Le storie di Walter: Romeo Zampetti, la storia del Kung Fu

ASCOLI - Ha scritto la storia di questa antichissima arte marziale cinese in città, e festeggiato, proprio quest’anno, i cinquant’anni di attività. E’ stato più volte ambasciatore sportivo molto apprezzato in Cina negli anni Novanta e recordman mondiale di Jumping Kick. A sessantasette anni si allena ancora come quando ne aveva venti. Tutto merito del Qi Gong, del Thai Chi e del Wing Chun. L’ex vigile urbano del capoluogo piceno, in pensione dal 2022, ci guida nel viaggio ideale dentro i segreti di questa affascinante disciplina orientale che ha accompagnato e caratterizzato tutta la sua vita

26 Dicembre 2023 - Ore 10:33 ...

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Romeo Zampetti

di Walter Luzi

Romeo Zampetti è il Kung Fu. Ascolano, e non solo. Lui è nato nel 1956. Il Kung Fu, dicono, quasi tremila anni prima, anche se la prima testimonianza storica, un codice di arte marziale, risale al 527 d.C. Autori sono dei monaci buddisti di un monastero nel nord della Cina. Shaolin, nella regione di Henan. Monaci. Religiosi. Anima ed emblema di una disciplina da combattimento fra le più antiche che è, prima di tutto, una filosofia di vita. Con un rispetto sacrale e ammirato per le meraviglie della Natura ed ogni forma di vita. In special modo per gli animali, che ispirano ogni movimento dello Shaolin. La scimmia, la tigre, il serpente. Le tecniche di difesa e di attacco di questi animali insegnano all’uomo. Che avrebbe da loro, comunque, molto, molto altro da imparare. Romeo Zampetti si avvicina a questo mondo quando è poco più di un bambino, ma già affascinato da tutte le nobili e antiche arti marziali orientali.

E’ autodidatta del judo, e scimmiotta la star del cinema più popolare del momento, eroe invincibile e inarrivabile di un corposo filone cinematografico che sta sbancando i botteghini delle sale in tutto il mondo. Si chiama Bruce Lee.

Bruce Lee (foto pagina facebook Bruce Lee fans worldwide)

GLI INIZI ROMANI

Soprannominato Dragon, perché era nato nell’anno e nell’ora del Dragone del calendario cinese, Bruce Lee diventerà leggenda dopo la sua morte prematura, a soli trentatre anni, e per le sue straordinarie performance di Kung Fu nella sua breve ma intensa vita. Capace di serie da millecinquecento flessioni consecutive, ne riesce a fare anche cento di fila poggiandosi solo sui suoi pollici. Sul set i registi sono costretti a rallentare le sequenze dei suoi combattimenti perché è troppo veloce, e i colpi che porta non si riesce proprio a vederli a velocità normale. Ha studiato fin da bambino il Kung Fu nello stile Wing Chun sotto il maestro Yip Man dal quale lo aveva avviato il suo amico William Cheung. Riparleremo di entrambi più avanti. Romeo Zampetti invece, trasferitosi nella capitale per gli studi liceali, ospite a casa della zia Ida, entra nella scuola del maestro francese Narcise Pulà, in via Archimede, ai Parioli, quando ha diciassette anni.

A destra il maestro Narcise Pulà

La sua prima tessera di agonista in seno alla federazione nazionale boxe cinese è datata infatti 1973. Lo stesso anno della morte di Bruce Lee. Cinquanta anni fa esatti.

I SUCCESSI

La pratica di questa disciplina lo assorbe completamente. Fino a fargli interrompere presto anche gli studi universitari in Agraria all’Università di Perugia, e a sobbarcarsi lunghe e faticose trasferte nella capitale per continuare ad allenarsi nei fine settimana dopo il suo ritorno ad Ascoli. Sotto la guida di Pulà Zampetti si avvicina all’agonismo. Alle grandi competizioni nazionali ed internazionali.

Intanto, subito dopo il congedo dal servizio militare di leva, nel 1978 fonda il Kung Fu Club Ascoli, che diventerà uno dei più prestigiosi e titolati d’Italia. I primi allenamenti alla vecchia e malmessa palestra dello Squarcia, poi, dal 1986, nella nuova struttura comunale di Via De Dominicis.

