Con il 2023 in archivio e un nuovo anno ormai alle porte, la Cna di Ascoli fissa gli obiettivi da raggiungere nel 2024 per superare le criticità che negli ultimi mesi hanno messo a dura prova la stabilità delle imprese e favorire la ripresa del tessuto economico del Piceno.
Alla vigilia del Capodanno, il tema Superbonus occupa ancora un ruolo di rilevo nel dibattito politico nazionale. Si tratta di una questione ormai annosa, che secondo le rilevazioni di fine ottobre coinvolge ancora nelle Marche 11.489 edifici in un giro di affari da 2,5 miliardi di euro di investimenti complessivi.
Con la scadenza del 31 dicembre, si stima che un cantiere su quattro non riuscirà a concludere i lavori, nonostante i ritmi forsennati a cui gran parte delle imprese e dei lavoratori coinvolti hanno assistito nelle ultime settimane per chiudere i cantieri in tempo utile.
In assenza di risposte concrete dalle istituzioni, la Cna di Ascoli ribadisce la necessità di una proroga di almeno tre mesi per i condomini, utile a scongiurare il rischio di contenziosi tra cittadini e imprese, con un impatto ridotto sulle finanze pubbliche e notevoli vantaggi per le realtà imprenditoriali e sociali coinvolte, che in questo modo non si troverebbero costrette a pagare il conto dell’instabilità delle norme.
Se, tradizionalmente, il decreto Milleproroghe di fine anno non consente ulteriori stanziamenti rispetto alle somme già messe a disposizione dalla legge di Bilancio, l’associazione territoriale di Ascoli auspica la concessione di una proroga a fronte della realizzazione di almeno il 60% dell’intervento globale al 31 dicembre 2023, consentendo comunque un ulteriore Sal (Stato avanzamento lavori) di qualunque importo da presentare entro il mese di gennaio per l’attestazione dei lavori.
Le scadenze di fine anno, tuttavia, non riguardano solo il Superbonus. Per aiutare concretamente le aree interne e consentire alle comunità locali di competere sul piano imprenditoriale, infatti, è necessario che le istituzioni concedano una proroga annuale alla sospensione dei mutui delle aziende del cratere sismico e alla Zona Franca Urbana, provvedendo contestualmente alla riapertura della rottamazione quater in area sisma in quanto, causa sospensioni fiscali, i contribuenti non hanno potuto rottamare le cartelle relative agli anni d’imposta 2016, 2017 e 2018 poiché notificate dopo giugno 2022.
Resta ancora sullo sfondo, inoltre, l’attuazione dello sgravio Inps e Inail nell’area del cratere, con le aziende che, in assenza di istruzioni fornite agli uffici periferici dalle sedi centrali dei due istituti, continuano a pagare regolarmente le rate senza veder riconosciuto il credito loro spettante.
A proposito di credito e imprese, sarà necessario proseguire il dialogo per l’estensione della Zona Economica Speciale anche al Piceno, in modo da non compromettere le potenzialità di investimento del territorio in un confronto con il vicino Abruzzo che oggi appare evidentemente iniquo.
In attesa di novità sul fronte Zes, dalla Regione Marche arrivano buone notizie sul piano dell’accesso al credito con l’istituzione di “Credito Futuro Marche”, il fondo di partecipazione dedicato alle esigenze di investimento o di liquidità delle imprese e dei lavoratori autonomi, che idealmente raccoglie l’eredità della legge regionale 13 del 2020.
La Cna di Ascoli e il confidi Uni.Co. forniranno agli imprenditori interessati consulenza e sostegno nella presentazione delle domande, replicando un modello virtuoso che negli ultimi mesi ha visto l’associazione, il confidi e le aziende del territorio protagoniste nella progettazione relativa al Pnrr. In questo senso, sarà importante che le istituzioni individuino e affianchino ulteriori risorse a quelle già stanziate nell’ambito del programma NextAppennino per realizzare i progetti di sviluppo qualitativamente validi non ancora finanziati, contribuendo a sostenere le aziende non solo in avvio, ma anche nella delicata fase del consolidamento dell’attività per scongiurare il rischio di premature chiusure.
Sarà indispensabile, inoltre, riservare la dovuta attenzione all’ormai annosa carenza di manodopera che, nel Piceno come nel resto d’Italia, sta contribuendo a una netta riduzione del numero di imprese attive. Nel caso del Piceno, il grido d’allarme dell’imprenditoria locale è rappresentato dalle ben 1.448 imprese in meno nei primi 11 mesi dell’anno rispetto al 2022, con un calo del 7% ben superiore alla già preoccupante statistica marchigiana (-4.384 aziende attive, -3,1%).
Se, secondo le stime, le imprese marchigiane prevedono di portare a termine oltre 30.000 assunzioni entro la fine di febbraio 2024, ma in 52 casi – che salgono a 54 nella provincia di Ascoli – su 100 faticano a trovare i profili desiderati, è evidente come la rinuncia all’ampliamento dell’organico aziendale e il rischio di un drastico ridimensionamento degli investimenti imprenditoriali siano ormai all’ordine del giorno per chi fa impresa in determinati settori dell’economia locale.
In particolare, la provincia registra nel periodo dei primi 11 mesi dell’anno una decisa perdita di imprese attive nel commercio e riparazione veicoli (-9,8%, quasi il doppio rispetto al -5,5% della regione), nelle manifatture (-7,4% contro -3,8% per la regione), nelle costruzioni (-9,5% contro il -4,1% delle Marche), nei servizi di alloggio e ristorazione (-6,2% contro -2,9%).
Per agevolare un indispensabile ricambio generazionale e aiutare i più giovani a individuare la propria strada, la Cna di Ascoli ha da tempo intrapreso un percorso di crescita e formazione che negli anni ha visto oltre 1.500 ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori apprendere dai maestri artigiani del territorio i principi fondamentali dell’autoimprenditorialità e del saper fare.
Si tratta di un cammino indubbiamente complesso, basato su un dialogo costante tra imprenditori, famiglie, insegnanti e istituti scolastici, uniti nella volontà di ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro modulando l’offerta formativa sulle esigenze delle aziende locali e consolidando un rapporto sempre più sinergico tra scuole e imprese, centri di formazione e centri per l’impiego.
Solo in questo modo sarà possibile dare risposte a quei settori che, secondo l’indagine condotta dal Centro studi Cna Marche, sono costretti a fare i conti con professioni ormai divenute introvabili nel panorama regionale. Fabbri, specialisti nelle scienze della vita (biologi, agronomi, farmacisti), meccanici artigianali, operai edili specializzati, autotrasportatori, saldatori e lattonieri, operai calzaturieri, cuochi e camerieri: pedine indispensabili ormai divenute irreperibili, che ogni giorno le aziende ricercano promettendo opportunità di crescita professionale prima di arrendersi di fronte a una carenza di manodopera ormai annosa e pericolosamente endemica.
«L’impegno profuso e i risultati ottenuti nel 2023 rappresentano il punto di partenza di un 2024 che, necessariamente, dovrà rappresentare un momento di svolta per l’economia del Piceno – affermano Francesco Balloni e Arianna Trillini, direttore e presidente della Cna di Ascoli – Le difficoltà affrontate negli ultimi 12 mesi non devono far passare in secondo piano la qualità e l’attenzione ai dettagli che da sempre costituiscono il fiore all’occhiello delle nostre piccole imprese, da valorizzare ulteriormente attraverso la concessione di strumenti e proroghe che consentano agli imprenditori di tirar fuori il meglio dal proprio progetto e ai più giovani di avvicinarsi sempre più al mondo dell’impresa e del saper fare».
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