di Giuseppe Di Marco
E’ un Luigi Rapullino visibilmente infastidito, quello che nel pomeriggio del 26 gennaio ha presentato, all’Hotel Smeraldo, il progetto del “San Park”, idea di una cittadella sportiva da farsi all’area ex Brancadoro. L’amministratore delegato di Sideralba non ha nascosto il malumore dovuto all’assenza dei rappresentanti comunali, siano essi di maggioranza o di opposizione, all’illustrazione dell’elaborato: unico ad assistere è stato Germano Polidori, responsabile di servizio dell’ente rivierasco.
«Il 19 gennaio 2023 ci è stata assegnata l’area ex Brancadoro – ha esordito Rapullino – Abbiamo anticipato il saldo al 27 marzo, con l’obiettivo di arrivare a fine anno all’inizio dei lavori. Ad oggi però non sappiamo ancora se questo progetto piaccia o no. Stiamo entrando in un loop di polemiche fra maggioranza e opposizione, e la cosa non mi piace affatto».
Continua l’imprenditore: «Sono un cittadino che ha fatto un investimento su un’area con una determinata destinazione d’uso, elaborando un progetto che la rispetta ampiamente. All’incontro di questa sera avevamo invitato l’Amministrazione e l’opposizione, ma nessuno è venuto: è un peccato, sarebbe stata un’occasione per dialogare. Mi sento imbarazzato: abbiamo stanziato dei fondi per sviluppare questo progetto e nel frattempo abbiamo molte altre iniziative da portare avanti. Da quando abbiamo depositato l’idea progettuale in Comune, a inizio dicembre, non abbiamo ricevuto più alcuna risposta. Noi non intendiamo scavalcare le regole e il Consiglio comunale, ma solo velocizzare i tempi. Avremmo potuto prevedere la realizzazione di un centro commerciale o di un ostello, ma il nostro interesse è fare sport ed eventi, mantenendo gran parte dell’area verde».
L’argomento è tornato di stringente attualità perché ora il Comune è chiamato a decidere se, ed eventualmente come, approvare l’iniziativa progettuale, consentendo la realizzazione del “San Park” con un intervento diretto oppure con un piano particolareggiato in variante al prg. Da inizio dicembre, però, l’iter è entrato in stallo e l’opinione pubblica sambenedettese, sulla vicenda, si è letteralmente spaccata.
«Se il progetto non dovesse piacere siamo disposti a ritirarlo – ha concluso Rapullino – Arrivati ad un certo punto comunque ci toccherà decidere cosa fare. Ma in caso di ritiro del progetto qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità e restituirci i soldi».
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