di Maria Nerina Galiè
Crisi idrica e depuratori sono stati al centro dell’incontro organizzato dalla Ciip spa, oggi 4 marzo, nella sede centrale di Ascoli, dove la presidente Maddalena Ciancaleoni, a pochi mesi dal suo insediamento, ha voluto fare il punto sul prezioso servizio di erogazione come sugli interventi in corso di progettazione per gli impianti di raccolta e di trasformazione – parola ora strategica, come si vedrà nell’articolo dedicato (leggi qui) – degli scarichi civili e industriali.
La presidente è stata affiancata dal direttore generale Giovanni Celani e dagli ingegneri Massimo Tonelli e Claudio Carini, ciascuno per il proprio ambito, ed ha aperto i lavori sottolineando l’impegno della Ciip nel sensibilizzare le alte istituzioni dello Stato e nell’intercettare fond,i per portare a termine iniziative in corso.
Due le concomitanze che hanno rischiato – senza successo – di mettere in ginocchio la portata delle sorgenti nei territori piceno e fermano gestiti dalla Cicli integrati: il terremoto del 2016 e l’inarrestabile cambiamento climatico. E possiamo anche metterci l’aumento dei costi energetici.
«Bussiamo a tutte le porte, per sensibilizzare e intercettare fondi. Il Grande Anello dei Sibillini è stato oggetto di un convegno a Castelfidardo e nel quale era presente il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Picchetto Fratin. Entro marzo a Roma ci sarà un altro evento per fare il punto sulla situazione a 7 anni dal sisma», ha esordito Ciancaleoni (video) nel ricordare, insieme al direttore Celani un corretto comportamento sull’utilizzo dell’acqua, sull’importanza di evitare sprechi e usi impropri.
«Quello che è accaduto negli ultimi anni – ha detto l’ingegner Tonelli – ha ridotto del 50% le nostre portate. Siamo riusciti a far fronte all’emergenza, in quanto avevamo un surplus del 30, 35%.
A questo standard dobbiamo tornare, affrontando la crisi idrica con progetti a lungo termine e con una politica aggressiva per ridurre le perdite, con sistemi altamente tecnologici, finanziati per oltre 2o milioni di euro dalla Struttura commissariale, in un progetto che ci vede esecutori anche per altre aree del cratere della regione (leggi qui).
Nell’emergenza sono stati poi provvidenziali gli investimenti fatti con gli impianti di soccorso, di Santa Caterina per le zone del Fermano, Fosso dei Galli per San Benedetto e Castel Trosino per l’Ascolano, come pure il pozzo di soccorso di Capodacqua, finanziato nel 2019 dalla Protezione Civile. Speriamo inoltre di poter accedere a dei fondi per un altro simile nell’alto Tronto.
Abbiamo incontrato proteste e resistenze. Non escludiamo di dover programmare altre chiusure notturne. Ma l’acqua potabile, dai rubinetti dei cittadini, continua ad uscire.
(continua a leggere dopo il video)
Adesso – sono ancora le parole di Tonelli – siamo consapevoli di dover affrontare altre e diverse visioni sulla modalità di continuare a garantire il servizio.
E mi riferisco agli impianti di captazione del Lago di Gerosa e del fiume Tenna, che faranno confluire l’acqua nel potabilizzatore di Comunanza (leggi qui).
Anche in questo caso si tratta di un impianto di soccorso e molto energivoro. Ma necessario.
Perché da qui a qualche anno, la situazione climatica non migliorerà.
Come negli ultimi periodi, invece della neve, preziosa per ricaricare le sorgenti, ci saranno forti piogge. Dannose quando incontrano il terreno arido e argilloso, con un flusso che “scivolerà” invece che penetrare. Ecco quindi la necessità di attingere in altro modo, con le captazioni che dovrebbero concludersi entro il 2026, in quanto da realizzare con i fondi Pnrr».
Resilienza è la parola che Tonelli vuol fare emergere proprio da questo istituto: «Ricostruzione, reindustrializza, riconversione ai fini turistici passano per l’ acqua e bisogna tenerlo presente quando si mettono a confronto i vari interessi per concertare azioni».
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