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“Completo”, ma di cosa?

QUELLO delle Onoranze Funebri è un settore con cui non si ha piacere di familiarizzare e che quindi si conosce poco
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Alberi di Paulownia

 

Ormai ci siamo abituati: prezzi fuori controllo, burocrazia che invece di decrescere con la digitalizzazione crea doppioni digitali di carta, prodotti che ci vengono offerti ad un costo che diventa dieci volte tanto quando andiamo a fare i conti. E questo vale anche e soprattutto per quei servizi che, fortunatamente, non chiediamo spesso ad un fornitore. Stiamo parlando del momento in cui accompagniamo un nostro caro per un ultimo saluto. Perché se anche web e vetrine rimbombano di sconti e prezzi bassissimi, in realtà le cose stanno in un modo un po’ differente.

 

Vediamo di capirci un po’ di più con qualche domanda a Daniele Bucci, che da oltre dieci anni è titolare di una impresa di onoranze funebri nell’ascolano e che avete cominciato a conoscere qui su Cronache Picene.

 

Daniele Bucci

Segni di crisi anche in un settore come quello del “caro estinto”, notoriamente florido e poco sensibile agli alti e bassi del mercato?

«La crisi, o meglio, questo nuovo modo in cui il mercato si sta trasformando, tocca tutti. Se è vero che dall’esterno la nostra sembra una professione lucrosa, in realtà non è più così. E il motivo principale sta nelle condizioni economiche della maggior parte delle famiglie. Per questo vedete prezzi che sembrano impossibili. E anche la concorrenza è aumentata fortemente, proprio per questa idea che intraprendere nel nostro settore sia facile e molto remunerativo».

 

Già, i prezzi. Come è possibile che si vedano in giro offerte a 1.900 euro per un funerale completo? La concorrenza può giustificare queste quotazioni?

«Se è per questo si vede in giro anche di peggio. Ci sono offerte per “funerali completi” anche a 1.500 euro e in alcuni casi si va anche molto oltre. Una domanda gliela faccio io: “funerale completo” che significato ha per lei?».

 

Senza entrare troppo nei particolari, mi viene in mente che indichi un servizio che curi ogni aspetto di un ultimo saluto: allestimenti, trasporti, assistenza, cura delle pratiche funebri, fiori. Completo, insomma.

«Se ne trova uno, me lo indichi, che lo posso riproporre ai miei clienti. Un funerale completo a 1.500 euro non è sostenibile. Per questo, di solito, al momento della stipula del contratto viene fuori che la salma sarà trasportata su un furgone chiuso, invece di un moderno carro appositamente attrezzato; che magari il servizio non riguarda il trasporto in chiesa ma solo nel luogo di sepoltura; o che il defunto deve trovarsi a piano terra e non a piani più alti. E questo solo per citare le condizioni più comuni. Non che questi servizi non siano acquistabili separatamente, anzi, lo scopo dell’offerta è proprio quello: ma a quel punto un funerale completo arriva a costare praticamente il doppio».

 

Ma allora è il mercato?

«Sì, il gioco sta nel fatto che quando si ha bisogno di qualcosa e si ha poco tempo per decidere, si finisce per scegliere l’offerta che ci sembra più conveniente. E quando ti trovi a prendere delle decisioni in 15 minuti è quasi scontato che i prezzi lievitino. La maggior parte di noi professionisti non sta a questo gioco, che è poco rispettoso non solo della persona che non c’è più, ma anche delle condizioni di difficoltà “contingente” in cui sta chi si prende cura di quella».

 

Ma i materiali usati per la sepoltura fanno stare tranquilli… ?

«Esistono prodotti, tipo la bara, che possono essere realizzati in materiali, diciamo poco adatti. Ci sono casse che provengono dal lontano Oriente, che sono tutto meno che degni strumenti di sepoltura. Lei sa che legno è il Paulownia? È un legno molto leggero e molto lavorabile, gradevole a vedersi che si disfa con una facilità estrema. Ovviamente è poco costoso e si è tentati di acquistarlo proprio per questa caratteristica. Ma quando viene inserito in un loculo, in pochi mesi perde la sua funzione principale, che è quella di protezione ulteriore alla zincatura, con conseguenze a dir poco sgradevoli».

 

Per questo succede che si verifichino esplosioni di casse nei cimiteri?

«È un evento molto raro ma possibile. Comunque no, questa problematica non dipende dal tipo di legname ma dalla qualità delle valvole presenti sulla bara. In casi come questi i danni sono importanti. Questa, ad esempio è un’altra problematica che spesso non si considera al momento dell’acquisto di un servizio. Per contenere i prezzi si diminuisce la qualità degli accessori e le conseguenze si ripercuotono su chi sottoscrive il contratto».

 

Non sono le Amministrazioni comunali ad occuparsi di questi eventi?

«No, generalmente la concessione del loculo comporta responsabilità in capo al concessionario e non alla Pubblica Amministrazione: ogni evento relativo allo spazio in cui riposa il defunto diventa impegno del concessionario».

 

Il carro funebre di “Onoranze funebri Bucci”

Ma per queste evenienze ci si può assicurare?

«Beh, certo. Ma torniamo al discorso che facevamo un attimo fa. Io prevedo assicurazioni che coprono praticamente ogni evento che possa riguardare il mio servizio e anche la responsabilità di terzi, come nel caso di cui parlavamo sopra. Sono eventi rari, ma i danni che ne scaturiscono possono essere notevoli. Ovvio che chi risica anche su queste opzioni, può far trovare un suo cliente in grandi difficoltà».

 

Ma quanti sono questi, chiamiamoli “pericoli”, che si nascondono dietro ad un evento luttuoso?

«Vede, la questione non è quella di doversi preoccupare di quello che potrebbe essere un problema; la questione è eliminare i possibili problemi prima che si manifestino. E questo non può farlo chi per recuperare un prezzo commercialmente insostenibile, riduce le garanzie. Un’onoranza funebre non è un prodotto da supermercato, un bene che si acquista 10 volte al mese e di cui si conoscono le variabili; è una evenienza che può capitare anche mai nella propria esistenza».

 

INFO: onoranzefunebribucci.it – telefono 333.5648878

 

(spazio promoredazionale)

 

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