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La bolgia del Carnevale: bissato il successo di domenica, ecco tutte le nomination del concorso (Fotogallery)

ASCOLI - Afflusso record di pubblico, nonostante il giorno feriale, anche per il gran finale del martedì. Tantissime le maschere in centro e, almeno per due giorni, la voglia di ridere. I temi, le gags, i personaggi di una manifestazione unica nel suo genere animata dall’impegno spontaneo di veri e propri artisti di strada di ogni età. Domenica prossima le premiazioni al Teatro Filarmonici
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di Walter Luzi

 

Carnevale storico ascolano. Una marcia in più rispetto a tutti gli altri. Con tutto il rispetto. Perchè in piazza, che poi sono due, entrambe bellissime, del Popolo e dell’Arengo, per qualche giorno, gli ascolani mettono in scena proprio di tutto. Senza falsi pudori e reticenze. Si ride su tutto. E ce n’è per tutti. Ridendosi senza problemi, spesso, anche addosso. Banche e amministratori. Dottori e ospedali. Santi e potenti. Reali e politici.

 

La satira più acclamata è per i grandi comici involontari di tutti i giorni, le querelle del momento, i grandi temi di attualità. Su quelli più drammatici, che purtroppo non ci fanno mai mancare, si può solo piangere. Su quelli più leggeri, qui, solo infierire. Dal Festival di San Remo, esilarante falso di quello di Sanremo, arriva anche il maestro Gigi Vessicchio, che in molti scambiano per quello vero. A C’è posta per te basta cambiare una vocale per trovare un posto per te. In un loculo. Ma sono le cittadinanze onorarie a tenere banco. Si offrono, generosamente, ad ogni vip che capita a tiro.

 

Data per certo ormai, dopo quella, sofferta, per Russel Crowe, anche un altra, per il divo Silvestro Stallone. Con tanto di albero genealogico esibito, e lontane parentele vantate con un omonimo notabile locale. Che appare, in carne e ossa (e maschera) poco più in là, a perorare la stessa causa. Cose che capitano solo al Carnevale di Ascoli. Dove le banche tiranne di ogni giorno, che per un giorno, almeno, si possono sbeffeggiare, e Sant’Antonio che si lamenta del cambiamento dei costumi. Una volta benediva buoi e maiali, oggi cagnolini toy da borsetta, criceti di appartamento e galline da compagnia. Dove andremo a finire. Con troppi influenzer, troppi cantieri, e troppe promesse difficili da mantenere.

 

Arriva all’uopo il consiglio accorato, e spesso più che giustificato, di uno dei gruppi più applauditi: “Arecala da ssà pianta!”. Vecchi detti in stretto dialetto ascolano che ritornano, e riscuotono sempre successo. Con sottotitoli obbligatori per non autoctoni. A spiegare cos’è nu cucummera quando è riferito ad un umano. Indispensabili quando il Carnevale ascolano sfocia nella botanica, in varie declinazioni, e con il rituale, sacro e irrinunciabile, del doppio senso sempre in agguato. Come le mozzarelle in carne e ossa fra il pubblico coinvolte in allegria per una pizza insieme alle maschere bongustaie, e spettatrici volontarie che diventano protagoniste in  singolarissime fecondazioni assistite.

 

Ci sta, al Carnevale di Ascoli. Dove si può provare a sentirsi, come si dice, “in braccio a Cristo” finendoci, per qualche minuto almeno, per davvero. In Ascoli. Dove tutte le tradizioni si tramandano di padre in figlio. E quella del Carnevale non correrà mai rischi di estinzione per i suoi mille protagonisti. I “laureati” di questa manifestazione, ancora validamente sulla breccia, sistemati come icone sacre in fondo a Piazza del Popolo, o un abituè in maschera come Leo Vitelli, scomparso proprio alla vigilia, avranno degni eredi. Dalla piccola v’nn’ricula che ha sbagliato piazza per vendere le sue verdure, ai due bambini intepreti di Ch’ ghie fa lu fum’ a lu cammi’ fra i tantissimi intravisti nella calca.

 

Piccoli artisti di strada, commedianti popolari nati, talenti spontanei nati da poco sotto le cento torri ma già entrati nel ruolo, già contagiati dalla passione. Il più piccolo, Denver, non ha neanche un anno. I genitori lo hanno portato al Carnevale, in concorso, confuso fra i peluche con il suo ciuccio in bocca. Fotografato, ammirato, praticamente già una star. Come inizio non c’è male.

 

Molto attesi i primi verdetti. Alla fine della lunga e divertente giornata, dopo il conteggio e la verifica delle schede consegnate dai giurati, il sindaco Marco Fioravanti ha ufficializzato i gruppi finiti in nomination, categoria per categoria, e, quindi, candidati alla vittoria finale. Le premiazioni domenica prossima 18 febbraio, a partire dalle ore 16, al Teatro Filarmonici

 

LE NOMINATION

 

Categoria “A”: Perche’ Sanremo nen e’ San Remo…; Nel ricordo dei caduti del commercio (‘rrete la croce la precessio’); Lu’ vivaie de Peppe de Joma de io la Lama; Ssu carnevale c’e’ fatt a piezz; Se vuo fa balla la frechina..falla cala’ jola can..tina

 

Categoria “B”: Ce seme ‘nfrattate; Seme ascula’ e li arie ce li poteme da; Li feste s’appicceca se Carnevale ve bass’… stenghe sempre a magna .. e’ secure che m’ ngrass’; Anno bisesto anno funesto; Ma tu che liva vuo’

 

Categoria “C” (2-3 elementi): Chesta e’ proprie na’ vitaccia; L’esorcista de li percarie’; Li mattenelle de piazza Arringo… balla; Arecala da ‘ssa pianta; Deteme na ma che stengh mbracce a criste

 

Categoria “D”: Brandozzi dottore brucia nei a tutte le ore; Sentiti ascolana; Me s’appiccia tutteli lampadine!; C’e’ posta(o) per te; Ce so abbenate nu cappotte pie’ de pulle

 

Categoria Baby (da 0 a 10 Anni): Acchiappa peluche;  Ascolana dop; Stavodda la so fatta rossa; ;Massimo Quintodecimo; In giro per Ascoli, con le mini … guide; La vennericula! Me so sbagghiata piazza; Frida Kahlo; Ormai so tutte scienziate; Sti frechi’ e’ na rannela

 

Categoria “G” (da 11 a 24 anni): Che gghie’ fa’ lu fume a lu cammi’; De “la carica” me ne e’ rimasto uno; E’ la prima vodda che ce maschereme… rompiamo il ghiaccio

 

Categoria “Omnia Bona” (sabato pomeriggio e domenica mattina): Li mattenelle de piazza arringhe… balla; ; Me so’ ‘mbusse’ nda’ nu peggi’; Me s’appiccia tutte li lampadine; Arecala da ‘ssa pianta; Sti frechi’ e’ na rannela!

 

LA FOTOGALLERY

 

 

 


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