Solo due imprese hanno presentato proposte per la gestione della Bambinopoli
di Giuseppe Di Marco
Sono solo due, le proposte pervenute in Comune da altrettanti soggetti privati per la gestione della Bambinopoli. Il bando per l’affidamento della superficie era scaduto il 13 febbraio, e dopo due giorni sono state aperte le buste. Per la minoranza, l’esiguo numero di offerte non rappresenterebbe una buona notizia.
Il bando in realtà era scaduto a fine gennaio, ma era stato prorogato di quasi due settimane per consentire ad eventuali soggetti interessati di effettuare sopralluoghi. Alla fine della fiera, però, le domande sono state solo due. Ora toccherà alla commissione, presieduta dal dirigente Giorgio Giantomassi e composta dai direttori Marco Cicchi e Lanfranco Cameli iniziare l’esame della documentazione presentata.
«Evidentemente avevo ragione – tuona Annalisa Marchegiani – il bando è stato un insuccesso. Di più: un vero pasticcio, e quindi andava ritirato in autotutela. L’atto, infatti, non è stato corredato del necessario piano economico finanziario, e quindi mi chiedo in che modo un imprenditore eventualmente interessato possa calcolare gli ammortamenti per l’investimento da mettere in campo».
L’avviso, pubblicato il 29 dicembre, riguarda l’affidamento per 10 anni – rinnovabili – del chiosco-bar che si trova nella pineta di Viale Buozzi: un manufatto di 51 metri quadrati da adibire ad attività di pubblico esercizio (somministrazione di alimenti e bevande), dotato di servizi (igienico-sanitari), ripostiglio, laboratorio, un portico esterno (60 metri quadrati) e una porzione di area esterna (220 metri quadri) da destinare in parte alla posa di tavoli e sedie ed in parte ad attività ludiche. Tenendo presente anche l’area verde, comunque, la superficie arriva a 2.895 metri quadrati.
Il canone annuo ammonta a 13.165,50 euro. Non finisce qui: a titolo di adempimento precontrattuale, il soggetto aggiudicatario, a semplice richiesta dell’ente, entro sette giorni dalla data di comunicazione dovrà provvedere al pagamento dell’indennizzo, riconosciuto al precedente concessionario, e pari a 30.000 euro.
«Sarebbe stata necessaria maggiore trasparenza nel definire cosa si potrà realizzare su quell’area – conclude Marchegiani – immagino che inizialmente i privati interessati fossero molti di più. Porterò la questione in Consiglio comunale e alla Corte dei Conti».
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