«Quanto all’organizzazione del lavoro nella nuova tipologia di servizio, la Fondazione dovrà attenersi necessariamente alle istruzioni del manuale regionale in termini di minutaggi/paziente/die e di impiego delle figure professionali ivi previste. E’ questo che potrebbe determinare alcuni esuberi e soprattutto modificare la composizione delle figure in turno. Ma non dipende certo dalla volontà dell’Ente, pertanto le accuse mosse dalla sindacalista appaiono del tutto infondate e vanno respinte al mittente.
Detto ciò è evidente – prosegue – come venga presentato in modo sbagliato il problema, perché non si tratta di un’opzione gestionale che un sindacato possa criticare o ostacolare, ma di una doverosa trasformazione del servizio, sotto pena della sua sopravvivenza. Per questo è assolutamente fuorviante mettere in contrapposizione gli investimenti con i contratti dei lavoratori. Ed è una vera mistificazione della realtà affermare che vi sia un esubero di personale “per le difficoltà economiche dell’Ente”.
Quanto ai contratti esauriti, perché andati a termine, si tratta di contratti attivati nel breve periodo per la sostituzione temporanea dei lavoratori che si sono assentati dal lavoro, perché dovevano smaltire cospicui arretrati di ferie, accumulati nella precedente gestione. Non si tratta, evidentemente, di posizioni di lavoratori addetti stabilmente ai servizi.
Riguardo ai turni di lavoro essi sono organizzati nel pieno rispetto della normativa vigente e ordinariamente non prevedono la doppia notte (pur consentita contrattualmente) o straordinari – continua Gabriella Ceneri – pertanto trovo davvero ingiusto che la sindacalista abbia inteso stigmatizzare una situazione eccezionale – con personale in ferie e malattia – che ne ha richiesto l’utilizzo. La nostra massima attenzione è rivolta al benessere dei nostri ospiti e i lavoratori beneficiano della supervisione periodica dell’equipe, che abbiamo affidato alla consulente esterna dottoressa Emilia Collina. Fare paragoni con quanto di negativo accaduto in altre strutture è fuori luogo ed anche di cattivo gusto.
Infine – conclude la presidente della Fondazione Anffas – trovo davvero sorprendente che un lodo arbitrale, che ha accertato in via preliminare la tardività di un provvedimento disciplinare (quindi senza entrare nel merito della controversia) e solo per questo motivo lo abbia annullato, diventi magicamente per la sindacalista una dichiarazione che legittimi la condotta contestata al lavoratore. Anche questa vicenda viene presentata con contenuti assolutamente non veritieri ma solo in termini propagandistici e autocelebrativi».