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Area Brancadoro, l’appello della minoranza: «Niente volumetrie, basta consumo di suolo»

SAN BENEDETTO - L'appello porta la firma del Comitato "Fermiamo il Consumo di Suolo, Rigeneriamo la Città", Legambiente, Cambia San Benedetto, Nos, Pd, Europa Verde, Psi, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e Movimento Cinque Stelle
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Il centrosinistra torna sulla questione Brancadoro

 

di Giuseppe Di Marco

 

No alla realizzazione di nuovi volumi all’area Brancadoro: è questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’appello presentata dalla minoranza di centrosinistra nella mattina del 18 novembre in sala consiliare.

 

A firmare l’appello sono stati referenti del Comitato “Fermiamo il Consumo di Suolo, Rigeneriamo la Città”, Legambiente, Cambia San Benedetto, Nos, Pd, Europa Verde, Psi, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e Movimento Cinque Stelle.

 

L'”alleanza” chiede che nell’eventuale valutazione del progetto edilizio che verrà presentato sull’area Brancadoro si tenga conto non solo della mera conformità alle previsioni di piano, ma soprattutto delle «imprescindibili ed irrinunciabili esigenze di salvaguardia di tutela dell’ambiente, della salubrità dell’aria, dell’intangibilità del paesaggio, di preservazione dal dissesto idrogeologico del nostro territorio», e quindi «di non approvare varianti urbanistiche o non adottare qualsiasi altro strumento di pianificazione urbanistica che comporti maggiore edificabilità, aumenti di volumetrie e ulteriore consumo di suolo nell’area Brancadoro».

 

Inoltre, se dovesse essere approvato un progetto, si chiede che tale assenso «sia comunque subordinato alla condizione che l’iniziativa non comporti impermeabilizzazione e sigillatura del suolo utilizzato». Infine, si fa appello all’Amministrazione affinché «promuova e attivi un intenso percorso partecipativo che garantisca il massimo grado di coinvolgimento e condivisione della cittadinanza su una scelta che appare essenziale e fondamentale per il futuro della nostra città».

 

Ad intervenire è stato, tra gli altri, Luca Spadoni: «Non è vero che se si presentano progetti conformi al piano regolatore non si può dire di no al privato. La pianificazione attiene al pubblico e non alle imprese, quindi la politica può e deve mantenere il proprio ruolo, che è quello di salvaguardare interessi prevalenti. Oltretutto il piano è stato approvato 30 anni fa, intanto la città è cambiata. Il maggiore interesse è la lotta al dissesto idrogeologico. Un’area verde libera gioca un ruolo fondamentale nel drenaggio delle acque. Spero si apra una discussione trasparente, noi valutiamo di mobilitarci».

 

Per il Pd ha parlato la segretaria Diana Palestini: «Oggi siamo in piena emergenza climatica e ambientale. Abbiamo una scarsissima progettazione per la salvaguardia dell’ambiente e la salute dei cittadini. In questo momento sta partendo il tavolo di lavoro per la redazione del Pums, ma come si può parlare di viabilità e non tenere conto di queste cose? Questa Amministrazione gira a vuoto sulle questioni importanti della città».

 

Paolo Canducci, dal canto suo, ha posto l’accento sulle scelte adottate finora da Viale De Gasperi: «Siamo costretti a fare questo percorso perché il Comune non ha acquistato l’area. Chi ci amministra ha avuto un’occasione d’oro e non l’ha sfruttata. Inoltre è in dirittura d’arrivo la legge regionale sull’urbanistica, e il Comune dovrà fare i conti anche con questa. La cosa buona è che attorno a questo documento ci siamo tutti, e speriamo che questo confronto possa essere esteso anche in altre questioni».


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