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L’ex ministro Speranza ad Ascoli: «Siamo quelli che difendono il servizio sanitario pubblico non solo in campagna elettorale»  (Video e foto)

ASCOLI - L'onorevole del Pd è stato ospite della coalizione di centrosinistra a sostegno del candidato sindaco Emidio Nardini: «Mai più tagli si era detto ai tempi del covid. Il rischio ora è di aver sprecato gli insegnamenti di quel periodo tremendo»
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di Maria Nerina Galiè

 

Punta anche sulla Sanità la coalizione di centrosinistra ascolana nel sostenere la candidatura di Emidio Nardini alle amministrative di giugno. E per farlo, oggi 16 marzo, ha aperto la sede elettorale di Corso Trieste, non ancora inaugurata, all’ex ministro alla Salute, Roberto Speranza, reduce da un incontro a San Benedetto (leggi qui).

Impossibile non legare il nome dell’attuale onorevole della Repubblica ai periodi bui del covid che tanto avrebbero dovuto insegnare a chi gestisce i soldi in materia di Sanità pubblica.

Speranza, nel dirlo, ha ricordato anche le parole di Papa Francesco, in una Piazza San Pietro deserta, durante il lockdown: “Peggio di questa crisi c’è solo rischio di sprecarla”.

«E la stiamo sprecando – ha continuato l’ex ministro – perché durante pandemia tutti abbiamo detto che la Sanità mai più sarà la Cenerentola, mai più oggetto di tagli.

Era l’impegno non di una classe politica ma di un intero Paese colpito da una bufera senza precedenti. La Sanità era la cosa più importante e vi sono state messe risorse come mai prima.

Invece ora, chiusa la fase dell’emergenza, i numeri che ci porta questo governo nazionale dicono che andiamo indietro. Per il prossimo anno addirittura la spesa per la Sanità, in rapporto al pil, sarà inferiore a quella di prima della pandemia».

Ecco allora le parole chiave del partito democratico, rappresentato oggi da Speranza: «Quando ci chiedono chi siamo, dobbiamo dire sempre, non solo in campagna elettorale, e qui ad Ascoli con ancora più forza per la scelta di un medico a  candidato sindaco, che noi siamo quelli che a denti stretti e con il coltello tra i denti difendono il servizio sanitario pubblico nazionale. Ma per far questo è necessaria una grande mobilitazione popolare». 

Speranza è stato introdotto da Francesco Ameli, segretario provinciale del Pd, affiancato – oltre che da Emidio Nardini – dall’onorevole Augusto Curti, dalla consigliera regionale Anna Casini (ai tempi del covid era vice presidente della Regione), e Manuela Marcucci responsabile sanitaria del partito.

Ameli ha introdotto l’ex ministro, parlando proprio della necessità di azioni a tutela  della Sanità pubblica, «che nel Piceno sta vivendo uno dei periodi peggiori, per gli indirizzi della politica regionale ed il silenzio della compagine amministrativa locale. Sembra chiaro, e a questo vogliamo opporci, che ormai per avere accesso alle cure serva più la carta di credito che la tessera sanitaria».  

Anna Casini, tornando indietro ai tempi della pandemia, ha ribadito «l’importanza degli investimenti su personale e tecnologia, per fronteggiare l’emergenza e di cui ancora godono gli ospedali del Piceno. Adesso stiamo tornando indietro».

Nardini: «Ho passato 40 anni in ospedale e nella Sanità pubblica. Anche oggi, con tante strutture private, posso dire che i medici che vi lavorano si sono formati nel pubblico. Lo stesso ospedale di Ascoli negli anni ’60 era il migliore delle Marche. 

Ed ora vengono a dirci che sono finiti i soldi, quando si rischia di curare con tanti soldi, poche persone.

Con il covid,  i centri privati più all’avanguardia, ma legati al profitto, si sono trovati impreparati. E’ la dimostrazione che in Sanità il concetto che ci guida non può essere il guadagno. Come pure che la Sanità deve essere pubblica, universale e gratuita». 

Anche l’onorevole Curti ha sottolineato l’impegno del centro sinistra nel dare man forte alla difesa della Sanità pubblica: «Sono stato sindaco di un piccolo paese, Force, anche durante il terremoto, ma non ho mai avuto tanta paura nel rappresentare i cittadini come durante il covid ed era un conforto sapere che a prendere decisioni c’era chi davvero aveva a cuore l’interesse dei cittadini.  

Ora siamo di fronte a tagli del Parlamento e non va meglio nelle Marche dove non abbiamo mai toccato livelli così bassi. E le proteste dei lavoratori ne sono la testimonianza».

Manuela Marcucci, ostetrica, per anni impegnata nella prevenzione dei tumori, poi anche negli screening per il covid quando è servito, ha messo il dito in un altra piaga, quella delle liste di attesa: «Oltre ad investire soldi, quello che manca nelle Marche è la progettualità. Qui assistiamo a sport elettorali, con alla base un concetto – “più ospedali migliore Sanità” – che non è valido.

La Sanità deve essere sviluppata sul territorio. Tutti i cittadini devono avere l’opportunità di accedere alla diagnostica vicino casa, senza intasare gli ospedali. Ma di contro, non devono arrivare negli ospedali quando la malattia è avanzata per impossibilità di accedere agli esami».

 



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