Era stato il “caso” di fine estate: la decisione della Capitaneria di Porto di San Benedetto, attorno al 20 settembre, di sanzionare gli stabilimenti balneari sprovvisti di servizio di salvataggio a mare, garantito come da legge regionale fino all’inizio del mese di settembre. Una decina i multati e gli altri, per non incorrere nelle sanzioni da mille euro, costretti a rimuovere le attrezzature con qualche giorno di anticipo.
Ne era seguito uno scontro anche a livello giuridico, con gli uffici legali delle associazioni di categoria che criticavano la scelta della Comandante della Capitaneria Alessandra Di Maglio (clicca qui e qui) in quanto slegata dal resto della Regione (dove le attrezzature non erano state rimosse nonostante l’assenza del servizio di salvataggio) e non in linea con la stessa ordinanza della Capitaneria.
Si è svolto così un incontro, martedì 28 novembre, presso la sede della Capitaneria di Porto al quale hanno partecipato i rappresentanti di Confesercenti e Confcommercio, i funzionari dei Comuni di San Benedetto, Grottammare e Cupra e il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo.
«La Comandante Di Maglio ha ribadito che la sua intenzione è quella di garantire il servizio salvataggio dal momento in cui vengono apposti i primi ombrelloni a quando non vengono tolti» spiega Antonia Fanesi, di Assoturismo Confesercenti, presente all’incontro. Bisognerà però vedere in che modo: in base alla legge regionale del 2004 sul servizio di salvataggio, questo si svolge tra l’inizio giugno e l’inizio settembre mentre, sulla base delle indicazioni della Capitaneria, il periodo potrebbe dilatarsi di molto.
«Certo, in questo caso anche i costi aumenteranno» ammette Fanesi, e di conseguenza questi saranno scaricati, in tutto o in parte, sul cliente finale.
«L’incontro è stato comunque positivo, la Capitaneria di Porto sta provvedendo a una modifica dell’ordinanza anche se è in attesa di conoscere gli esiti della Direttiva Bolkestein. Tuttavia occorre una uniformità a livello regionale, è impensabile che nel sud della Regione ci siano obblighi invece ignorati da Pedaso in su – continua Fanesi – Noi chiediamo che le regole siano uguali in tutte le Marche, per una giusta concorrenza». A tal proposito il presidente regionale Confesercenti Sandro Assenti si è mosso per coinvolgere la Regione Marche, perché, per evitare ibridi giuridici, è la Regione che dovrà modificare la legge regionale del 2004.
«Sono due anni che la categoria si trova a dover subire variazioni improvvise durante la stagione, stavolta addirittura in chiusura – afferma Elena Capriotti, direttore provinciale Confesercenti – Servono dunque regole chiare. I balneari devono essere uguali, da San Benedetto a Senigallia e a Pesaro».
Al sindaco Spazzafumo sarebbero state chieste ulteriori certezze, «ad esempio ci siamo trovati con i balneari che non potevano ospitare clienti in spiaggia mentre a fianco, sulle spiagge libere, l’accesso era consentito con apposito cartello che informava dell’assenza del bagnino».
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