di Elena Minucci
Era il 18 aprile 2011, quando Melania Rea fu uccisa dal marito Salvatore Parolisi, allora caporalmaggiore del 235° Reggimento Piceno. Aveva 28 anni ed una figlia di 18 mesi.
Nella giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, a Folignano compare una targa, che recita: “In memoria di tutte le donne morte per mano violenta di chi diceva di amarle, perché le loro storie non affondino nel silenzio, ma risveglino coscienze e civiltà”.
A Melania Rea il Comune di Folignano ha voluto intitolare la targa, proprio oggi 25 novembre, ed inaugurare in suo nome una panchina rossa.
A Melania è stata dedicata anche e una passeggiata, in viale Firenze, a pochi passi dall’abitazione in cui viveva insieme a Salvatore e alla piccola Vittoria.
Centinaia di persone hanno voluto essere lì nonostante le temperature invernali. Presente anche la famiglia di Melania Rea, il fratello Michele, il papà Gennaro, lo zio, oltre al sindaco di Folignano Matteo Terrani, il legale dei Rea, l’avvocato Mauro Gionni, il dirigente scolastico Daniele Marini, il parroco don Joseph Katembwe e agli altri esponenti dell’amministrazione folignanese. Numerosi anche i bambini che hanno voluto dedicare alla giornata alcune letture.
«Tornare a qui a Folignano è sempre un’emozione – ha detto Michele Rea – qui abbiamo provato tante gioie ma anche dolore per quanto successo. Venire a Folignano è come venire a casa da Melania, anche se siamo consapevoli che lei non c’è più. Portiamo la nostra testimonianza: speriamo che possa essere d’aiuto a tutte quelle donne che non hanno il coraggio di denunciare e che possa essere da stimolo alle nuove generazioni».
«Se siamo qui oggi è per dire basta a ogni tipo di violenza – le parole del sindaco Matteo Terrani – abbiamo inaugurato una passeggiata, scoperto una targa e una panchina in ricordo di Melania Rea.
Lo abbiamo voluto fare oggi a distanza di anni, perché adesso i tempi sono maturi.
Al fianco del dolore c’è la maturità per poter ripartire. Questa panchina rappresenta non solo un omaggio a Melania ma un messaggio di affetto e stimolo per andare avanti. Ci sembrava doveroso esprimere il nostro affetto. Ringrazio i presenti ma soprattutto la famiglia che ha accettato l’invito per essere oggi qui».
«Oggi – ha affermato Mauro Gionni, avvocato della famiglia Rea – posso rivedere la famiglia di Melania con cui in questi anni ho stretto non solo un rapporto professionale ma anche di amicizia. All’epoca abbiamo dovuto combattere per un processo non facile. Nel 2011 era possibile richiedere il rito abbreviato per l’omicidio aggravato, oggi non c’è più questa norma.
Non è vero che l’aumento delle pene comporta sempre la riduzione dei reati, se così fosse nel 2018 avremmo avuto diminuzione dei delitti, invece non è così.
Bisogna intervenire perché il problema non riguarda solo la società fondata sul patriarcato e sul predominio maschile rispetto alle donne. Salvatore Parolisi non permetteva a Melania di avere dei soldi in tasca, non le era concesso di lavorare né di avere una macchina, nonostante i suoi genitori si fossero offerti di acquistarla. Una violenza morale che tutt’oggi dobbiamo superare».
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