Covid e influenza ormai a braccetto sotto la fastidiosa insegna “mali di stagione”: il punto con il dottor Claudio Angelini 

di Maria Nerina Galiè

Covid e influenza vanno ormai a braccetto sotto la fastidiosa insegna “mali di stagione”.

Il dottor Claudio Angelini

«Ci dobbiamo abituare alla coesistenza di entrambi i virus – afferma il dottor Claudio Angelini, direttore del Dipartimento di Prevenzione di Ast Ascoli – difficilissimo fare una diagnosi differenziata. I tamponi non si fanno praticamente più nelle strutture sanitarie, ma a casa. 

Il ceppo attualmente in circolazione, per almeno il 50% dei casi, si chiama “Eris” ed è molto contagioso. 

Stessi sintomi dell’influenza, nella maggior parte dei casi, effetti identici, meno gravi nelle persone “sane”, con risvolti più preoccupati nei soggetti fragili».

La stessa, per l’esperto, pure l’arma per evitare conseguenze spiacevoli, il vaccino: «In tanti – spiega – hanno fatto richiesta del vaccino contro l’influenza quest’anno, pochi per quello contro il Covid.

C’era da aspettarselo perché, non essendoci più la fase clou, ma nemmeno quella in cui il virus riempiva le terapie intensive e faceva contare tragico eventi, è venuta meno la percezione del rischio, che invece resta alto nelle persone immunodepresse o con altri problemi.

I medici di medicina generale giocano un ruolo importante nella scelta».

Secondo il direttore del Sisp (Servizio Igiene e Sanità pubblica) quindi entrambe le terapie preventive sono necessarie adesso che tutti e due i virus si stanno facendo largo insieme.

«Non è ancora arrivato il picco dell’influenza, atteso per gennaio, cioè dopo le Festività natalizie», sottolinea.

Ma, anche se il medico igienista non lo ammette perché non ci sono dati ufficiali a conforto – «la sorveglianza ora si fa solo sulla tipologia di virus, per aggiornare continuamente i vaccini», le sue parole – non siamo lontani dal picco del Covid.

Numerosi i cittadini infettati dal “mostro” che, ammettiamolo, non è più lo spauracchio o lo sconosciuto di due anni fa. Questo però non impedisce a tanti di dover fare ricorso al servizio emergenza e alle cure ospedaliere.

La centrale operativa del 118 di Ascoli risponde, in questi giorni, a diverse chiamate  di persone affette dal Covid e che hanno problemi di vario genere, da respiratorie a febbre persistente, fino alla perdita di sensi. Se alla chiamata non è sempre chiaro che si tratti di Covid, lo diventa dopo gli accertamenti.

Per fortuna tutto si risolve con qualche ora di ricovero, nella maggior parte dei casi, ed un aggiustamento della terapia. Qualcuno deve restare in ospedale un po’ di più, ma accade di rado.

«A livello nazionale – precisa il dottor Angelini – registriamo ancora circa 200 decessi per o con il Covid e l’occupazione del 5% delle terapie intensive. Ma si tratta sempre di pazienti con patologie pregresse o fragili».

Sono cambiati, da agosto, i protocolli per i contagiati Covid. Angelini: «Bisogna appellarsi al buon senso dei cittadini per contenere il contagio, prevalentemente atto a difendere i fragili.

Gli asintomatici possono circolare ma devono indossare la mascherina Ffp2, evitare ambienti affollati, lavarsi spesso le mani. Chi ha avuto i sintomi, non deve più attendere di negativizzarsi, ma è necessario l’utilizzo del dispositivo di protezione, come seguire tutte le altre regole.

E’ vero che con il diminuire dei sintomi scema anche la capacità infettante, ma non basta.

Se il virus c’è, si può trasmettere senza le opportune precauzioni».