di Pier Paolo Flammini
Obiettivo raggiunto. La visibilità ricercata con il calendario presentato in sala consiliare lo scorso 6 dicembre, il giorno dopo i funerali di Giulia Cecchettin a Padova, è stata raggiunta. Senza bisogno neppure, al momento, di distribuire i calendari carta-fatti, ma affidandosi, banalmente, alle riproduzioni digitali, alle condivisioni social, ai quotidiani nazionali, alle radio nazionali e, finalmente, all’approdo a Sua Maestà Televisione.
Così, come previsto dal nostro primo articolo dall’eloquente titolo disfattista (“Il Comune deve chiedere scusa e gettare le copie al macero“) la genialata che per ora ha un solo padre, il consigliere comunale Umberto Pasquali, reo nel bene o nel male di essere presente col suo corpo in carne e ossa in sala consiliare per presentare l’innovazione comunicativa del tardo 2023, la questione ha traboccato la piccola polemica locale per diventare, dunque, pettegolezzo nazionale. Se ne guarda bene di mettere i piedi in questa marmellata la neo assessora alla Cultura Lia Sebastiani, che invece potrebbe e dovrebbe intervenire (clicca qui), mentre la società organizzatrice ha messo i propri puntini sulle proprie “i” (clicca qui).
Su Repubblica.it (clicca qui), più e più volte su Affari Italiani (qui e qui), poi La Zanzara su Radio24 (qui) e infine quest’oggi su “Pomeriggio Cinque“, Dagospia/Leggo.it (clicca qui), trasmissione in onda su Canale 5 (clicca qui). Il titolo del servizio è chiaro e tondo: “San Benedetto, calendario hot con soldi pubblici, è polemica”.
Che volete che siano le scaramucce urlate dal consigliere di opposizione Giorgio De Vecchis durante la commissione consiliare del Commercio di oggi 14 dicembre, sempre a proposito del calendario, di fronte a questi risultati raggiunti con grande anticipo rispetto a quanto previsto. Polemiche? Scandalo? Bene o male, purché se ne parli, ragazze e ragazzi…
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