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Sgl Carbon, “Forum di progettazione partecipata” per pensare concretamente al futuro del sito dopo la bonifica

ASCOLI - Presentato il protocollo d'intesa tra Comune e Legambiente nazionale, volto ad aprire a cittadini, imprese e associazioni la riqualificazione del sito. Presenti all'incontro, oltre al sindaco Fioravanti, anche il commissario Vadalà, il presidente della Bottega del Terzo Settore Paoletti, e gli esponenti locali e nazionali dell'associazione ambientalista
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di Maria Nerina Galiè

E’ concreta la rigenerazione della Sgl di Carbon con l’avvio del cantiere per la messa in sicurezza  della vasca di prima pioggia, quindi è ora tempo di pensare al futuro del sito ascolano che ha tanto fatto discutere.

Non si tratta adesso soltanto di immaginare come la “ciminiera” diventa  il “polmone” della città, «dobbiamo piuttosto pensare a quello che potrà diventare un domani nemmeno troppo lontano. Ideare qualcosa che sia in grado di soddisfare le attuali esigenze ma anche di offrire opportunità di lavoro, attraverso la formazione, per un lavoro che nemmeno esiste ancora.

Ci attende una sfida grande e ambiziosa, che richiede idee e proposte di tutti».

Lo ha detto il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, oggi 15 febbraio, alla presentazione del “Forum di Progettazione Partecipata per la Riqualificazione dell’ex stabilimento Sgl Carbon”, i cui intenti sono stati messi nero su bianco con la firma di un protocollo d’intesa tra Comune di Ascoli e Legambiente nazionale e prevedono il coinvolgimento associazioni e della struttura commissariale per le discariche, rappresentata all’incontro di Ascoli dal Commissario unico di Governo Giuseppe Vadalà.

 

«Oggi – sono state ancora le parole del primo cittadino – è il punto zero. Il Forum è aperto a tutte le persone, le associazioni, gli enti del terzo settore e le imprese che vogliono contribuire concretamente, con idee, proposte e progetti, alla rinascita dell’area. 

Apriamo alla citta ma anche all’Italia e all’Europa perché il progetto è innovativo, il  sito è grande ed in grado di accendere interessi per proposte che possono arrivare anche da lontano.

La co-progettazione porta ad una positiva contaminazione di idee per arrivare ad una grande trasformazione dell’area, in una cittadella innovativa e intelligente, investendo sull’infrastruttura digitale, ma anche in un parco verde.  

 

La sostenibilità ambientale, economica (tenendo anche conto della successiva manutenzione), culturale e sociale sono i pilastri a cui deve attenersi il cittadino che vuole dare il suo apporto».

 

Giuseppe Vadalà, Marco Ciarulli, Enrico Fontana, Diana Di Loreto e il sindaco Fioravanti

Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente – presente all’incontro insieme con Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche, e Diana Di Loreto, presidente del circolo  di Ascoli – ha sottolineato come «ad Ascoli per la prima volta, si stia portando avanti un piano, reso concreto dall’approvazione in Giunta del Forum e della firma del protocollo tra Comune e Legambiente.

In Italia la situazione delle bonifiche à disastrosa. Questo di Ascoli diventerà un modello da esportare.

Perché senza la partecipazione attiva cittadini le riqualificazioni non si fanno. 

Il protocollo con Legambiente, inoltre prevede anche monitoraggio della bonifica, d’accordo con struttura commissariale.

Attraverso l’intesa sono stati presi impegni precisi anche sulla valutazione delle proposte e dei criteri con cui saranno valutate.

Il Forum lavorerà insieme almeno per un anno, forse di più.

Sul sito del Comune di Ascoli ci sarà una pagina dedicata a progettazione partecipata per accogliere idee, progetti e osservazioni dei cittadini. Il Forum sarà moderato dal Comune, dalla Bottega del Terzo settore e da Legambiente».

 

Il generale Giuseppe Vadalà

«La messa in sicurezzaha affermato il generale Vadalàdirei quasi che è messa in ombra dal progetto che si sta presentando qui oggi, dove c’è un Comune  che si pone il problema di cosa si vuole fare dopo.

Molte aree, dopo la bonifica, rischiano di rimanere là se non c’è una visione di impegno futuro, se il privato non si affianca al pubblico per fare qualcosa per la città, come ha dimostrato la Restart (proprietaria dell’area e di cui è leader l’imprenditore Battista Faraotti unitamente a Fondazione Carisap ed ad altre imprese del territorio).

C’è poi il discorso delle aree interne: investire su queste e cercare di invertire la tendenza allo spopolamento, si può fare solo trattenendo i giovani, con il lavoro e le idee.

Il progetto che sta prendendo corpo va proprio in questa direzione. Il protocollo ha gambe solide, darà numerosi frutti.

Noi, come struttura commissariale, restiamo a disposizione, e con orgoglio, per la parte tecnica». 

 

«Stiamo mettendo in moto strumenti innovativi – questo l’intervento di Roberto Paoletti, presidente della Bottega del Terzo Settore – e ragionavo sul fatto che tutto questo è ordinarietà del vivere quotidiano per la Bottega del Terzo settore, che nasce per raccogliere visioni, per connettere realtà non solo di terzo settore, ma queste con l’ente pubblico e le associazioni come Legambiente.

Bottega non poteva non esserci, potendo inoltre contare su ben 210 enti del terzo settore».

 


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