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Risonanza magnetica, il direttore Natalini: «Per sostituirla avremmo dovuto spendere 1 milione»

SAN BENEDETTO - Visti i costi eccessivi, l'Ast ha optato per una rigenerazione dell'apparecchiatura, che verrà approntata entro luglio 2024
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Nicoletta Natalini

 

di Giuseppe Di Marco

 

Per sostituire la risonanza magnetica all’ospedale “Madonna del Soccorso”, l’Ast 5 avrebbe dovuto spendere quasi il doppio del costo della macchina stessa. Per tale motivo, è stato deciso di rigenerare, anziché modificare in toto, l’apparecchiatura.

 

La spiegazione è stata fornita dal direttore Ast Nicoletta Natalini durante l’incontro in cui ha illustrato i dati della sanità picena. Un pomeriggio di fuoco all’Auditorium “Tebaldini”, dove diversi esponenti del centrosinistra rivierasco hanno protestato contro il vertice dell’Azienda Sanitaria Territoriale in merito ai temi caldi della sanità locale.

 

Alla Natalini quindi è stato chiesto come mai la risonanza magnetica non verrà cambiata. «Per sostituire la risonanza del “Madonna del Soccorso” – ha detto Natalini – avremmo dovuto spendere 1 milione per aprire un muro e mettere una macchina che costa 600.000 euro, peraltro bloccando la sala operatoria. Incontrando i tecnici mi è stato detto che non sarebbe stato necessario sostituirla. La risonanza verrà quindi rigenerata, cambiandone il magnete: avrà moduli specifici e sarà adattissima per il presidio di San Benedetto e utile per tutta la provincia». Come detto dal sindaco Antonio Spazzafumo durante la seduta di question time, la risonanza sarà pronta entro luglio 2024.

 

Nel corso dell’incontro in Auditorium, la consigliera Aurora Bottiglieri ha anche chiesto al direttore Ast cosa ne pensi dell’orientamento preso dalle istituzioni marchigiane, di vocare l’ospedale di Ascoli al programmato e quello di San Benedetto all’emergenza-urgenza. «L’unico modo per far sopravvivere la sanità è la qualificazione – ha risposto la Natalini – bisogna specializzarsi, quindi è buono pensare che due ospedali possano avere una vocazione specifica. Poi cosa si mette dentro gli ospedali non può essere deciso a tavolino, bisogna rispettare la legge».



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