di Federico Ameli
«Sono particolarmente emozionato nel presentare l’atto più importante del mio mandato». Non usa mezzi termini il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, nel presentare il primo “Piano Città” degli immobili pubblici proposto dall’Agenzia del Demanio, che nella mattinata di oggi, giovedì 11 novembre, ha fatto il suo debutto ufficiale sotto le cento torri.
In piena condivisione con il Demanio, la Regione Marche, la struttura commissariale e i due atenei presenti in città – la Politecnica delle Marche e l’Università di Camerino – l’Arengo ha infatti adottato un nuovo modello di valorizzazione del territorio, volto a definire la strategia urbana da mettere in campo negli anni a venire per ottimizzare l’utilizzo del patrimonio immobiliare cittadino in relazione alle esigenze della comunità.
In altre parole, attraverso l’adozione di un Piano Città che dovrà idealmente rappresentare un modello per il rilancio dei borghi colpiti dal sisma, il Comune di Ascoli intende definire i punti fermi dello sviluppo urbano da qui agli anni a venire, individuando delle soluzioni di rigenerazione e riuso degli immobili pubblici per massimizzare l’efficienza dei servizi, valorizzare il patrimonio culturale, rimuovere fattori di degrado e ottimizzare l’uso del suolo in città.
«Immaginare, pianificare e costruire la città del futuro è uno dei compiti più nobili e difficili di un amministratore pubblico – afferma Fioravanti, che già nel Consiglio comunale di ieri pomeriggio aveva avuto modo di introdurre il tema – Il “Piano Città” è uno strumento che unisce la rigenerazione urbana al turismo, l’ascolto del territorio alla sostenibilità, nell’ottica di dare impulso alle zone colpite dal sisma anche sotto il profilo economico.
Si tratta di un grande piano che vuole disegnare l’Ascoli che verrà, il primo proposto dal demanio, un segno importante del fatto che Ascoli potrà rappresentare un disegno economico alternativo ai grandi centri urbani. La nostra città si dota di una visione da qui ai prossimi 15 anni grazie a un protocollo complesso dal punto di vista tecnico-politico, nel quale rientrano interventi già realizzati, in fase di realizzazione, quelli che partiranno entro marzo 2024 e quelli ancora da progettare per essere realizzati in seguito.
Comunichiamo al mondo dove vogliamo arrivare, consegnando alla Nazione la possibilità di immaginare come saremo tra qualche anno. Possiamo contare su molti finanziamenti del Pnrr e del sisma, ma il grande rischio è ritrovarci, tra 5 anni, con case scuole e chiese nuove, ma vuote.
Per questa ragione – spiega – abbiamo messo in campo un progetto immateriale, partendo dalla partecipazione popolare per immaginare l’Ascoli del futuro».
Come illustrato da Fioravanti, il nuovo Piano Città fa della dinamicità e della flessibilità il proprio punto di forza, con la possibilità di essere rimodellato per adeguarsi alle esigenze che eventualmente emergeranno da qui ai prossimi mesi.
Nel frattempo, in questa prima fase sono stati individuati una serie di immobili di proprietà statale e comunale ai quali, un domani, potranno aggiungersi anche beni di altri enti pubblici. Tra quelli più significativi spiccano indubbiamente l’area dell’Ex Carbon – attualmente di proprietà della società Restart, di cui una parte tornerà al Comune a seguito dell’intervento di bonifica – Palazzo Colucci con il giardino e l’ex caserma Umberto di proprietà dello Stato, l’area Castagneti, il fabbricato ex Dispensario e l’area del mercato ortofrutticolo di proprietà del Comune.
Inoltre, tra le vie e piazze di proprietà comunale e in parte di proprietà statale, sono stati individuati alcuni punti di interesse – piazza Roma, l’asse viario di via XX Settembre, piazza Arringo, piazza della Viola, via Pretoriana, il largo urbano davanti al Teatro Filarmonici, l’area retrostante l’Istituto musicale Spontini e piazza Giacomini – al fine di realizzare un piano urbano della mobilità sostenibile con una nuova organizzazione degli spazi, nell’ambito della quale sarà possibile intervenire in una strategia integrata e non attraverso singoli interventi.
