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Samb, tanti “pensieri” ma non è il momento dei “se”: serve un patto tra squadra e tifoseria

SERIE D - Analisi della sfida di Tivoli e prospettive future. Tante sottigliezze e riflessioni tuttavia in questo momento occorre evitare troppi ripensamenti e superare l'Avezzano in una gara quasi da "dentro o fuori". Bontà multato, già finiti i biglietti per la Curva Nord
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La formazione rossoblù e dietro la Curva Nord Massimo Cioffi (foto Us Sambenedettese)

 

di Pier Paolo Flammini

 

Il bicchiere sarebbe persino mezzo pieno, se non si guardasse la classifica. Perché quel meno cinque dalla capolista Campobasso e quel secondo posto condiviso con L’Aquila e Avezzano non possono non essere osservati, se si vuole ponderare una riflessione dopo il 2-2 (il quarto stagionale) contro la Tivoli.

 

Veniamo, prima, agli aspetti positivi: tornata al 4-3-3 con tutti gli uomini al posto giusto, l’attuale Samb, nei due incontri del 2024, sembra davvero una squadra completa, equilibrata, e dotata di quei cambi in grado di cambiare anche l’assetto di gioco con soluzioni di qualità. Non è un caso, l’ennesimo, che il gol del pareggio a Tivoli sia arrivato su cross di Fabbrini e colpo di testa di Martiniello, due dei nuovi entrati (e forse si poteva osare qualcosa in più con gli under, vedi Orfano, Chiatante e Cardoni). L’undici titolare ha espresso quasi sempre un generale dominio del gioco, ulteriormente ribadito con Sora e Tivoli, e un giocatore abile a galleggiare tra le linee come Fabbrini (cercato in precedenza in Esposito e Giampaolo).

 

Dunque una squadra che per quello che ha mostrato fino ad ora e anche nel 2024 non dovrebbe aver timore di saper recuperare 5 punti al Campobasso (del quale diremo poi).

 

Se non che il “dominio” dovrà trasformarsi presto in vittorie, più che pareggi: dopo Fossombrone e Fano la Samb, che è la squadra che ha perso di meno, è quella con più pareggi (8), 4 in più del Campobasso. E qui veniamo invece agli aspetti meno semplici da risolvere.

 

L’espulsione di Bontà (sarà multato dalla società, rischia due giornate) è stata un fatto grave, perché con la squadra in vantaggio e in assoluto dominio della partita (grazie, va detto, anche a un Battista stratosferico per 60 minuti anche se, come Bontà, ingenuo a rimediare un’ammonizione in apertura per un accenno di reazione), certi regali non possono essere concessi soprattutto da calciatori esperti.

 

Dal 4-3-3 ci si è ritrovati al 4-2-3 e nel giro di un minuto è arrivato il pareggio, e dopo altri due minuti il raddoppio. E la Samb ha subito proprio da quello “spazio vuoto” lasciato da Bontà, con due tiri dalla distanza studiati a tavolino, come da dichiarazioni del dopo-gara. Lauro ha mandato immediatamente a scaldare Scimia ma prima di entrare la squadra era già sotto di due gol e il “piano” del 4-3-2 è saltato (andava col senno di poi realizzato subito con l’arretramento di Senigagliesi).

 

PROBLEMI – Ma perché una squadra che gioca un calcio spesso anche spettacolare, “dominante” appunto, e comunque sempre propositivo, mai una volta che si è dovuta davvero difendere per la supremazia degli avversari (forse solo negli ultimi dieci minuti a Chieti, in 10 contro 11 anche lì, e per la decisione di inserire il quinto difensore, Pezzola), è a meno 5 dalla capolista che gli ha dato 10 punti in un mese e mezzo?

 

Difficile rispondere, ma una delle chiavi potrebbe essere proprio questa predisposizione propositiva, che va in crisi nei rari momenti in cui il “sistema” non funziona. I due minuti/due gol contro l’Atletico Ascoli, o i quattro minuti/un espulso/due gol contro la Tivoli sono sintomatici.

 

Altro argomento è che la Serie D è un campionato strano. L’incastro degli under è sempre molto complicato e soggetto a mille variabili. Ad esempio per quasi tutto il girone di andata Cardoni non ha avuto tempo di respirare neanche un minuto, a causa dell’infortunio del suo sostituto, di ruolo e di anno, Chiatante. Ora invece si è deciso di puntare su Pietropaolo, malamente messo da parte nel girone di andata.

 

Questo comporta il sacrificio di un altro under, ovvero il portiere Coco (2003) o di un centrocampista over (Bontà, Scimia o Barberini). La soluzione del 2024 è stata di lanciare Matteo Grillo, portiere giovanissimo (2007) e di ottima prospettiva (lo ha dimostrato in entrambe le occasioni).

 

La modifica in corso è un segnale di qualcosa di sbagliato, più prima, magari, che adesso. Pietropaolo ed Evangelisti (ceduto in Eccellenza) necessitavano della scelta di portieri 2004. Ora questo “dualismo” è stato risolto con una scelta diversa. Ma qui qualsiasi considerazione esterna su quanto avvenuto e sulle scelte attuali è, davvero, secondaria: perché il pallino è in mano a mister Lauro e allo staff tecnico, soltanto loro possono conoscere tutte le eventuali sfumature anche psicologiche – ad esempio di Barberini e Cardoni e Coco, tre titolari oggi finiti in panchina – della situazione. Poi, come si sa, nel calcio è chi vince che ha ragione.

 

Per questo la gara contro l’Avezzano rischia di essere quasi fondamentale. Chi vince si candida ad essere l’alternativa al Campobasso, chi perde (e addirittura anche chi pareggia, se il Campobasso prende i tre punti) potrebbe dire addio a sogni di rimonta. E dunque, al di là delle sottigliezze che abbiamo prima evidenziato, varrà la pena, in settimana, sottoscrivere una sorta di “patto” tra tifoseria e squadra e società affinché si affronti la partita di domenica prossima depurandosi dalle scorie della sfortuna (e degli errori arbitrali) dell’ultimo mese e mezzo.

 

TIFOSI – Per l’ennesima volta la Curva Nord ha terminato la dotazione di biglietti acquistabili dopo poche ore dall’avvio della prevendita. Segnale che il mezzo passo falso di Tivoli non ha scalfito la convinzione della tifoseria. Il tema della relativa ristrettezza della disponibilità di spazio in curva rispetto alle nuove norme di sicurezza sottolinea l’esigenza di una eventuale riqualificazione dell’impianto, al momento messa da parte ma da rispolverare a fine stagione.

 

CAMPOBASSO – Dall’arrivo di mister Rosario Pergolizzi in panchina al posto di Andrea Mosconi (per lui 7 punti in 5 partite: 2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte) i molisani hanno totalizzato 33 punti in 14 incontri (media 2,35 a partita), con 10 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. Ancora meglio nelle ultime 10 partite: 8 vittorie e 2 pareggi, 26 punti, media 2,6 a partita. La squadra di patron Rizzetta riesce a vincere anche partite sporche (come non riesce alla Samb), ad esempio domenica scorsa contro l’ultima in classifica Matese il primo tempo si è chiuso sullo 0-0, e senza l’espulsione alla mezz’ora di Galesio sarebbe potuta andare diversamente. Senza dimenticare l’errore su rigore di Esposito in Termoli-Campobasso.

 

Fondamentale, per capirlo, la partita contro l’Atletico Ascoli domenica prossima e lo scontro diretto a L’Aquila della successiva.


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