di Lino Manni
“Quanti disegni ho fatto. Rimango qui e li guardo. Nessuno prende vita… a me viene la noia”. Sono i versi della canzone di Angelina Mango, vincitrice del Festival di Sanremo. Versi della canzone che si addicono al momento attuale dell’Ascoli. Una campagna acquisti, quella di gennaio, che ha rivoluzionato l’organico ma che non ha dato i frutti tanto attesi. Almeno nelle ultime due giornate. Ora la situazione è critica ma non disperata. E dire che la partita contro il Catanzaro si era messa anche bene. Sebbene sotto di una rete alla squadra di Castori riesce il ribaltone. Lo fa con i gol di due difensori, che in campo dovrebbero evitare di prenderli piuttosto che farli, ma va bene così. Il primo tempo si chiude con una certa fiducia.
Nella ripresa cambia tutto grazie, ancora una volta, al Var questo sconosciuto sempre più famoso. Il cartellino rosso su Valzania mette in confusione mister Castori e nello stesso tempo spiana la strada della rimonta al Catanzaro dell’ex Vivarini. L’Ascoli arretra sempre più e la partita si trasforma in un assedio alla porta difesa da Viviano. Inutile, direi anche negativo, l’utilizzo di tutti i difensori centrali a disposizione: i bianconeri cedono ai giallorossi e non è solo questione di inferiorità numerica. Quella con il Catanzaro è stata la giornata dei debutti. Prima Zedadka e poi Duris abbandonato in avanti e in balìa della difesa calabrese. Adesso è arrivata l’ora di gettare giù la maschera.
Parafrasando ancora la canzone di Angelina Mango ora c’è bisogno della “cumbia” per avere meglio della noia. La “cumbia” è un genere di musica popolare colombiana, e anche l’Ascoli deve cambiare la musica se vuole centrale l’ennesima e sofferta salvezza.
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