Nel 1979, a ventitrè anni, a Berna, Zampetti vince il campionato europeo open assoluto. In finale batte nettamente (3-0) un tedesco dell’Est, Hofmann, già vice campione mondiale. Un alloro continentale che fa da volano alla sua scuola e da stimolo ai suoi tesserati. Il Kung Fu Club Ascoli arriverà sul tetto d’Europa anche con Gianluca Chelli nel 2004. In tre, Mauro Gionni, Stefano Lauretani e Pio Spadoni, arriveranno a guadagnare una finale mondiale Ibf/Maf, nel 1983 alle isole Hawaii. In ventuno a laurearsi campioni d’Italia nelle diverse categorie. Non solo.

Nel 1987 Romeo Zampetti viene assunto nella Polizia Locale del Comune di Ascoli. Due anni dopo, il 10 agosto, entra nel “Guinness dei primati” con il Jumping kick.

NEL GUINNESS DEI PRIMATI

Con un calcio al volo laterale, non una sforbiciata frontale, che sarebbe più agevole, colpisce un’asse di bambù a tre metri e venti di altezza da terra. L’impresa la compie ad Acquasanta Terme, davanti ai giudici del “Guinness” e a duemila spettatori. Testimoni oculari di un’impresa che trascende la semplice performance atletica. Di un prodigio che irride alle leggi di gravità ed esalta le umane capacità quando sono sorrette dalla fede in una filosofia di vita. Tutti i suoi allievi, Maurizio Bastiani e Mauro Gionni fra i primi, lo assistono nell’impresa.

Sulla Muraglia Cinese

Il suo record resisterà solo qualche anno, prima di essere battuto, però con modalità cambiate, e per soli sei centimetri di elevazione da terra, dal coreano Park. Un orientale. Avvantaggiato dai geni e dalla lunga scuola della ricca tradizione asiatica rispetto ad un occidentale. Sono soddisfazioni. Anche il concittadino Massimo Cacciatori, quando era ancora il portiere della Lazio, lo avvicina per poter conoscere tutti i segreti delle sue tecniche e i suoi programmi di allenamento finalizzati al miglioramento dell’agilità e, soprattutto, dell’elevazione. Che per Zampetti e i suoi allievi vale, in solo pura, ben oltre i centoquaranta centimetri. Tanti. Determinanti per un portiere di calcio nelle uscite in presa alta. I calci volanti sono stati sempre la specialità di Romeo Zampetti, e il piatto forte della sua scuola. La plasticità del gesto tecnico e atletico, sospesa nel vuoto e nel tempo, lui vorrà fissarla per sempre anche in quelli che sono veri e propri luoghi dell’anima per un adepto delle dottrine Thai Chi.

La Grande Muraglia Cinese e la città perduta tahilandese di Ayutthaya. Gesti tecnici e atletici che, al di là del perfezionismo stilistico assumono in quei contesti magici, location antichissime e impregnate di fascino e mistero da millenni, una valenza quasi mistica. Sullo sfondo dell’antica capitale del Regno Thai si butta in calcio al volo dall’alto di un muro a tre metri da terra. Morbido l‘atterraggio grazie alla tecnica della scimmia.

MASTERZAMPETTI

Dopo l’exploit continentale del 1979 Zampetti ha più volte a portata di mano la chance mondiale, ma preferisce privilegiare soprattutto l’insegnamento. Ha avviato a questa meravigliosa disciplina orientale, in cinquant’anni di ininterrotta attività forse oltre un migliaio di neofiti. Fra di loro anche il figlio primogenito Giorgio, nato nel 1989, e allievo, giovanissimo, anche lui del maestro William Cheung.

Giorgio Zampetti giovanissimo allievo di William Cheung anche lui

Alla memoria di Mauro Gionni, uno dei suoi allievi prediletti, prematuramente scomparso a soli ventisei anni in un incidente automobilistico nel 1992, viene subito intitolata la sezione del Kung Fu Ascoli.

Zampetti è il terzo in piedi da sinistra

Marco Marini, Andrea Menghini, Antonio Talamonti, Mauro Campitelli, Marco Usai, Stefano Lauretani e il tedesco Michael Giess sono alcuni dei suoi allievi a cui è rimasto più legato. Altri, che hanno iniziato con lui, hanno poi scelto strade sportive diverse. Come Maurilio Mariani, futuro astista, sei volte campione italiano e medaglia d’oro ai Mondiali Militari del 1999. O come Remo Nepi, futuro guru della Kick Boxing ascolana, o Enzo Lori che arriverà fino al 6° dan di Karate Wado Riù. Zampetti con la sua scuola cavalca il boom delle arti marziali, che lui intende però come disciplina, ben oltre l’occasione di business, fatta di creatività, propria di ogni arte, e religiosa marzialità, indissolubilmente legata agli alti valori di rispetto e onore propri di ogni ordine, monastico e militare.

