di Giuseppe Di Marco
Bambinopoli o non Bambinopoli? L’area un tempo dedicata allo svago dei più piccoli tornerà alla sua antica funzione oppure no? A chiederselo è ancora la minoranza, che critica l’iniziativa di riqualificazione avviata dall’Amministrazione comunale, esortandola a cestinare l’avviso pubblico da poco emanato per individuare il futuro gestore.
«Chiedo il ritiro in autotutela del bando, visto che il testo è equivoco e potrebbe essere oggetto di ricorso – afferma Annalisa Marchegiani – In primo luogo devo rilevare la poca chiarezza sulla norma da applicare: nel bando si dice che l’operazione esula dall’alveo del codice degli appalti, e poi ne viene usato uno strumento tipico: il ricorso al requisito di idoneità professionale. Dopodiché va detto che questo è un bando per la concessione in uso e la gestione del compendio, costituito dal manufatto, dalla sua area pertinenziale (220 metri quadri) e da tutta l’area verde di 2.500 metri quadri. Prima, la concessione riguardava solo il chioschetto, quindi mi chiedo cosa si voglia fare ora. Forse un locale, simile a quelli della pineta Buozzi?»
E ancora: «Il bene è agibile? L’agibilità non è stata richiesta. Infine, nel bando viene allegato un progetto privo di alcun piano economico-finanziario o indicazioni sul mantenimento delle finalità ludiche. Potenzialmente, su quest’area, si potrebbe fare qualsiasi cosa».
A dare manforte è anche Luciana Barlocci, che ricostruisce la vicenda della Bambinopoli: «Nell’aprile 2019 il Comune stipula una convenzione con un privato con scadenza fissata al 31 dicembre dello stesso anno. Dal febbraio 2020 i Lavori Pubblici intimano a più riprese la restituzione del bene, e il 25 luglio 2022 scatta l’ordinanza definitiva di sgombero dell’area. Questa però viene sospesa e intanto in maggioranza si viene a sapere che c’è la volontà di riconoscere un indennizzo alla ditta. Nell’ultimo Consiglio dell’anno viene approvata una variazione di bilancio di 35.000 euro, non si sa bene a che scopo. A luglio 2023 viene avviata la procedura di evidenza pubblica e, a distanza di pochi mesi, viene emanato il bando. Al privato verrà riconosciuto un indennizzo di 30.000 euro, pagato da chi si aggiudicherà il bando: per noi la Bambinopoli andava riconsegnata senza alcun indennizzo, come già messo in chiaro tempo fa dagli uffici comunali».
Dello stesso avviso anche Giorgio De Vecchis: «L’utilizzo della transazione, per non addivenire a contenziosi legali mi lascia perplesso – conclude il consigliere – parliamo di uno strumento privatistico il cui uso risulta atipico per gli enti pubblici. Soprattutto perché in tal caso servirebbe un parere dell’ufficio legale del Comune. Ma tanto, che l’attuale iniziativa non sia imperniata sull’interesse pubblico prevalente dell’area mi pare evidente dal bando stesso: in esso si parla di “ex Bambinopoli”. Più chiaro di così non potrebbe essere».
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