Si fa sempre più teso il clima tra i vertici locali e regionali di questa martoriata Sanità picena ed i sindacati. E pure con i giornalisti non si scherza.
Oggi, 16 marzo, è andata in scena, sia ad Ascoli che a San Benedetto, una brutta pagina di quello che doveva essere un po’ “il gioco delle parti” un po’ l’avvio di un sano confronto, su problemi atavici ma che – è inutile negarlo – vanno affrontati prima o poi per il bene e la tranquillità dei cittadini.
Mentre il presidente della Regione Francesco Acquaroli ed il vice con delega alla Sanità Filippo Saltamartini arrivavano nelle sedi ospedaliere per incontrare – quasi alla chetichella – le figure apicali dell’Ast, i sindacati – non invitati – hanno organizzato una manifestazione di protesta, nelle aree di pertinenza della strutture.
L’auspicio, di sindacalisti e giornalisti, era anche quello di intercettare Acquaroli e Saltamartini.
A tal proposito, prima di addentrarci sui contenuti della protesta, val la pena raccontare come tutto questo sia stato accuratamente evitato.
A San Benedetto Acquaroli e Saltamartini sono entrati da un ingresso secondario rispetto a dove li attendevano sindacalisti e giornalisti (quattro in tutto), questi ultimi bersaglio di un evidente atto di nervosismo del direttore dell’Ast, che ha tentato di mandarli via.
Stessa cosa ad Ascoli, dove non c’erano giornalisti, né ingressi secondari: la Natalini ha provato a “scacciare” i sindacalisti, Acquaroli e Saltamartini si sono negati alla richiesta di cinque minuti di attenzione.
Vertici della Sanità pubblica, non di un’azienda qualunque, e rappresentanti di lavoratori, tutti i giorni impegnati nell’erogare cure all’utenza, nell’ambito delle proprie competenze e nella totale liceità, ha fatto le scelte che ha ritenuto opportune (non aprire a tutti l’incontro con la Regione e protestare pacificamente di conseguenza) motivandole pure a mezzo stampa.
Reazioni fuori luogo sono il segno che la tensione è alle stelle.
Ma resta il fatto che situazione sanitaria nel Piceno è sempre più difficile, mentre in molti si aspettavano, con l’avvento dell’Ast e della nuova autonomia dell’Azienda, una maggiore e concreta attenzione nei confronti dei cittadini e del territorio, caratterizzata da trasparenza e spirito collaborativo.
Sindacati – torniamo al punto – comunque molto combattivi (qualcuno dentro gli uffici ha avvertito una situazione «di assedio», il che ovviamente è una metafora forzata ma anche una ammissione di realtà di una contestazione mai così continuativa e decisa) seppur divisi in due gruppi: da una parte Usb e Nursind (hanno in programma lo sciopero di 24 ore il 22 marzo), dall’altra Cgil e Cisl (assente la Uil) ma comunque tutti accumunati dalle numerose rivendicazioni oltre che dal fatto che non sia stata accolta la richiesta di partecipazione all’incontro con la Regione Marche.
«Il personale è sempre di meno – afferma Mauro Giuliani (Usb) – a fine 2024 ci saranno 41 unità in meno della dotazione prevista, mancano 15 oss, 6 infermieri, 6 ausiliari e 12 operatori tecnico amministrativi. Hanno stabilizzato 56 oss invece dei 65 previsti. Addirittura sono in dubbio le ferie estive».
Parole dure da Maurizio Pelosi (Nursind): «L’Azienda Sanitaria è sorda e permalosa e si comporta con arroganza nei nostri confronti. I lavoratori hanno cumulato 20.000 ore di ferie, lo straordinario non viene pagato da diversi anni. Acquaroli ha stanziato un milione e, invece che aumentare, finiremo l’anno con 40 dipendenti in meno».
«A fine aprile avremo 70 lavoratori non stabilizzati che perderanno il posto, se le cose non cambiano – rincara Viola Rossi (Cgil) – riteniamo grave non averci consentito di presenziare all’incontro, i tempi di risposta inoltre sono stati lenti e potrebbero esserci delle violazioni delle prerogative sindacali».
Presenti sia ad Ascoli che a San Benedetto anche diversi esponenti politici del centrosinistra piceno, tra cui anche l’onorevole Augusto Curti, la consigliera regionale Anna Casini, il segretario provinciale Francesco Ameli, i consiglieri comunali di San Benedetto Aurora Bottiglieri e Paolo Canducci.
Criticità soprattutto per i Pronto Soccorso, secondo alcuni sindacalisti perché con le ulteriori riduzioni di posti letto vi è un ulteriore ricorso all’emergenza.
Tra i temi che vanno affrontati inoltre – chissà se dibattuta nell’incontro odierno – anche quello di rinnovare l’accordo con i medici specialisti e i cardiologi (come avvenuto la scorsa estate) e di aggiungere un medico per le prestazioni aggiuntive, per alleviare gli interventi dei medici del Pronto Soccorso rivierasco, in particolare in orario notturno.
(Redazione CP)
FOTOGALLERY
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati