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Stabilizzazione di 108 precari in Ast, si accoda anche il sindaco Antonio Spazzafumo

SAN BENEDETTO - A distanza di poche ore dalle dichiarazioni del collega di Ascoli Marco Fioravanti, anche il primo cittadino rivierasco esprime soddisfazione per il provvedimento dell'Ast che ha anche annunciato di applicare la stessa normativa per altre figure professionali aventi diritto. «E' un segnale importantissimo per la comunità del Piceno»
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Il sindaco Spazzafumo

 

«La notizia della stabilizzazione di ben 108 dipendenti tra infermieri e operatori socio sanitari da parte della nostra Azienda Sanitaria Territoriale, unitamente alla sospensione dello stato di agitazione proclamato dalle rappresentanze sindacali e all’annuncio che l’Ast provvederà ad applicare la medesima normativa per le altre figure professionali aventi diritto, rappresenta un segnale importantissimo per la comunità picena, e in particolare per quella sambenedettese che guardava con legittima preoccupazione alle problematiche del personale operante all’ospedale Madonna del Soccorso».

Sono parole di Antonio Spazzafumo che, a distanza di pochissime ore, fanno seguito a quelle – simili – del collega Marco Fioravanti, primo cittadino di Ascoli.

«Lo interpreto anche come un importante risultato del costante e costruttivo rapporto di leale collaborazione che noi sindaci, ed il sottoscritto in particolare, abbiamo intessuto in questi mesi con la Regione e con l’Azienda, e che ha visto la dottoressa Natalini (direttore generale di Ast Ascoli, ndr) e il suo staff confrontarsi sempre con franchezza e disponibilità.

Ho sempre resistito alle richieste di tanti che premevano perché assumessi posizioni apertamente conflittuali – continua Spazzafumo – non solo perché sono convinto che le azioni plateali non portano a nessun risultato, ma perché ero consapevole del lavoro che i vertici aziendali, supportati da quelli regionali, stavano compiendo con discrezione per arrivare a traguardi tangibili. Questa posizione – conclude il sindaco – mi ha attirato tante critiche ma oggi ho la conferma che questo era l’atteggiamento giusto da assumere. Esso caratterizzerà anche in futuro il mio ruolo di interlocutore primario di chi gestisce la sanità pubblica».



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