«Il Piano Città degli immobili pubblici è un “sistema” per connettere intorno ai beni dello Stato la vita della città – afferma Alessandra dal Verme, direttore dell’Agenzia del Demanio – Lo sviluppo di una città è dato da elementi che si intersecano. L’obiettivo è valorizzare i beni dello Stato, renderli più efficienti, autonomi dal punto di vista energetico, più sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale, restituendo alla collettività beni fruibili, che creino connessioni, integrazioni di servizi e luoghi di socializzazione.
Oggi è solo l’inizio di un percorso di riqualificazione che apre allo sviluppo di Ascoli, un punto di partenza con una visione urbana innovativa per rendere la città sempre più attrattiva per i giovani, i turisti, l’imprenditoria, in un’occasione unica per le aree duramente colpite dal sisma».
Presenti all’incontro di presentazione anche il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Emanuele Prisco, il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia Albano, il rettore di Univpm Gian Luca Gregori e il collega di Unicam Graziano Leoni, uniti nell’affiancare il Comune di Ascoli nella sfida della programmazione.
«Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso l’Agenzia del Demanio, sta attuando una serie di interventi incentrati non più esclusivamente sul singolo immobile ma sulla realizzazione di una strategia di sviluppo urbano che guardi al medio-lungo periodo – commenta Lucia Albano – La grande operazione di valorizzazione del patrimonio pubblico presentata oggi ha una valenza, oltre che economica, ambientale e sociale e rappresenta un ottimo esempio di collaborazione tra Stato ed enti territoriali».
«La sottoscrizione di questo Piano fa seguito alla firma dell’accordo interistituzionale che, prima dell’estate, la struttura commissariale ha siglato con l’Agenzia del Demanio – aggiunge il commissario per la Ricostruzione post sisma Guido Castelli, intervenuto in collegamento da Roma – Il Piano che oggi abbiamo sottoscritto rappresenta la prima concreta attuazione di una strategia in cui la ricostruzione si integra all’interno di un progetto più ampio di ridefinizione delle funzioni urbane della città. Non posso nascondere la soddisfazione nel vedere la mia città protagonista di questa sperimentazione basata sulla riorganizzazione del patrimonio immobiliare pubblico».
Nel corso della presentazione del nuovo Piano Città, il sindaco Fioravanti ha anticipato alcune delle novità previste dall’accordo di collaborazione istituzionale siglato tra l’Agenzia del Demanio e il Comune di Ascoli Piceno per soddisfare le esigenze delle Pubbliche Amministrazioni e garantire una riorganizzazione delle sedi, in linea con il nuovo indirizzo di sviluppo urbanistico.
In particolare, il primo cittadino ha ribadito la volontà – già espressa in Consiglio – di dare nuova vita agli spazi di Palazzo Colucci aprendo le porte alla Soprintendenza Marche Sud e a nuove residenze universitarie in grado di attirare nuovi studenti e professionalità sotto le cento torri, confermando parallelamente l’intenzione di mettere a disposizione il mercato scoperto in prossimità del mattatoio comunale per la realizzazione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco.
A proposito di nuove sedi, Fioravanti ha colto l’occasione per annunciare anche l’imminente apertura di un tavolo tecnico permanente per valutare la possibilità di trasferire la caserma dei Carabinieri all’interno dell’area Carbon, in un punto potenzialmente strategico per l’Arma e lo sviluppo dell’area.
«Si tratta di un accordo che testimonia una visione unica, in grado di mettere ogni contenitore del territorio nelle condizioni di esprimersi al massimo delle proprie potenzialità – conferma il presidente regionale Francesco Acquaroli – Grazie a questa visione complessiva saremo in grado di fare la differenza in un territorio che purtroppo, per storia e conformazione, tende a dividere e a essere condizionato dal campanilismo.
Questo accordo dà prospettiva alla città e ai borghi e costituisce un pezzo importante del mosaico che cerchiamo di costruire. Se riusciremo a immaginare la funzione e il supporto che riusciamo a dare a ogni elemento cittadino, a cominciare dalle università, saremo in grado di definire già oggi se tra qualche anno saremo in grado di affrontare le sfide del futuro».
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