di Federico Ameli
Con una serie di appuntamenti dedicati a cinema, letteratura e poesia già in archivio, mancava solo l’arte per chiudere al meglio l’annata più che positiva de “Il Borgo Felice”.
Prendendo spunto dal nome di battesimo del montaltese più illustre di sempre, Papa Sisto V – al secolo Felice Peretti – il percorso culturale promosso dal circolo “Cultural-mente insieme” in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Montalto delle Marche nell’ambito del progetto “Metroborgo MontaltoLab. Presidato di civiltà future” ha saputo raccogliere in poche settimane notevoli consensi per aver abbinato al meglio eventi, seminari, concerti e spettacoli alla rigenerazione urbana, sociale ed economica del borgo piceno.
Sulla scia del successo ottenuto dalla rassegna cinematografica “Cinema d’estate” e dal festival “La poesia è giovane (e tosta)”, il “paese delle cose alte” – così definito dal poeta Davide Rondoni – si appresta a ospitare un’ulteriore iniziativa di carattere culturale che intende valorizzare un aspetto forse meno noto, ma non per questo meno significativo, del pontificato di Sisto V.
Da domani, venerdì 15 dicembre, fino al 31 marzo 2024, nella splendida cornice di Palazzo Paradisi sarà infatti possibile visitare la mostra “La nascita di una metropoli: Roma al tempo di Sisto V”. A partire un’idea di Stefano Papetti, direttore dei Musei civici di Ascoli, condivisa con Tommaso Strinati, direttore della rete museale dei Comuni di Montalto, Monte Rinaldo e Monte San Martino, l’esposizione intende ripercorrere la complessa operazione di renovatio urbis portata avanti da papa Sisto V in soli cinque anni di pontificato, nel corso dei quali Roma divenne un autentico modello di riferimento in ambito di rinnovamento urbanistico per l’Europa dei secoli successivi.
«La mostra costituisce l’ultimo appuntamento del 2023 di questa rassegna culturale sviluppata grazie alla collaborazione proficua tra il nostro circolo e il Comune di Montalto – afferma Francesca Filauri, presidente del circolo “Cultural-mente insieme” – Il percorso che abbiamo scelto di proporre si è fin qui particolarmente distinto per una spiccata vivacità culturale e un notevole afflusso di pubblico. Gli appuntamenti di carattere cinematografico sono stati molto seguiti e, dopo un Festival della poesia estremamente raffinato, chiudiamo l’anno con una mostra che, per i temi trattati e i curatori coinvolti, rappresenta una garanzia in termini di qualità.
Ringrazio in particolare il sindaco Matricardi, visionario primo cittadino di un piccolo borgo divenuto ben presto un’eccellenza nazionale per i progetti già realizzati e quelli futuri, che con un impegno incredibile sta realizzando progetti importanti per la comunità».
Nel pomeriggio di domani, dalle ore 17, Palazzo Paradisi ospiterà dunque l’inaugurazione della mostra alla presenza dei curatori e delle autorità locali. L’esposizione sarà visitabile gratuitamente fino al 31 marzo nel fine settimana, dal venerdì (dalle ore 19 alle 22) fino alle giornate di sabato e domenica (dalle ore 15 alle 19), mentre nel periodo delle festività natalizie resterà aperta anche durante la settimana (dalle ore 15 alle 19) chiudendo i battenti soltanto nelle giornate del 25 dicembre e dell’1 gennaio.
Passeggiando tra le stanze di Palazzo Paradisi, oltre alle opere già in esposizione, i visitatori potranno dunque conoscere più da vicino l’intensa attività di costruzione avviata da Sisto V tra il 1585 e il 1590 in vista dell’imminente Giubileo del 1600. Il progetto, reso possibile grazie alla competenza dell’architetto Domenico Fontana e di una folta schiera di pittori, scultori, stuccatori provenienti da ogni angolo d’Italia, cambiò per sempre il volto di Roma attraverso la costruzione di alcuni capisaldi della centralità direttiva – Villa Montalto, il Palazzo Lateranense, il Palazzo del Quirinale, il Palazzo Nuovo Vaticano, la Biblioteca Vaticana – e dell’idea religiosa del pontefice – Cappella Sistina, Cupola di San Pietro, San Girolamo degli Schiavoni – oltre che vie di passaggio come la via Felice e la strada di San Giovanni, e spazi urbani articolati intorno agli obelischi, alle colonne, alle fontane.
«Le belle parole della presidente Filauri testimoniano una reciproca stima – conferma il sindaco Daniel Matricardi – Siamo giunti alla conclusione delle attività programmate per il 2023, nel corso del quale abbiamo assistito a dei progetti innovativi e molto interessanti. Per impegno profuso e tempistiche, la mostra rappresenta indubbiamente l’evento più importante de “Il Borgo Felice”.
Grazie al sostegno della nostra rete museale, siamo felici di poter promuovere questa mostra negli spazi di Palazzo Paradisi, che nell’ambito del nostro programma rappresenta il luogo deputato alle esposizioni temporanee, in uno straordinario parallelismo tra cantieri fisici che partiranno a giorni e importanti iniziative di carattere culturale».
Tra le giornate di apertura in programma da qui al prossimo marzo, il circolo “Cultural-mente insieme” e l’Amministrazione comunale hanno messo a punto un calendario di appuntamenti collaterali e di approfondimento sull’età sistina curati da Tommaso Strinati, con in programma anche una lectio magistralis a cura di Vittorio Sgarbi.
«Montalto è davvero un borgo felice, anche perché ha un bravissimo sindaco e un apprezzabilissimo direttore museale, oltre che dei luoghi ricchi di opere straordinarie – commenta il professor Stefano Papetti, vicepresidente di “Cultural-mente insieme”.
