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Cambia la legge sui mandati o deve cambiare il sindaco a Montedinove e Palmiano?

IL PUNTO con Antonio Del Duca e Giuseppe Amici, primi cittadini, dei più piccoli tra i 22 Comuni che saranno chiamati al voto il prossimo giugno. Sono stati eletti per tre volte consecutive ed in base all'attuale normativa, dovrebbero prepararsi a lasciare lo scranno. Invece potrebbero fare da apripista della riforma che avrebbe visto l'intesa tra Governo e Anci 
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Giuseppe Amici e Antonio Del Duca

 

 

di Maria Nerina Galiè

 

Se la legge non cambia, non potranno ricandidarsi a sindaco Antonio Del Duca e Giuseppe Amici, primi cittadini uscenti, al terzo mandato, di Montedinove e Palmiano.

 

Comuni piccolissimi (rispettivamente 463 e 160 residenti) del Piceno, tra i 22 che si preparano alle elezioni amministrative di giugno.

 

A livello nazionale si parla di un accordo raggiunto a metà dicembre, tra Governo e Anci sulla modifica del regolamento che pone il limite di tre mandati consecutivi per i sindaci degli enti sotto i 5.000 abitanti e di due per gli altri.

Nell’intesa, che però dovrà essere ratificata dall’esecutivo, si parla di togliere i limiti di rieleggibilità nei centri fino a 3.000 abitanti o addirittura 5.000, e di estendere al terzo mandato nei centri fino a 15.000 abitanti.

 

Se così accadrà, Del Duca e Amici potrebbero fare da apripista alla riforma. Se il primo non ha dubbi – Del Duca: «Pronto a ricandidarmi» – per Amici è ancora «punto interrogativo».

 

Su una cosa sono d’accordo: «Fare il sindaco di un piccolo Ente è un lavoro a tempo pieno, non compensato dall’indennità percepita».

 

«L’approvazione della riforma doveva essere per fine gennaio, ma sembra l’abbiano rinviata a febbraio. In ogni caso – sono le parole di Antonio Del Duca – a Montedinove abbiamo individuato il successore.

Se invece potrò di nuovo candidarmi, lo farò. Sono tante le questioni rimaste aperte, progetti con i fondi del Pnrr, 32 cantieri in piedi, tante opere per implementare l’attrattiva turistica del paese, nonostante le difficoltà».

Del tipo?

 

«C’è poca attenzione – continua il sindaco di Montedinove – alle località dell’entroterra. Un esempio: il turista che viene da noi, per la tranquillità, ma vuole essere libero spostarsi nelle località costiere, rischia di prendere 4, 5 multe per gli autovelox che hanno messo sulla Valtesino.

Le nostre aree fabbricabili rischiano di ridursi poiché non ci si costruisce, nessuno investe qui.

Vogliamo poi parlare dell’allarme sociale? Per “miracolo” abbiamo il medico di famiglia, in locali interamente pagati dal Comune».

 

Le difficoltà dei cittadini vengono riversate sul sindaco che deve barcamenarsi tra le responsabilità riguardo a salute e sicurezza pubblica e l’abuso d’ufficio: «Di recente, è stata rischiata la tragedia per la caduta di un albero. Alla prossima allerta meteo, che sia per vento, pioggia o neve, adotterò misure anche eccessive: chiudo tutto».

 

Allora perché andare avanti?

 

«Per portare a termine i progetti avviati e contribuire a porre maggiore attenzione ai piccoli Comuni se vogliamo salvaguardarli. Per amore del territorio».

 

Lo stesso spirito che anima Giuseppe Amici, sul quale “grava” anche il ruolo di presidente dell’Unione Montana del Tronto e Valfluvione, che andrebbe a perdere nel caso debba passare la poltrona da sindaco: «Punto interrogativo se continuare o meno. Da una parte anelo a fare il pensionato, quello vero.

Dall’altra non vorrei continuare e vedere andare in porto le iniziative intraprese per il bene del paese, con i finanziamenti ottenuti attraverso i Patti territoriali con la Provincia, il Pnrr».

 

Ma non nasconde le difficoltà: «Abbiamo fatto delle riunioni per individuare il successore. Non è facile. La parte politica in un Ente grande ha il compito di indirizzare, potendo contare sui dirigenti per la parte gestionale.

Il sindaco di un Comune piccolo, come il nostro, deve occuparsi di tutto, dedicandosi a tempo pieno all’Amministrazione. Se i dipendenti di aziende pubbliche hanno un po’ più facilità a prendere i permessi, chi lavora autonomamente o per i privati ha dei grossi problemi.

Alla fine, a fare il sindaco ci saranno pensionati e disoccupati. Oppure qualcuno che, nonostante tutto, ci crede».


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