di Andrea Ferretti
Ad Ascoli Sant’Emidio con la marijuana. A Porto San Giorgio Gesù e gli altri commensali dell’Ultima Cena pronti a gustarsi un gelato a fine pasto. Fantasia o realtà? Realtà, le cose stanno proprio così.
Lo scorso novembre si scatenò il putiferio dopo che in un distributore automatico del centro di Ascoli comparve – c’è ancora – l’immagine del Santo Patrono della città e protettore dai terremoti intento a maneggiare alcune piantine di marijuana. Inconfondibile la sua sagoma così come quella di Piazza del Popolo alle spalle.
Pochi giorni fa a Porto San Giorgio c’è invece chi è… salito ai piani alti utilizzando la foto del capolavoro di Leonardo da Vinci per promuovere i propri gelati.
In quest’ultimo caso non si sono fatte attendere critiche e tirate d’orecchie da parte della Diocesi di Fermo («meglio evitare pubblicità che toccano la sensibilità religiosa» le parole dell’arcivescovo Rocco Pennacchio).
Ad Ascoli, invece, a parte qualche flebile schermaglia sui social, a proferire verbo non fu la Diocesi. Il vescovo Gianpiero Palmieri, o chi per lui, non dissero nulla. Tuonò invece Guido Castelli, il senatore ex sindaco di Ascoli ed ex assessore regionale che a novembre era già commissario alla Ricostruzione.
«Scherza con i fanti ma lascia stare i Santi – disse Castelli andando diritto al punto – è una immagine sacrilega ideata per promuovere la vendita di prodotti a base di cannabis. Sant’Emidio è patrono di Ascoli e protettore dai terremoti, e vederlo strumentalizzato in questo modo mi conferma che la cannabis è molto pericolosa perché, annebbiando il cervello, fa perdere il senso della realtà e della misura».
Da Ascoli a Porto San Giorgio. Dall’accusa alla difesa. Queste le parole del titolare della gelateria: «Nessuna volontà di offendere la Chiesa e la sensibilità di alcuno, sono cattolico e sono dispiaciuto se ho urtato i sentimenti di qualche persona».
Ad Ascoli il disegno promuove un prodotto a base di cannabidiolo (Cbd), la cosiddetta cannabis light venduta in farmacia o negli smart shop a seconda delle concentrazioni di Cbd.
Sacrilegio? Blasfemia? Nel dubbio, intanto… “alea iacta est”.
Dopo questi due casi e dopo aver chiamato in causa prima un Santo e poi addirittura Gesù salendo ai… piani alti, l’escalation religioso-pubblicitaria potrebbe avere un seguito raggiungendo addirittura… il super attico.
In vista dell’estate, infatti, sembra che sulla costa (picena o fermana cambia poco) si stia allestendo l’apertura di un ristorante di pesce. Sulla scorta dei due esempi di Ascoli e Porto San Giorgio, in un primo momento si era pensato di chiamarlo “L’ultima cena”. A questo punto, però, sarebbe stato assai probabile che nessuno avrebbe avuto il coraggio di prenotare un tavolo. Allora sembra si sia ripiegato su un più invitante “Qui si mangia da Dio”.
Ed è qui che si è creato un inghippo per il lancio pubblicitario. Di Sant’Emidio da Treviri, infatti, da secoli esistono immagini. L’ultima cena è cosa nota ormai da 1.991 anni. Come raffigurare l’Onnipotente?
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