di Luca Capponi
«Il mio futuro è un presente “allargato”. Non voglio spingermi troppo in avanti».
Giovanni Allevi torna a parlare in tv dopo la commovente esibizione all’ultimo Festival di Sanremo. Stavolta il musicista ascolano è stato ospite di “Cinque minuti”, la striscia quotidiana di Rai 1 condotta da Bruno Vespa subito dopo il Tg delle 20.
Lo avevamo lasciato, appunto, sul palco dell’Ariston, visibilmente provato e commosso per il ritorno sulle scene a due anni dalla diagnosi di mieloma multiplo, lo ritroviamo un mese dopo alle prese con un tour sold out che lo sta portando trionfalmente lungo tutta la Penisola e che lo condurrà anche all’estero, tra Germania, Austria e Spagna.
E infatti, dopo l’esecuzione di un passo di “Back to life“, il giornalista Rai domanda: «Hai superato una malattia importante ma durante il concerto di Roma hai detto “ho un terribile mal di schiena ma lo annego nella musica”».
«È successo a metà del concerto – conferma Allevi -. Si tratta di una frase dura, l’idea che il dolore fisico possa essere trasformato in musica. Non è solo un fatto spirituale ma anche fisico, perché quando c’è il pianoforte gran coda da concerto la mia energia viene assorbita come se il pianoforte fosse un grande materasso morbidissimo dove le contratture dei muscoli paravertebrali si sciolgono. La malattia ha moltiplicato la mia gioia di vivere, adesso cerco di cogliere da essa tutti i doni che mi offre, molto più di prima».
«La filosofia è importantissima –conferma – a Sanremo ho citato Kant perché quando ho affrontato l’esperienza della possibilità concreta della mia fine e del dolore fisico, l’immortalità dell’anima è tornata ad essere un nodo centrale nei miei pensieri. L’immortalità dell’anima, la grande speranza o la grande illusione del genere umano? Allora mi sono fatto avvvolgere dalle parole di Kant in quella splendida pagina sul finale della “Critica della ragion pratica”, dove dice che ognuno di noi intuisce immediatamente che nella profondità del nostro essere c’è qualcosa di più grande, qualcosa di bello e di buono precedente alla nostra aggressività, qualcosa che trascende la nostra vicenda individuale e, mi permetto di dire, qualcosa che trascende il mio dolore fisico».
E davanti a un Vespa che si complimenta dei suoi successi citando papà Nazzareno Allevi, Giovanni sorridendo risponde: «Che carino mio padre, lui è stato per tanti anni il mio più grande detrattore, non voleva che facessi il compositore perché è un sostenitore della grande tradizione classica e vedeva un sacrilegio nel mio tentativo di scrivere una musica nuova».
Dopo essersi seduto al pianoforte per la seconda volta suonando l’ultimo singolo “Tomorrow“, Allevi conferma tutta la sua sensibilità. Non dimenticando chi ha condiviso con lui un pezzo di strada così difficile.
«Voglio ringraziare i pazienti dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e tutte le persone che stanno vivendo questo percorso molto difficile – conclude -. Mi danno una grande forza, sono un esempio di umanità e di autenticità. Vi abbraccio tutti».
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