di Giuseppe Di Marco
Rimane alta la tensione al “Madonna del Soccorso” per il temuto – ma finora mai confermato – smantellamento del dipartimento di emergenza e urgenza dell’ospedale rivierasco. Agli interrogativi sulla futura riorganizzazione di reparti e servizi non è stata data risposta nemmeno nell’incontro fra la direzione Ast 5 e i primari del nosocomio, tenutosi nel pomeriggio del 12 gennaio.
Quel che si teme è che la Medicina d’Urgenza possa essere trasformata in un open space per lo smistamento dei pazienti, e che l’Osservazione Breve Intensiva venga mantenuta, al Piano -2, peraltro in presenza quotidiana di pazienti covid e senza i servizi assicurati dal medico che copre i turni di notte.
I medici di stanza in Riviera invece chiedono a gran voce che venga mantenuta la Terapia Semintensiva e che anzi venga potenziata, se è vero che il nosocomio sambenedettese dovrà specializzarsi nell’emergenza-urgenza. La direzione dell’Ast 5, comunque, respinge in toto le indiscrezioni di questi giorni: «L’ospedale di San Benedetto non verrà privato della funzione di Medicina di Urgenza – rassicura la dg Nicoletta Natalini – e la Ast non prevede di ridurre del 20% l’assistenza domiciliare. Mi dispiace dover continuare a smentire voci che non hanno fondamento o vengono distorte al solo scopo di creare allarmismo nella popolazione. La direzione, quindi, continuerà a lavorare avendo l’obiettivo di mantenere e migliorare l’assistenza sanitaria complessiva della provincia di Ascoli Piceno».
Nel corso dell’incontro si è tentato di ripristinare un clima di collaborazione fra la parte dirigenziale e quella medica. L’obiettivo è anche quello di ridurre il sovraffollamento del Pronto Soccorso sambenedettese: scopo, questo, che gli operatori sanitari reputano accettabile per quanto riguarda i codici minori. Ma il problema, in Riviera, è rappresentato dalle acuzie, ed è difficile che lo si possa affrontare con un eventuale trasferimento della Medicina d’Urgenza. L’atmosfera, al “Madonna del Soccorso”, resta tesa.
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