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Murg di San Benedetto, Piccinini (Cimo): «Preso atto della riduzione dei posti, non si tolga il medico dedicato h24»

IL COMMENTO del segretario regionale del sindacato dei medici ospedalieri a seguito dell'annuncio fatto dalla dg di Ast Ascoli Natalini, riguardo alla necessità di spostare il reparto e portare i letti da 13 a 8 per circa 6 mesi
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Nel riquadro, il dottor Andrea Piccinini

 

 

di Maria Nerina Galiè

 

«Preso atto dello spostamento della Murg di San Benedetto per la necessità di effettuare dei lavori e della conseguente riduzione dei posti letto da 13 a 8, l’auspicio è che il reparto mantenga la sua funzione. E l’unico modo affinché questo avvenga è che gli 8 posti letto di Murg non vengano privati del medico e dell’assistenza infermieristica dedicati e h 24».

 

Sono le parole del dottor Andrea Piccinini, segretario regionale Cimo – Fesmed, il sindacato più rappresentativo dei medici ospedalieri a seguito delle dichiarazioni della dg di Ast Ascoli, Nicoletta Natalini, su questo aspetto della riorganizzazione dell’ospedale “Madonna del Soccorso” (leggi qui).

 

Argomento che ha tenuto alto il dibattito, fomentato da “voci” non confermate ed appelli arrivati da ogni contro il ridimensionamento del reparto emergenza e urgenza del presidio rivierasco.

 

Alla luce di quanto emerso dall’incontro della dottoressa Natalini con la stampa, Piccini resta dell’idea che «gli elementi oggettivi in nostro possesso ci orientano a ritenere il clamore sollevato da tante voci una tempesta in un bicchier d’acqua, per adesso.

Come sindacato, comunque, vigileremo sui prossimi sviluppi».

 

Il segretario Cimo sostiene «l’importanza di una corretta informazione, intanto nei confronti del sindacato stesso in ragione di un diritto fondamentale sancito dallo statuto dei lavoratori».

 

Sono di ieri, 18 gennaio e giorno dell’incontro della direzione Ast con la stampa, e di oggi, le mail arrivate alle Cimo aventi come oggetto l’attivazione del “fast track geriatrico” – tra le novità introdotte per alleggerire il carico di lavoro del Pronto Soccorso (leggi qui) – e lo spostamento della Murg per lavori ed il passaggio dei posti letto da 13 a 8 a partire dal primo febbraio.

 

«Nessun riferimento sulla pec all’eventuale riorganizzazione del personale – precisa il dottor Piccini –  pertanto abbiamo motivo di pensare che non si intenda utilizzare il personale del Pronto Soccorso per assistere i pazienti nella Murg, recuperando così il turno di notte, pari a 12 ore e 3 medici.

Se così fosse, allora sì vorrebbe dire chiudere la Murg di San Benedetto, con il pretesto della carenza di personale.

Le strutture di Medicina d’Urgenza dei due ospedali del Piceno sono obbligatoriamente previste in tutti gli atti e delibere relative all’assetto organizzativo aziendale.

Su tale presupposto riteniamo quindi altamente improbabile la loro chiusura, a meno di una modifica dell’atto aziendale che prevedesse tale ipotesi».

Il Piceno ha diritto, in base al bacino d’utenza, ad un ospedale di primo livello che qui è diviso su due plessi.

Se alcune specializzazioni possono essere appannaggio del “Mazzoni” o del “Madonna del Soccorso”, il Pronto Soccorso deve essere attivo ed efficiente su entrambi, «sebbene la capacità di rispondere alle esigenze sia legata, per ogni Pronto Soccorso, all’organizzazione ospedaliera dove opera e alla rete integrata regionale», sottolinea il dottor Piccini.

 

Ed è oggettivo che tra tutti e due i reparti, di Ascoli e San Benedetto, si registra un sottodimensionamento pari a 13 unità.

Ecco allora il ricorso ai medici a gettone, ai contratti libero professionali ed alla possibilità (che dovrebbe protrarsi anche nei prossimi anni) di avvalersi delle prestazioni aggiuntive.

 

«Il difficile reclutamento di personale in pronto soccorso non dovrebbe mai rappresentare un pretesto per riorganizzare i servizi al ribasso, andando a ridurre ulteriormente il numero di medici da dedicare a tali attività.

Siamo invece certi – conclude il segretario regionale Cimo – che tutte le scelte della direzione saranno orientate a valorizzare al massimo le risorse umane che operano nei pronto soccorso, mantenendo le incentivazioni economiche e cercando di reclutare celermente il personale da assumere, magari sollecitando le procedure concorsuali, che al momento languono da tempo negli uffici amministrativi».

 



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