Si tratta di un lavoro avviato a partire dal gennaio dello scorso anno, volto ad evidenziare la spesso sottovalutata attività di carattere urbanistico portata avanti da Sisto V a Roma, che in cinque anni divenne un modello di riferimento per le grandi metropoli che si affermarono tre secoli più tardi.
Grazie a un’amministrazione ferrea dell’economia dello Stato, Felice Peretti scelse di investire in un’ambiziosa e lungimirante operazione che coinvolse in primo luogo le basiliche che sarebbero state visitate dai pellegrini in occasione del Giubleo, ma anche la viabilità cittadina, aprendo grandi strade che ancora oggi consentono ai turisti di muoversi liberamente per il centro di Roma».
«Si tratta della prima iniziativa pubblica ospitata dalla nostra rete museale – aggiunge Tommaso Strinati – Da storico dell’arte sono particolarmente felice: questa mostra celebra la volontà di papa Sisto V di modernizzare un borgo allora disorganizzato come Roma dotandolo di strade e trasformandolo in una vera e propria città.
Per farlo, inevitabilmente, ha dovuto distruggere una parte della Roma medievale in nome della modernità, un aspetto per cui è stato spesso criticato. Eppure, per rinnovare occorre sempre sacrificare qualcosa e, andando indietro nel tempo, anche altri grandi della storia, come ad esempio l’imperatore Traiano, fecero lo stesso
Sisto V non è stato un picconatore, ma un visionario. Ha creato una città moderna e questa mostra rappresenta l’occasione ideale per fare il punto su un aspetto complesso della storia dell’arte come l’epoca sistina».
LA MOSTRA – La prima delle quattro sezioni tematiche è dedicata alla celebrazione delle imprese sistine e prende le mosse dal raro testo a stampa del 1591 in cui Baldo Catani descrisse la pompa funebre e gli apparati effimeri predisposti in occasione della traslazione della salma di Sisto V, offrendo una sintesi delle operazioni urbanistiche realizzate a Roma durante gli anni del pontificato sistino.
La seconda sezione si sofferma invece sulla residenza romana del Pontefice, Villa Montalto. Distrutta sul finire del XIX secolo per fare spazio alla costruzione della stazione Termini, la villa che Sisto V, prima ancora di salire al soglio di Pietro, aveva fatto realizzare per sé e per la propria famiglia rappresentava una summa delle ambizioni del pontefice. Attraverso descrizioni e fotografie d’epoca riprese prima della demolizione saranno mostrati gli edifici, le fontane, i giardini che circondavano la residenza formando un complesso edilizio di straordinaria grandezza. Inoltre, in ricordo dei fastosi cicli pittorici delle sale interne che celebravano la figura del pontefice e le sue imprese, sono presentati in mostra per la prima volta due affreschi che facevano parte della decorazione del salone centrale della villa Montalto, strappati in occasione della demolizione dell’edificio e recentemente recuperati da una collezione privata romana.
La terza sezione analizza le Basiliche di San Pietro, di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore, oggetto di una significativa operazione di restyling. A testimonianza, viene esposto per la prima volta il modello realizzato dal pittore Ferraù Fenzoni per una delle scene affrescate sulle pareti della Scala Santa, impresa pittorica di grande impegno diretta da Cesare Nebbia e Giovanni Guerra. I due busti reliquiario dei santi Pietro e Paolo fatti esporre da Sisto V nel Sancta Santorum, dispersi in età napoleonica, sono invece documentati attraverso due inediti dipinti conservati nella Pinacoteca Civica di Treia che testimoniano la predilezione espressa da Sisto V per la opulenza degli arredi liturgici valorizzati da smalti e pietre preziose, confermata anche dalla scelta di donare alla città di Montalto il reliquiario già appartenuto al cardinale Barbo, esposto anch’esso a Palazzo Paradisi insieme ad un raffinato paramento donato dal pontefice alla sua città. Dalla biblioteca comunale di Fermo giungono invece una serie di preziose incisioni che illustrano il sacello di Sisto V in Santa Maria Maggiore realizzate nel 1621 e tratte dal testo di Paolo De Angelis “Basilicae S.Mariae Maioris” dato alle stampe a Roma presso Bartolomeo Zanetti.
Infine, l’ultima sezione approfondisce i rinnovamenti urbanistici attuati da Sisto V, tra cui la costruzione di ampie vie rettilinee, di obelischi destinati a segnalare i luoghi più significativi dell’Urbe e il restauro delle colonne centenarie di Traiano e di Marco Aurelio per riconvertirle a simboli della vittoria del Cristianesimo sul paganesimo. In esposizione, una grande pianta di Roma mette in evidenza i molteplici luoghi nei quali l’intervento sistino ha inciso in modo determinante nella definizione di una nuova città destinata a divenire il simbolo stesso della cristianità. Inoltre, una serie di stampe sei e settecentesche illustrano i luoghi della città eterna più fortemente caratterizzati dalla volontà di Sisto V di affermare il nuovo ruolo dell’Urbe.
Del percorso espositivo della mostra inoltre costituiranno parte integrante le sezioni dedicate al reliquiario di Montalto ed alle medaglie sistine già allestite all’interno di Palazzo Paradisi.
Si aggiunge a supporto un filmato realizzato attraverso l’uso di droni e di altri accorgimenti tecnici che aiuta nella difficile restituzione della complessità dei molti interventi urbanistici ed edilizi.
Cinema, letteratura, arte: la cultura fa di Montalto “Il Borgo Felice”
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