di Maria Nerina Galiè
Stop alle forniture di bottigliette di acqua minerale, banane, burrini, latte fresco, marmellate, succhi di frutta e yogurt, “extra vitto e non necessarie”, se non motivate ed autorizzate: è scritto nero su bianco in una comunicazione aziendale inviata a tutti i dipendenti di Ast Ascoli.
L’aumento del 50% di consumo di acqua minerale, nel 2023 rispetto al 2022, e la necessità di far quadrare i conti in un periodo non proprio florido economicamente per l’Ast Ascoli, ha indotto la direzione a controllare anche altre voci di spesa relative ad alimenti, fatti acquistare dalle strutture ospedaliere del Piceno.
E’ emerso che i reparti venivano consumate bottigliette di acqua minerale, ma anche altro, “extra vitto”, cioè in più rispetto ai pasti previsti per i pazienti ricoverati.
E la comunicazione sulla sospensione delle forniture extra vitto è stata infatti accompagnata da un’altra in cui la direzione ricorda che «l’uso dell’acqua minerale in bottiglia nei reparti è legato all’esclusivo impiego nella diluzione dei farmaci, preparazione di latti, integratori alimentari e solo per scopi legati alle terapie, non per uso personale dei dipendenti».
Le comunicazioni hanno dato adito a diverse chiavi di lettura e non si esclude che possa diventare oggetto di una gag dell’ormai imminente Carnevale ascolano. Del resto non parliamo di ostriche, caviale e champagne.
C’è chi vuole vederci un chiaro allarme economico dell’azienda sanitaria picena, per arrivare a tagliare su acqua e cibo. Chi, invece, avanza il sospetto che parte delle forniture extra vitto, non erano per i pazienti, sottoposti a regime dietetico controllato.
In ogni caso, non è un divieto categorico: «Qualunque richiesta extra per quanto indicato – si legge nell’informativa – dovrà essere espressamente inoltrata alla dietetica ospedaliera che si pronuncerà sull’eventuale approvazione indicando anche i quantitativi che saranno consentiti».
Ed ancora: «Le coordinatrici dovranno inoltrare anche alla direzione sanitaria motivata richiesta con i quantitativi presunti necessari».
Per la dg di Ast Ascoli, la dottoressa Nicoletta Natalini – che non nega l’attenzione alle spese ma nemmeno il fatto che i consumi superiori nei reparti, soprattutto di acqua, «non trovano giustificazione nell’aumento di ricoveri, si tratta di un modo per responsabilizzare i coordinatori di nuova nomina, figure che sono mancate per diverso tempo negli ospedali piceni.
A dicembre abbiamo conferito l’incarico a diversi coordinatori. Altri lo saranno entro gennaio.
Riteniamo che, ribadire queste regole di comportamento, sia un modo per permettere loro di partire con il piede giusto».
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