimenticare la tutela del Servizio sanitario nazionale e le politiche industriali e dell’accoglienza
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di Federico Ameli

 

Mancano ormai poco più di 24 ore allo sciopero generale indetto da Cgil e Uisl che, nella giornata di venerdì 17 novembre, coinvolgerà su base provinciale il Centro Italia e tutti i settori del pubblico impiego, per i quali è stata proclamata una mobilitazione su scala nazionale.

Barbara Nicolai e Floriano Canali

 

Pronti a scendere in piazza contro la manovra finanziaria del Governo Meloni cittadini, lavoratori e pensionati che, con il coordinamento delle delegazioni provinciali delle due sigle sindacali, promettono di affollare il centro storico di Ascoli in una mattinata di protesta su alcuni temi cardine per la collettività: lavoro, fisco, giovani, pensioni, stato sociale, salute e sicurezza, politiche industriali e per l’accoglienza.

 

«L’aumento dei salari e dei redditi è una delle nostre parole d’ordine – afferma Barbara Nicolai, segretario generale Cgil Ascoli – L’obiettivo è estendere i diritti del cittadino e contrastare una legge di bilancio che non dà futuro ai giovani. Pensiamo che un’altra politica economica sociale non solo sia possibile, ma anche necessaria e urgente per far fronte al problema della povertà dilagante che colpisce in primis chi non ha un’occupazione, ma purtroppo anche chi lavora.

 

Il Governo, infatti, continua a parlare dell’aumento del Pil e del tasso di occupazione in crescita, ma la questione più preoccupante riguarda la qualità del lavoro, le tipologie dei contratti che si stipulano e i conseguenti livelli di reddito».

 

UN PICENO “FRAGILE” – Come evidenziato dalla Nicolai, i dati fotografano una situazione tutt’altro che rosea per la nostra provincia, fanalino di coda in ambito regionale per redditi e pensioni.

 

Nel 2022, inoltre, le domande di ammortizzatore sociale sono salite di oltre 8.000 unità rispetto all’annualità precedente, con una detta predominanza della componente femminile con oltre 5.200 richieste.

 

A preoccupare, in questo senso, sono anche le statistiche relative al lavoro precario (tempo determinato, part-time, lavoro in somministrazione e a chiamata), che nel nostro territorio guadagna – purtroppo – sempre più consensi a scapito dei contratti stabili e riguarda principalmente le donne, con salari annuali di circa 9.000 euro per un part-time e 1.800 per i contratti intermittenti. Cifre evidentemente irrisorie rispetto alla spirale inflazionistica che da diversi mesi si è abbattuta sulle tasche degli ascolani e non solo.

 

«La nostra è una provincia fragile per via delle ripercussioni del sisma e della pandemia sulla nostra quotidianità – prosegue Nicolai – Questa fragilità risulta inoltre amplificata se teniamo conto che la provincia di Ascoli si trova al confine con una regione, l’Abruzzo, che molto spesso beneficia delle agevolazioni riservate al Mezzogiorno.

 

Il saldo naturale demografico nel decennio 2011-2021è pari a -1477 abitanti, un dato a cui si abbinano inevitabilmente le problematiche dello spopolamento, dell’impoverimento e dell’invecchiamento, in un susseguirsi di criticità che complica evidentemente le prospettive del nostro territorio. Non può essere il bonus figli o natalità a risolvere questo problema, ma l’opportunità di lavorare bene affiancata a servizi pubblici efficienti».

 

LA PROTESTA – Di fronte a una situazione di per sé preoccupante, le soluzioni prospettate dal Governo Meloni non convincono affatto i rappresentanti nazionali e locali di Cgil e Uil, che per questa ragione hanno scelto di scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso di fronte alle mancate risposte sul fronte dell’emergenza salariale, all’indebolimento del sistema sanitario nazionale, alle limitazioni previdenziali, ai tagli alle politiche sociali, alla mancata tassazione sugli extraprofitti e alla mancanza di politiche industriali, temi cardine della protesta condotta dalle due sigle sindacali.

 

«Il lavoro, il fisco e la previdenza sono temi fondamentali per noi e la cittadinanza – afferma Floriano Canali, segretario provinciale di Uil – Non è, peraltro, una questione di destra o sinistra, dato che per le stesse ragioni abbiamo protestato anche contro il Governo Draghi.

 

I dati sulla sicurezza del lavoro sono estremamente preoccupanti: nelle Marche, da gennaio ad oggi, sono stati registrati 12.500 infortuni e 19 morti. Ci aspettavamo più risorse sul fronte pensioni per la non autosufficienza, così come nulla è stato fatto per i lavori usuranti ed è stato perfino confermato il peggioramento del bonus donna e del sistema di ricalcolo di Quota 103.

 

“Adesso basta” è lo slogan giusto, non per noi quanto per le nuove generazioni. A differenza di quanto sostenuto da qualcuno, le ragioni dello sciopero ci sono tutte. Nonostante le avversità – conclude – non molliamo e continueremo a rappresentare i lavoratori di fronte a una situazione che penalizza la collettività».

 

IL CORTEO – Nella mattinata di venerdì 17 novembre, dunque, i manifestanti si ritroveranno ad Ascoli, in piazza Roma, alle 10. A quel punto, il corteo sfilerà per le vie del centro storico fino all’arrivo previsto per le 11 circa in piazza Ventidio Basso. Al fianco di Cgil e Uil anche la Rete degli Studenti Medi (“Robin Hood” e “La Fenice”), che nell’occasione celebrerà la Giornata internazionale dello studente.

 

«Gli interventi a favore di lavoratori e pensionati devono essere strutturali – ribadisce Barbara Nicolai – Se non c’è una strategia non possono esserci neppure lavoro di qualità e retribuzioni dignitose. C’è bisogno di risorse, che vanno trovate in una riforma del fisco che non può discriminare a seconda dei redditi con la flat tax, bensì combattere l’evasione fiscale e provvedere a un’equa redistribuzione arrivando anche alla tassazione dei grandi patrimoni, come previsto dalla nostra Costituzione.

 

Ci troviamo di fronte a un impoverimento generale, con un’inflazione quasi al 17%. Occorrono risorse dedicate e non distribuite a pioggia, che vadano a premiare le realtà che investono in innovazione ricerca e qualità del lavoro, altrimenti il rischio è di un continuo declino.

 

Per quanto riguarda le pensioni, invece, le previsioni sembrano incidere pesantemente sui requisiti della legge Monti-Fornero, peggiorandoli notevolmente.

 

Questo sciopero di 8 ore – conclude – giunge al termine attività capillare di informazione e diffusione che ci ha visto impegnati in più di100 assemblee sui luoghi di lavoro e nei mercati. Uno sciopero nazionale richiede un sacrificio ai lavoratori e ai cittadini, che se aderiscono non lo fanno certo per il weekend lungo, ma perché pensiamo che possano essere adottate scelte differenti per dare un futuro al nostro Paese».

 

Lo sciopero generale del 17 novembre: nel Piceno sette incontri preparatori di Cgil e Uil


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