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“San Park”, per Sideralba l’intervento diretto è più a norma di legge del piano particolareggiato

SAN BENEDETTO - Il legale Alessandro Pallottino dirime la polemica sulla procedura: «Una modifica delle norme tecniche è appannaggio della giunta. Se si passasse per il Consiglio, ne risulterebbe un vizio di competenza»
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Il rendering del “San Park”

 

di Giuseppe Di Marco

 

Un’intervento diretto, nel caso del “San Park”, rispetterebbe la legge più di un eventuale piano particolareggiato. A dirlo è l’avvocato Alessandro Pallottino, che per conto di Sideralba ha inviato al Comune un parere pro veritate sulla procedura da utilizzare per approvare l’iniziativa progettuale elaborata per l’area ex Brancadoro.

 

Nei giorni scorsi, gran parte della minoranza ha levato gli scudi contro la possibilità che Sideralba effettui un intervento diretto sull’area per realizzare il “San Park”. Tale possibilità è stata prospettata dalla società, che ha ipotizzato una modifica ad un articolo delle norme tecniche attuative relative all’area, così da prevedere, appunto, un intervento diretto anziché una variante al piano regolatore. Ad operare tale modifica sarebbe la giunta, e quindi l’opposizione ha respinto l’ipotesi, affermando che un passaggio del genere dovrebbe superare il vaglio del Consiglio comunale.

 

Per il legale incaricato da Sideralba, però, le cose non stanno così. «Quando si cambia il piano regolatore generale non si può prescindere da un piano particolareggiato in variante – spiega il legale – ma il nostro progetto non si discosta di un millimetro dal piano, quindi si può procedere tramite intervento diretto. Abbiamo deciso di passare attraverso l’organo politico, ovvero la giunta».

 

Continua Pallottino: «Qualcuno ha detto che in questo modo si sottrarrebbe la competenza del Consiglio comunale, ma non è affatto così: nel Testo Unico degli Enti Locali le competenze sono ben ripartite e in questo caso sono alla giunta. Laddove lo si portasse in Consiglio ne risulterebbe un vizio di competenza. Inoltre il progetto di un privato, normalmente, viene prima esaminato dagli uffici, e solo all’ultimo dal Consiglio comunale. Sideralba invece ha ritenuto opportuno portarlo a conoscenza di tutti sin dall’inizio».

 

Secondo l’avvocato, quindi, «bisogna passare attraverso la modifica di un articolo della norma tecnica. In base alla legge regionale 34 del 1992, le varianti che non prevedono modifiche dei carichi insediativi, ma solo delle norme tecniche, sono di competenza della giunta. Ci sono precedenti nei comuni di Corridonia e Ascoli Piceno. Il progetto Sideralba è di assoluto interesse pubblico e ha un peso urbanistico pressoché uguale a zero. Per legge – conclude il legale – è obbligatorio scegliere il percorso più rapido e semplice: nel nostro ordinamento è vietato aggravare un procedimento amministrativo».


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