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Gesù sotto le bombe, il presepe Porta Cartara fa riflettere e commuovere (Video e foto)

ASCOLI - L'opera realizzata da Fiorenzo Esposto di fianco alla chiesetta della Madonna del Ponte raffigura la Natività in uno scenario di distruzione bellica. I giochi dei bambini e i carrarmati simbolo di questi tempi bui. Sarà visitabile fino al 7 gennaio
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Il presepe di Porta Cartara

 

di Luca Capponi 

 

Un peluche a terra, tra le macerie, simbolo dell’innocenza perduta. Sullo sfondo, palazzi in fiamme e carrarmati. Famiglie sfollate, senza meta in un mondo di perdizione, dove nonostante tutto si staglia ancora la Natività. Sotto, un collage di articoli giornalistici. Sopra, la scritta “No wars” a fungere da monito.

In alto troneggia la scritta “No wars”

 

Quello realizzato a Porta Cartara, di fianco alla Chiesa della Madonna del Ponte, è uno dei presepi più visitati della città. Realizzato da Fiorenzo Esposto in schiuma poliuretanica espansa, colorato e fresato a mano, mette davanti agli occhi tutte le contraddizioni di questi tempi bui. Dove la guerra dovrebbe essere un ricordo lontano, e invece tinge il presente di nero.

 

E Gesù ci nasce in mezzo, oggi come allora. Provando, con la sua venuta, a lasciare un messaggio di speranza agli uomini.

 

«L’opera – si legge nella descrizione – mostra al visitatore non il solito paesaggio presepiale ma uno scenario di distruzione, per ricordare a tutti che anche in questi momenti di gioia e felicità ci sono persone che in diversi luoghi, troppi, vivono le atrocità, le malvagità e le sofferenze della guerra. La Natività in primo piano sulla destra non è rivolta al visitatore ma alla desolazione che si vede sullo sfondo». 

 

Una tradizione, quella del presepe di Porta Cartara, che si rinnova ogni anno e che anche stavolta ha saputo dare un valore aggiunto, non banale, senza sconti né retorica.

 

«Il messaggio del presepe di Esposto è un messaggio di pace, senza giudizi nel merito del conflitto – è la conclusione-. Là dove c’è sofferenza, però, l’autore dell’opera ha inserito un elemento che continua a dare speranza: quel Gesù Bambino che scalda ancora i cuori e che, forse, rappresenta anche in Palestina l’unica via di uscita dall’odio e dalla violenza reciproca».

 

Il presepe è visitabile tutti i giorni fino al 7 gennaio.

 

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