Ai suoi corsi, nella palestra comunale di Via De Dominicis, negli anni d’oro va ad allenarsi mezza Ascoli. Ma Zampetti rimarrà sempre fedele agli insegnamenti e alla ortodossia dei suoi vecchi maestri orientali. «Ho sempre privilegiato la crescita mentale e spirituale dei miei ragazzi – ci dice – persino morale, vorrei dire, prima che fisica o tecnica. Li ho esortati sempre a dedicarsi allo studio, o al lavoro, prima che agli allenamenti. Ad evitare ogni provocazione, ogni forma di esibizionismo o ostentazione. Ad essere portatori di alti valori interiori, e messaggi di pace e fratellanza universali, che sono sempre non violenti per loro stessa natura».

Non può essere diversamente, d’altronde, per una disciplina nata dentro le mura silenti di un monastero buddista. Con intenti nobili sovente mortificati, nel nostro barbaro e dissacratore Occidente, da cattivi maestri esaltati che non hanno rispetto né per le persone né per la Natura. Che spesso inculcano nei loro giovani allievi il culto violento della sopraffazione, della forza che crea il diritto. Brutte cose che non appartengono né al Kung Fu, né a Romeo Zampetti, di cui narra spesso le gesta sulla stampa locale in quegli anni, anche e soprattutto, un giornalista dei migliori.

«Bruno Ferretti sul Messaggero – rivela commosso – mi ha dedicato centinaia di articoli. Anche se lui scriveva soprattutto di calcio, è stato sicuramente il giornalista locale che mi ha seguito con maggiore assiduità, e al quale resto legato da grandi sentimenti di gratitudine, stima e affetto».

MAESTRO DI DISCIPLE OLISTICHE E AMBASCIATORE DELLO SPORT

Nei primi anni Novanta, Zampetti ha l’onore di incontrare il grande maestro William Cheung, diretto allievo del grandmaster Yip Man, e amico d’infanzia di Bruce Lee.

Negli anni successivi, durante i suoi numerosi viaggi in Cina continua a immergersi completamente nello studio della Medicina Tradizionale di quel Paese per apprendere le discipline olistiche Qi Gong. Il controllo del respiro e della mente che accrescono l’energia del corpo e dello spirito. La coordinazione dei movimenti si coniuga con le tecniche di meditazione, fondamenta della filosofia taoista. Patrimonio ed eredità della cultura e della tradizione del popolo cinese. Conoscenze millenarie che gli verranno tramandate direttamente dai discendenti dalla famiglia Lam di Yang Shou.

Con Gordon Liu a Roma

Forte delle meravigliose esperienze maturate in estremo oriente Romeo Zampetti organizzerà, dal 2005 al 2007, tre Festival internazionali di Arti Marziali, che riscuotono un successo fragoroso. Inoltre tutti gli incassi della prima edizione li devolve in beneficenza a favore della popolazione thailandese colpita dal devastante tsunami del 2004. Vent’anni dopo il ping pong, che aveva riaperto il dialogo fra Cina e Stati Uniti dopo la rivoluzione culturale di Mao Tse Tung, è il Kung Fu ascolano a riavvicinare una Cina isolata all’Occidente dopo la sanguinosa repressione delle proteste studentesche di Piazza Tienanmen del 1989. Romeo Zampetti guida infatti la comitiva del Kung Fu Club Ascoli nei tre gemellaggi con altrettante scuole cinesi. In veste di ambasciatore di sport e di pace, si fa promotore delle iniziative nel 1992, 1994, e 1996. In occasione del primo gemellaggio, con il Bejing Wushu Institute di Pechino nel 1992, Zampetti e i suoi allievi vengono accolti addirittura dal ministro della cultura cinese Zhang Delu.

Una delle tante premiazioni

Seguiranno poi quelli con le scuole di Xian, nel 1994, e di Hang Zhou, nel 1996. Il suo impegno nella promozione delle culture originarie di questa terra gli varrà il conferimento di una prestigiosa onoreficenza da parte del governo cinese. Una medaglia al valore sportivo e sociale che gli viene consegnata il 17 agosto 1996. La motivazione, tradotta dal mandarino, recita “…il Kung Fu Club Ascoli e il suo masterZampetti hanno contribuito in maniera efficace e coinvolgente al ricongiungimento, sportivo e marziale, di due popoli che si stavano allontanando…”. Non si tratta di un episodio isolato. L’amore di Romeo Zampetti per il Kung Fu e per tutta la tradizione e la cultura cinese non finisce lì. Sedici anni dopo la Federazione Mondiale HIQF, che ha sede proprio a Pechino, gli conferisce il titolo di Maestro Emerito delle discipline Olistiche della Medicina tradizionale cinese.

