di Giuseppe Di Marco
Le concessioni balneari di San Benedetto sono state prorogate di un anno. Il Comune ha stabilito che gli attuali gestori degli stabilimenti potranno rimanere sulla Riviera delle Palme fino al 31 dicembre 2024, a meno che, nel frattempo, non ci siano ulteriori sviluppi a livello normativo nazionale o comunitario.
Una recente determina infatti sancisce il «differimento fino al 31 dicembre 2024 del termine di scadenza delle concessioni demaniali marittime, rilasciate per finalità turistico-ricreative e sportive». Tuttavia nello stesso documento viene rimarcato che si «potrà comunque variare il termine di durata dei titoli autorizzatori demaniali, con successivo provvedimento, nel caso sopravvenga l’esigenza di dare attuazione a normativa sopravvenuta ovvero per la necessità di espletare gli atti propedeutici all’avvio delle procedure di gara».
La questione rimane estremamente controversa, soprattutto perché manca una decisione definitiva sul futuro del demanio marittimo: fra la direttiva Bolkestein e le rivendicazione dei balneari c’è un universo di proteste, sentenze, ricorsi che ancora non rende chiaro quale sia la strada da prendere. La svolta sembra raggiunta alla fine del 2021, quando il Consiglio di Stato dava tempo fino al 31 dicembre 2023 per adeguarsi al dettato europeo ed indire le famigerate aste. Una delle due sentenze però è stata recentemente bocciata dalla Cassazione, per una questione procedurale. A tutto ciò si deve sommare la sentenza della Corte di Giustizia Ue, risalente a luglio, con cui è stata espressamente ribadita la necessità di avviare, nel più breve tempo possibile, la procedura di evidenza pubblica volta ad assegnare le concessioni. A metà novembre, infine, è arrivata una lettera Ue e con essa lo spettro di una procedura d’infrazione.
«Il governo Meloni – ha detto l’onorevole – con l’autolesionismo che gli è proprio, ha deciso che quest’anno per il 6 gennaio la befana debba portare in dono agli italiani una bella procedura d’infrazione. Il Ddl concorrenza licenziato oggi dalla camera poteva essere l’occasione per porre fine alla pantomima, ma nulla da fare. A pagare la sanzione europea sarà così di nuovo Pantalone, ovvero tutti i cittadini italiani».
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