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L’ascolano Francesco Ceci campione del mondo di Paraciclismo (Le foto)

SPORT - Il recordman di maglie tricolori, estromesso senza riguardo e senza logica dalla Nazionale, sul gradino più alto del podio con la maglia iridata che mancava nella sua sterminata collezione di trionfi, titoli e record. Il successo arriva da Rio de Janeiro, in Brasile, nella specialità Team Sprint, dopo l'argento mondiale di agosto a Glasgow e il 35° titolo italiano di ottobre a Fiorano, sempre in coppia con l'atleta ipovedente Stefano Meroni
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Francesco Ceci (primo a destra) con la maglia di campione del mondo sul podio iridato

 

di Walter Luzi

 

Francesco Ceci campione del mondo. Ancora lui. Ai Campionati del mondo di Paraciclismo, in corso di svolgimento a Rio de Janeiro, in Brasile, ha lasciato subito il segno. Medaglia d’oro nel Team Sprint riservata al doppio tandem B azzurro. Insieme al campione ascolano sul gradino più alto del podio Chiara Colombo, Elena Bissolati e il suo compagno di tandem Stefano Meroni.

Un traguardo storico per l’Italia del ciclismo, al suo primo successo mondiale con i pistard paralimpici. Prima gara e primo oro in questi mondiali brasiliani, viatico privilegiato degli azzurri verso le Olimpiadi di Parigi 2024. L’alta competitività che Francesco Ceci ha portato con il suo arrivo nel team azzurro era già emersa, solo qualche mese fa, con la medaglia d’argento conquistata, sempre in tandem con l’atleta comasco ipovedente Stefano Meroni, a Glasgow.

«Volevamo principalmente difendere quel secondo postoil commento a caldo del campione ascolanoe invece siamo riusciti a fare di meglio, battendo i campioni del mondo in carica. Siamo felicissimi per questa prima vittoria che carica tutta la squadra, e determinati a rimanere in zona podio anche per le prossime gare in programma».

Battere gli inglesi non era facile, anche se già della qualifiche della mattinata Ceci e compagni avevano già fatto registrare il miglior tempo. Ma quei 375 millesimi di secondo di distacco, in finale, sono valsi l’oro alla squadra azzurra. Vicinissima, meno di 50 millesimi di secondo, anche a battere anche il record mondiale sulla distanza detenuto dal Canada. Gli Usa hanno chiuso invece al terzo posto davanti alla Malesia. E per Francesco Ceci e tutta la squadra azzurra non è certo finita qua.

«Domani (venerdì 22 marzo, ndr) io e Stefano gareggeremo ancora nel chilometro da fermo – continua il plurititolato campione ascolano – e domenica nella velocità. Possiamo ancora dire la nostra”. Nonostante la tardissima ora in Italia sono arrivate subito le felicitazioni dal presidente della Federazione Ciclistica Cordiano Dagnoni, mentre stamattina è arrivata puntuale anche la telefonata dell’assessore allo sport del Comune di Ascoli, Nico Stallone.

«Nonostante il breve tempo a disposizione per poterci allenare in coppia – commenta sempre Francesco Ceci dal Brasile – la nostra crescita è stata davvero esponenziale. Abbiamo iniziato nel migliore dei modi questo mondiale, un risultato che ci riempie di soddisfazione e ci carica ulteriormente».

Un cammino con i paratleti, quello di Francesco Ceci, iniziato appena poco più di un anno fa con il primo allenamento collegiale. Un invito inaspettato quello giunto dal responsabile federale del settore paralimpico pista, Silvano Perusini, a rientrare nel giro azzurro dopo il suo clamoroso allontanamento dell’anno prima. Una estromissione discussa e molto discutibile, che è forse più corretto definire senza senso, quella di Ceci dalla Nazionale di velocità su pista e, conseguentemente, dal gruppo sportivo militare, le Fiamme Azzurre della Polizia Penitenzaria, in cui aveva militato per sette anni.

Il suo smisurato palmares, trentasei titoli italiani, l’enorme bagaglio di esperienze internazionali, e, non ultimo, essere l’imbattuto campione italiano in carica, non gli avevano risparmiato l’affronto di un siluramento inaccettabile nel merito, oltre che per i tempi e i modi. Lui, pur ferito, dato per finito con i suoi trentadue anni, aveva accettato in silenzio, senza fare polemiche, come nella sua natura, il frettoloso accantonamento patito senza riguardo e senza logica.

Aveva continuato ad allenarsi per conto suo, e continuato a vincere con i colori della gloriosa società di famiglia, prima che gli venisse offerta la nuova chance azzurra nel settore paralimpico. Dopo l’argento di Glasgow, l’oro di Rio de Janeiro di ieri ripaga ulteriormente la sua passione e i suoi grandi sacrifici.

Tutta la grande famiglia Ceci ha festeggiato a lungo ieri, dopo aver fatto il tifo per lui davanti alla tv. Il papà Claudio, suo primo ed appassionato tifoso, il fratello Davide, ex agonista della pista e anche lui pluricampione italiano e, ora, fedele personal trainer, per primi. Non finisce qui il mondiale delle grandi rivincite per Francesco Ceci. Non finiranno oggi le forti emozioni che può ancora regalarci.

In fondo, ad aspettarlo, c’è sempre il grande sogno, quello olimpico, lungamente accarezzato, quasi stregato per lui, e sempre negato. Parigi 2024 è, adesso, più che mai alla portata. Un Ceci ancora in sella a una bicicletta, nella velocità, su una pista a cinque cerchi. Quarant’anni dopo lo zio Vincenzo, olimpionico a Los Angeles 1984. Vai Francesco, siamo tutti con te.

 

 

Ciclismo su pista: Francesco Ceci vice campione mondiale a Glasgow

Ciclismo velocità: Francesco Ceci tricolore nel tandem paralimpico con Stefano Meroni

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