di Pier Paolo Flammini
Vola Jannick Sinner che quest’oggi, domenica 28 gennaio, a Melbourne, vincendo gli Australian Open, ha messo nella sua giovane bacheca il primo Slam della sua carriera. Una sfida, contro il russo Medvedev, che ha incollato gli italiani allo schermo per quasi quattro ore, dopo che l’alto-atesino è stato in svantaggio per due set a zero, rimontando poi il rivale, apparso più stanco sia per un torneo più dispendioso (molti passaggi del turno al quinto set) sia per il gioco di Sinner che lo ha costretto a muoversi molto di più del rivale.
Per Sinner è l’incoronazione definitiva, dopo la vittoria dell’ultima Coppa Davis con la Nazionale Italiana. E se il rosso di San Candido è stato da sempre definito un predestinato, va detto che nello staff tecnico di Sinner figura ormai, dal maggio 2022, Simone Vagnozzi, coach legato quanto mai al Piceno (oltre a lui Sinner è allenato anche dall’australiano Darren Cahill).
Nato il 30 maggio 1983 ad Ascoli, vissuto a Castorano, con forti legami con il Circolo Tennis Maggioni di San Benedetto, Vagnozzi è stato un tennista di buon livello. Iniziò nell’allora Circolo Tennis della Cartiera Mondadori di Ascoli fino ad arrivare al numero 161 del mondo, ma dal 2016 – a 33 anni – si è ritirato dall’attività agonistica passando ad allenare. Con risultati sempre strepitosi.
Per primo ha guidato Marco Cecchinato, da fine 2016, che sotto la sua supervisione è passato dal numero 180 al numero 16 del ranking mondiale. La crisi di risultati del 2019 ha portato al divorzio con Cecchinato, e a quel punto Vagnozzi ha allenato l’ascolano Stefano Travaglia, che è entrato nella Top 100 arrivando fino al 61° posto.
Poi, nel maggio 2022, ecco il divorzio tra Sinner e Piatti e la scelta dell’alto-atesino di affidarsi a Vagnozzi: e da grande promessa Sinner si è trasformato, in meno di due anni, in grande campione mondiale.
Quarto nella classifica Atp con vista adesso al primo posto dopo la vittoria agli Australian Open, primattore nella Nazionale che è tornata a vincere la Davis dopo 47 anni, il futuro arride al giovane Sinner, ancora ventunenne.
E quindi, considerando i risultati fin qui ottenuti, anche alla sua ombra Stefano Vagnozzi. Insomma, nel tennis, in quanto a “ace” e “smash”, il Piceno dice la sua.
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