di Maria Nerina Galiè
E’ ormai imprescindibile fare i conti con la grande sfida che ci aspetta con l’avanzare dell’intelligenza artificiale (IA), ormai utilizzata in tutti i settori, modificandone profondamente l’approccio.
Le professioni giornalistiche e ingegneristiche non ne sono esenti.
A queste categorie è stato dedicato un corso di formazione, organizzato dalla Diocesi di Ascoli e dall’Ordine dei Giornalisti delle Marche degli Ingegneri, e che si è svolto ieri, 15 febbraio, ad Ascoli, dal titolo “Verso una umanità sintetica? Intelligenza artificiale e nuove professioni: opportunità, strumenti e sfide etiche”.
Don Giampiero Cinelli e monsignor Gianpiero Palmieri
L’evento, partendo dal messaggio di Papa Francesco per la 58esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”, ha puntato a riflettere su tutto questo ed affinché si vada verso una cultura che ponga l’intelligenza artificiale al servizio del bene comune.
Il tema è stato ribadito dal vescovo della Diocesi di Ascoli, monsignor Gianpiero Palmieri, al momento delle conclusioni dell’evento che ha richiamato a Casa Regina Apostolorum una nutrita platea di professionisti: «Dietro a tale innovazione tecnologica si cela una meravigliosa sfida, che richiede molto coraggio ma anche regole condivise».
Emanuele Frontoni
I relatori sono stati il professor Emanuele Frontoni, docente ordinario di informatica dell’Università degli Studi di Macerata, co-direttore Vrai Lab, Raffaele Buscemi, professore di Media Training e di Strategie di comunicazione on-line per le istituzioni alla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, e Lindo Nepi, giornalista pubblicista, docente e formatore nel settore IT.
I lavori sono stati introdotti da Stefano Babini, presidente dell’Ordine degli Ingegneri, e da don Giampiero Cinelli, consigliere dell’Odg delle Marche che ha rimarcato come, ormai, sia inevitabile dover fare i conti con l’Intelligenza artificiale che però sottende grandi opportunità nel campo della comunicazione.
«Bene migliorare la qualità della vita – sono state invece le parole dell’ingegner Babini – ma evitiamo che si allarghino i solchi tra chi detiene la conoscenza e chi, per vari motivi, si trova in posizione svantaggiata».
Dai relatori, ciascuno in ragione della propria specializzazione ed esperienza, lavorativa e nell’utilizzo quotidiano della IA, o AI per dirla nella lingua in cui è nata e nella quale si sta sviluppano, messaggi rassicuranti che derivano da un aspetto fondamentale: l’intelligenza artificiale non inventa nulla, ma elabora dati che solo l’uomo è in grado di fornire.
«L’intelligenza artificiale non ucciderà il lavoro giornalistico, che è e resta quello di trovare notizie e raccontare la verità», ha detto il professor Buscemi.
«Di fronte all’innovazione tecnologica si può avere paura e restare fermi. Oppure utilizzarla per creare soluzioni che aumentano la dignità della grande famiglia umana» è stato il commento del professor Frontoni che ha concluso con una frase emblematica: «La vera cosa che deve stupirci sono i decenni di genialità umana che hanno portato a tutto questo».
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