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Ast, l’amara riflessione dei sindacati: «Quale modello di Sanità si garantisce al Piceno?»

ASCOLI - Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica, Nursing Up, Fials e Ugl parlano di «gravissime scelte a danno della Sanità locale», dopo gli ultimi avvenimenti e scrivono agli organi regionali: «Ad un anno dalla nascita delle Aziende Sanitarie, dobbiamo constatare il fallimento delle stesse che continuano a mantenere una disparità di trattamento delle varie zone»
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Non c’è stata una manifestazione, per ora, da parte dei sindacalisti di Ast Ascoli, dopo il tentativo di raffreddamento in Prefettura, dove la maggioranza delle sigle ha sospeso lo stato di agitazione per provare a riaprire le trattive.

 

Ma lo scontento ha prevalso anche su questo fronte: Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica, Nursing Up, Fials e Ugl parlano di «gravissime scelte a danno della Sanità picena».

 

«La Rsu dell’Ast di Ascoli, insieme alle organizzazioni sindacali territoriali – si legge nella nota che suona come una sorta di amara riflessione sulle sorti della stessa Sanità del Piceno – si trova nella condizione di non poter augurare un felice Anno Nuovo alle lavoratrici ed ai lavoratori, bensì si trova costretta a scrivere a tutti gli organi preposti al Governo della Sanità regionale, per chiedere quale modello di Sanità hanno intenzione di garantire a questo territorio, che da sempre viene sottostimato e che vede crescere sempre di più il servizio privato a discapito del pubblico.

Il personale precario che durante il periodo della pandemia Covid ha garantito il funzionamento di tutte le strutture sanitarie pubbliche, in buona parte non verrà riconfermato, se non per qualche mese o addirittura affatto e questo si traduce con un una sola consapevolezza: ad oggi non abbiamo certezze su quale sarà il destino di questa Azienda Sanitaria Territoriale.

Tutto questo avrà ripercussioni negative su tutti i Servizi, sull’organizzazione del lavoro e sulla qualità della cura erogata a tutta l’utenza.

Ad un anno dalla nascita delle Aziende Sanitarie territoriali, dobbiamo constatare il fallimento delle stesse che continuano a mantenere una disparità di trattamento delle varie zone territoriali.

A tutto il personale che ha rinunciato alle ferie, che è rientrato per coprire i turni, che sta sopportando un carico di lavoro inaccettabile, cosa rispondono la Giunta Regionale e le altre pubbliche istituzioni preposte al governo della Sanità marchigiana?

In attesa di una risposta chiaraconcludono Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica, Nursing Up, Fials e Uglnoi continueremo a tenere alta la guardia, con azioni di mobilitazione che, se necessario, giungeranno sino ad Ancona».  

 

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