A Pechino nel 1992 con l’allenatore Zhang Shi Zheng della Nazionale cinese

GLI ULTIMI PROGETTI

Oggi, dopo il fermo di tre anni a causa del covid, il numero degli iscritti si è ridotto a poche decine. Anche il figlio Giorgio, brillante laureato in Biologia Molecolare e maestro di quinto grado superiore gli dà una mano, quando può, con i corsi in palestra, oltre a figurare insieme al papà in molti video su Youtube

Giorgio Zampetti

L’attività agonistica ad alto livello si è conclusa nei primi anni Duemila. «Abbiamo abbandonato le competizioni – ci dice sempre Zampetti – rinunciando ad inseguire principalmente titoli, medaglie e podi per intraprendere altri percorsi. Diffondere un messaggio di universale di pace ed equilibrio interiore, da acquisire, o da ritrovare, e, nel contempo, aiutare tutti a conservare nel tempo un corpo agile e sano».

Con i suoi allievi in Piazza del Popolo

Non solo. Zampetti figura in prima fila nel progetto “Omega” che estende le tecniche di difesa personale del Wing Chun, già in uso ai reparti speciali tedeschi e israeliani, anche alle forze dell’ordine italiane. L’ultima frontiera è un percorso, come preferisce chiamarlo lui, salva vita. Un progetto che prevede, oltre all’assistenza psicologica e legale, anche un lungo corso di ginnastica olistica, che può essere determinante ai fini della difesa personale avanzata, destinato alle donne e alle categorie più fragili, potenzialmente vittime di violenza di genere o bullismo.

L’essenzialità e la precisione dei movimenti dello Wing Chun, la sua velocità di pensiero e di azione, non enfatizza la forza muscolare, perché sfrutta a proprio favore quella dell’aggressore. Si chiama “Help the women 360°” ed è in fase di realizzazione a livello regionale con il Comune del capoluogo ascolano capofila.

L’ASIA NEL CUORE

Uno come lui, che ama visceralmente l’Oriente, non può non innamorarsi di una ragazza asiatica. Sposa una thailandese, Pom, nel 1998.

Con la figlia Maria e la moglie Pom

La loro figlia, Maria, oggi ha quasi diciotto anni. Pom l’ha conosciuta in Thailandia durante uno dei suoi tanti viaggi nel sud-est asiatico, che ha battuto in lungo e in largo.

Non solo Cina, per ben sedici volte. Anche Malesia, Laos, Birmania, e poi Mynmar, Vietnam. Avventure più che viaggi. Con solo il suo zainetto come bagaglio. Senza prenotazioni di alberghi e accompagnatori di agenzia. Il suo buon inglese e la conoscenza basica di cinese e thai i migliori alleati nelle scoperte delle vere essenze dell’Oriente più remoto e autentico. Selvaggio e misterioso. Affascinante e magico. Quello dei film di Bruce Lee, il mito assoluto della sua adolescenza. Romeo Zampetti oggi abita in una casetta del villaggio Sae per i terremotati di Montegallo insieme all’anziana madre, Nativa Diletti.

Con la mamma Nativa

Ha novantasei anni, ma è ancora in gran forma. E’ l’ultimo affetto famigliare di Romeo, che ha perso troppo presto il papà Armando e la sorella Rita. La sua casa appena ristrutturata è stata semidistrutta dai sisma del 2016 e 2017. Ma il paesaggio tutto intorno è rimasto lo stesso di sempre. La vista immutabile sul Vettore e i Sibillini è superba. I grandi silenzi sanno un po’ di Tibet. La bellezza e la grandezza della Natura le percepisci tutto intorno. E’ la sublimazione dell’Ayurveda, l’antichissima medicina indiana fondamenta di tutte le discipline olistiche. Lo sentono bene gli allievi di ogni età dell’inossidabile MasterZampetti che, da ogni primavera fino all’inizio dell’autunno, vengono a stendere i loro materassini sull’erba della pinetina di Balzo di Montegallo. La ricerca del benessere del corpo, che passa anche dall’equilibrio fra mente e spirito, sul quale influisce, eccome, anche il fattore ambientale, la vicinanza alla Natura. E’ per questo che, quassù, viene più facile sentirsi ancora, su quei materassini, nonostante i tempi, un po’ come i monaci Shaolin.

SE VI SIETE PERSI “LE STORIE DI WALTER LUZI”…..

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