di Giuseppe Di Marco
Si è rivelato tesissimo, l’incontro tenutosi questo pomeriggio in Auditorium comunale, nel corso del quale il direttore dell’Ast 5 Nicoletta Natalini ha illustrato numeri, criticità e potenzialità della Sanità picena e dell’ospedale “Madonna del Soccorso”.
Un pomeriggio che ha visto buona parte del centrosinistra e alcune sigle sindacali recarsi in Comune per esprimere, con tanto di striscioni e cartelli, il proprio disappunto sull’orientamento della Regione Marche in quanto all’ospedale, al personale da stabilizzare, alle liste d’attesa, alla strumentazione presente nel presidio rivierasco.
Tra i presenti all’incontro anche il deputato Giorgio Fede, il consigliere regionale Andrea Assenti, i sindaci Alessandro Rocchi (Grottammare) e Alessio Piersimoni (Cupra) i consiglieri Paolo Canducci, Aurora Bottiglieri e Luciana Barlocci, l’ex sindaco Paolo Perazzoli, Loredana Emili, Roberto Bovara, Fabio Urbinati, Pino e Rachele Laversa, Giorgio Mancini, Elisa Marzetti, Mario Neroni, Amilcare Caselli, Alessandro Bollettini, Nicola Baiocchi e Rosaria Falco.
La dottoressa Natalini è partita da lontano, ovvero dalla nascita stessa dell’Ast e dai dati sulle strutture presenti in Provincia, per poi mettere in luce il gender gap presente nel contesto lavorativo della sanità locale, la pesante eredità delle stabilizzazioni e le opportunità offerte dai fondi Pnrr per realizzare nuovi presidi che rispondano alle necessità della popolazione. Il direttore generale, affiancato dal direttore amministrativo Paola D’Eugenio e dal direttore sanitario Maria Bernadette Di Sciascio, è stato interrotto più volte da chi avrebbe voluto parlare degli annosi problemi presenti al “Madonna del Soccorso”. Natalini ha più volte invitato i più accaniti contestatori a lasciare l’Auditorium per non disturbare i convenuti.
A partecipare è stata anche una delegazione delle sigle sindacali, sul piede di guerra per il precariato sanitario. «Dopo varie discussioni sul paventato non rinnovo di 50 dipendenti – ha detto Viola Rossi, segretaria provinciale Cgil Funzione Pubblica – c’è stata un’apertura da parte della direzione e ora pare che si arriverebbe a circa 30, e questo è stato il motivo che ha indotto la maggioranza delle organizzazioni sindacali a riprendere il confronto per valutare quanti più posti di lavoro riusciamo a salvare. Questo non significa che lo stato d’agitazione si sia risolto, ma solo temporaneamente sospeso. Ci aspettiamo di incontrare nuovamente a breve la direzione».
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