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«Vogliono il funerale degli chalet familiari, invece per farmacie, notai e piste da sci niente Bolkestein»

SAN BENEDETTO - Settore balneare ancora in stato di allerta dopo la risposta del Governo Meloni alla Commissione Europea. Preoccupati ma anche inquieti i rappresentanti di Confesercenti (Assenti), Confcommercio (Ciabattoni) e Itb (Ricci)
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Giorni “caldi”, e non è una novità, in tema di concessioni balneari. Mercoledì 17 gennaio il governo Meloni ha inviato alla Commissione Europea una dettagliata lettera con la quale chiede altri mesi di tempo per disciplinare il settore in Italia e in particolare il tema della non scarsità della risorsa, che farebbe venir meno l’applicazione della Direttiva Bolkestein.

Altri mesi, per non incorrere nella procedura di infrazione e per chiarire un intricato quadro giuridico complicato, negli ultimi anni, da multiple sentenze di Tar, Consiglio di Stato e Corte di Giustizia Europea, a volte in contrasto tra loro e a volte annullate dalla Corte Costituzionale. Momento dunque di incertezza, con le concessioni che in base alla legge Draghi scadevano il 31 dicembre scorso prorogabile al 31 dicembre 2024 (ora sembra che il governo Meloni voglia posticiparle di un altro anno) e consiglieri comunali che a San Benedetto chiederanno all’Amministrazione Comunale l’avvio di gare (clicca qui).

 

«Sto girando le spiagge nel mondo, e ovunque trovo servizi scarsi e spiagge non ben tenute – spiega Sandro Assenti, presidente regionale Confesercenti – mentre il modello italiano è quello che ha garantito ai turisti i migliori standard al mondo, consentendo a migliaia di famiglie di fare impresa. Mi sembra che l’obiettivo infatti sia quello di fare il funerale del format degli chalet italiani».

 

«Sento discorsi astratti di chi vuole le gare: noi abbiamo acquistato le concessioni ed edificato le strutture indebitandoci perché avevamo una proiezione di lungo periodo, la certezza della concessione sulla base dell’articolo 37 del Codice della Navigazione – continua – Ma io chiedo: chi è che va ad investire e lavorarci sopra senza avere la certezza del lungo periodo? E le aziende si svaluterebbero anno dopo anno se non è rimborsato il valore aziendale. Finirebbe il nostro sistema, non si investirebbe più ma si farebbero strutture a basso costo e quindi basso servizio. Mi sembra di percepire da parte dell’Unione Europea una capacità di ascolto diversa, e forse, fra qualche mese, se arriverà un nuovo governo europeo più attento a certe situazioni riusciremmo a risolvere questa situazione oramai per noi molto difficile, siamo fermi da anni con gli investimenti».

 

Da parte sua Giuseppe Ricci, di Itb Italia, manifesta scetticismo: «Inizio a nutrire dubbi su Giorgia Meloni, nonostante ci fossimo fidati delle sue parole. La soluzione non è europea, è italiana, ma dopo 10 governi non abbiamo avuto politici in grado di prendersi le proprie responsabilità. Siamo rimasti poche categorie dentro la Bolkestein, e tutte in Italia: noi stabilimenti balneari, le edicole, gli ambulanti».

 

«Non ci sono le farmacie, i notai, non ci sono le piste da sci e di risalita sulle montagne, né in Italia né in Austria o Germania, anche se realizzate come noi su suolo demaniale – continua –  Bisognerebbe chiedersi perché: parlano di lobby dei balneari, e invece la mannaia è solo per noi, evidentemente contiamo poco. In Germania hanno escluso dalla Bolkestein i mercatini sulla Rurh, in Olanda le coltivazioni di tulipani, perché considerate tipicità nazionali… Io ho venduto un appartamento per edificare la struttura, ci sono famiglie che non hanno fatto studiare i figli per impiegarli nel lavoro di famiglia, e adesso invece che dirci benemeriti ci vogliono cacciare? Noi siamo sempre per il diritto di superficie, e per il diritto di riscatto».

 

La Confcommercio, tramite Enrica Ciabattoni, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Siamo sempre allo stesso punto, mentre qui sembra di vivere in un altro mondo. Ma chi ce l’ha e non ha la certezza di rientrare nel valore dell’impresa, di rischiare, alla fine della concessione, di non avere più il capitale e l’avviamento, perché dovrebbe spendere e lavorarci? La verità è che questa opzione della Bolkestein serve per garantire il passaggio di un settore dalle famiglie ai grandi gruppi economici. Ho delle amicizie in Spagna, lì le spiagge sono diverse da noi, con piccole strutture e meno servizi rispetto all’Italia, ma ci sono stata e già le concessioni sono state prolungate per 99 anni, a Fuerteventura per 30 anni e già nel decennio scorso senza che nessuno abbia protestato. Ma perché qui invece accade tutto questo? La verità è che noi non dovevamo entrare nella Bolkestein, che è una direttiva Servizi mentre noi siamo concessionari di un bene, quello demaniale».


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