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Ascoli, Viviano: «Siamo focalizzati sull’obiettivo salvezza, Castori persona di grande spessore umano»

SERIE B - A margine della seduta odierna di allenamento il portiere bianconero ha parlato in conferenza stampa: «A inizio stagione mi aspettavo un campionato con minori difficoltà. Sento un grande senso di responsabilità verso la piazza, mi ha colpito la passione. Dispiace per l’esonero di Viali, il nuovo mister ci chiede di più a livello fisico»
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di Salvatore Mastropietro

 

Prosegue in casa Ascoli la preparazione in vista del prossimo match di campionato, che vedrà i bianconeri di fronte alla seconda trasferta consecutiva. Stavolta sulla strada del Picchio c’è il Venezia, attuale capolista del torneo a pari merito con il Parma. Non sarà di certo un’impresa facile per gli uomini di mister Castori, che quest’oggi ha sottoposto i suoi ad una seduta mattutina di allenamento incentrata su attivazione, partite a tema e lavoro tattico difensivo. Ancora ai box Fabrizio Caligara, rimasto a riposo a causa di problemi muscolari lombari, dovuti a uno squilibrio posturale della colonna. Il centrocampista inizierà nei prossimi giorni un periodo di rieducazione motoria. Non sono ad oggi prevedibili i tempi di recupero.

 

Emiliano Viviano (foto Ascoli Calcio)

A margine della seduta odierna di allenamento si è tenuta la consueta conferenza stampa infrasettimanale. A presentarsi davanti ai microfoni della stampa è stato Emiliano Viviano, che in pochi mesi – anche per via del bagaglio esperienziale su cui può contare – si è imposto come uno dei punti di riferimento dello spogliatoio. Il portiere classe 1985 è partito parlando del momento della squadra e dell’avvicendamento Viali-Castori avvenuto ormai venti giorni fa: «Sappiamo che il campionato è lungo e molto particolare. Mi aspettavo meno difficoltà, ma ci sono state una serie di situazioni che ci hanno portato a questa posizione di classifica. Personalmente stimo molto Viali, mi è dispiaciuto per il suo esonero e sicuramente responsabili siamo anche noi. Per il resto non possiamo stare a fare tanti ragionamenti, servono i risultati.

 

(Foto Ascoli Calcio)

A Viali piaceva di più il palleggio, ma non in modo ossessivo. Si pensa che Castori giochi a pallonate, ma in realtà è un allenatore che vuole una squadra corta e sempre aggressiva sulla palla che sappia lavorare con gli attaccanti. C’è stato un bel cambiamento, ma già a Reggio si è visto qualcosa di buono. Secondo me dobbiamo migliorare a livello fisico, la richiesta di Castori è sicuramente pretenziosa. Adesso affrontiamo una squadra forte come il Venezia, ma noi dobbiamo avere la mentalità che si possano fare punti con tutti. Bisogna stare equilibrati, so che per i tifosi non è facile, l’importante è ragionare d’insieme e avere una coerenza in tutte le prestazioni. Il Venezia è una delle favorite del campionato, si tratta di una squadra molto attrezzata e ben allenata. Comunque non stiamo parlando del Manchester City, tutte le squadre hanno dei punti deboli».

 

Sulla condizione personale ed il cambiamento a livello di costruzione dal basso avvenuto con Castori: «L’infortunio a Reggio? Ho fatto una torsione strana con la schiena e mi sono impaurito, ma il dolore è passato dopo poco. Per me a livello di costruzione dal basso cambia molto, prima c’era più una ricerca del palleggio. E’ sicuramente più facile per me, con i rilanci più lunghi c’è un margine d’errore maggiore. Non si tratta comunque di buttare la palla a caso, ma di arrivare con maggiore intensità degli altri».

 

Viviano con alcuni giovani tifosi (foto Ascoli Calcio)

Viviano si è poi espresso sulla tifoseria bianconera e sul senso di responsabilità che la squadra deve avere nei confronti della città: «La tifoseria la conoscevo, ho giocato per la prima volta da avversario al Del Duca nel 2004. Erano comunque altri tempi a livello di atmosfera. Qui sono rimasto shockato dal senso di appartenenza, non incontri in giro neanche un bambino che non dica di tifare Ascoli. La passione è veramente tanta, personalmente lo sapevo ma non immaginavo fino a questo punto. Io la responsabilità l’ho sempre sentita fin dalla mia prima partita da professionista, sono stato un tifoso e me lo ricordo sempre. Nel mio caso a 38 anni se non avessi quel senso di responsabilità non sarei qua. Quando vedi 800 tifosi che si sono fatti 500 km di sabato pomeriggio è normale che ti senti anche in dovere verso chi ha tutta quella passione. Generalmente io non sono abituato a guardare alla classifica, poi si arriva ad un punto del campionato in cui sei obbligato a guardarla. Dobbiamo assolutamente fare punti, dopo il Venezia ci aspettano due partite in casa. Al “Del Duca” deve diventare più difficile per gli altri. Siamo mentalizzati sull’obiettivo salvezza, ma in Serie B è sempre tutto in divenire».

 

Chiosa finale sul rapporto con Davide Barosi e con mister Fabrizio Castori, che lo ha già allenato all’inizio della sua carriera da calciatore: «Davide secondo me ha fatto bene. Nel precampionato aveva avuto qualche difficoltà a causa delle richieste nuove. Secondo me nelle partite che ha giocato ha fatto il suo, sono contento di quanto ha fatto vedere. Con Castori ci siamo tenuti in contatto ogni tanto. Il mister è una persona con uno spessore umano notevole, ha valori importanti, ti vuole bene e ti sa far stare bene. Ha sempre vissuto per il calcio e dopo venti anni ho ritrovato la stessa persona, mossa sempre dallo stesso entusiasmo».


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